Giustizia / Resta il muro contro muro tra maggioranza e opposizione. Il provvedimento passa ora alla Camera. Bagarre in aula, Gramazio (Pdl) lancia un faldone contro l’Idv
Il Senato approva il ddl sul processo breve. Il provvedimento passa ora all’ esame della Camera. Nel corso della discussione i capigruppo hanno espresso le intenzioni di voto, ribadendo le posizioni difese nei giorni scorsi. Nel corso della discusione in aula i senatori dell’Italia dei Valori hanno inscenato una contestazione contro Maurizio Gasparri, capo gruppo del PDL al Senato. Berlusconi fatti processare”, “muoiono processi Cirio-Parmalat”. Sono queste le scritte apparse su alcuni cartelli esposti dai senatori dell’Idv al termine degli interventi in Aula sul processo breve. I commessi hanno prontamente tolto i manifestini dalle mani dei parlamentari, ma loro continuano a tenerli sui banchi. C’è ne è anche uno listato a lutto con scritto “La giustizia è morta”. Il senatore del Pdl, Domenico Gramazio, dal centro dell’emiciclo ha tirato il fascicolo degli emendamenti contro i banchi dell’Idv. Ma anche lui eè stato allontanato dai commessi.
In precedenza duro attacco del PD che per voce di Anna Finocchiaro, boccia il provvedimento. “Con il processo breve decretate la fine di migliaia di processi penali e quindi ci sarà una denegata giustizia per migliaia di cittadini”. Lo afferma la Presidente dei senatori Pd, Anna Finocchiaro, nella dichiarazione finale in aula al Senato per il ddl sul processo breve. Finocchiaro aggiunge: “Fissate in due ore la durata di una tratta ferroviaria, ben sapendo che la vecchia locomotiva potrà farcela solo in tre ore”.
E’ invece a fare il PDL. Maurizio Gasparri dice nell’aula del Senato “Ma è davvero breve questo processo? Nel ddl la parola breve non c’è. La legge che noi proponiamo non cancellerà i processi. Riguarderà solo l’1% dei processi”. Lo afferma in aula al Senato il capogruppo dei senatori Pdl, Maurizio Gasparri, nella dichiarazione finale sul processo breve. Gasparri aggiunge: “Per i reati di mafia e terrorismo arriviamo ad oltre 15 anni di durata. E’ questo un processo breve?”. Gasparri sottolinea che “l’articolo 111 della Costituzione prevede il giusto processo e l’articolo 6 della Convenzione
europea per i diritti dell’uomo prevede la ragionevole durata dei processi”.
Il processo breve incassa l’approvazione della Lega Nord che rilancia accusando l’opposizione “Fino a pochi mesi fa eravate d’accordo con questa riforma. Quando vi siete accorti che questa riforma avrebbe riguardato anche il Presidente Berlusconi, avete cambiato idea e vi siete contraddetti. Siete voi che vi dovreste vergognare”. ha detto il capogruppo della Lega, Federico Bricolo.
L’Italia dei valori esprime tutto il suo dissenso sul processo breve. “Si vuole salvare Berlusconi dai suoi processi. Approvate così una norma che non esiste in nessuna parte del mondo. L’Italia, culla del diritto, rinnega il diritto – dice il capogruppo dell’Idv al Senato Luigi Li Gotti, nelle dichiarazioni finali in aula. Li Gotti aggiunge: “Non sapete cosa significhi l’interesse collettivo. Il Parlamento è smarrito ed asservito”.
L’UDC bocca il provvedimento. Gianpiero D’Alia, capogruppo dell’Udc, invita in aula la maggioranza a non procedere all’approvazione del ddl sul processo breve: “Fermatevi finché siete in tempo. Restano in piedi incongruenze e storture – dice D’Alia – come possiamo votare questa amnistia? Noi voteremo contro”.
Secondo i sostenitori del processo breve, si sana la stortura della lungaggine dei procedimenti in Italia, e si viene ad applicare il dettato Costituzionale previsto dall’articolo 111.
Cosa dice l’articolo 111?
“La giurisdizione si attua mediante il giusto processo regolato dalla legge. Ogni processo si svolge nel contraddittorio tra le parti, in condizioni di parità, davanti a giudice terzo e imparziale. La legge ne assicura la ragionevole durata”.
Possiamo dire che si tratta di una giusta interpretazione della Costituzione approvare un dispositivo che permette a dei cittadini indiziati, per reati che prevedono pene fino a 10 anni di reclusione, di restare senza alcun giudizio se sono passati due anni dall’inizio dell’azione penale?
Poi, si può intendere che la ragionevole durata, che l’art. 111 indica che deve essere “assicurata”, possa determinare l’eliminazione della stessa “giurisdizione”?
L’articolo 111 è un articolo di tutela del cittadino nel senso impositivo per gli obblighi dello Stato e non nel senso elusivo per gli obblighi dello Stato. L’articolo 111 è stato disatteso dallo Stato; per applicare questo articolo i governi, che si sono succeduti dalla promulgazione della Costituzione ad oggi , dovevano dotare gli organici della magistratura in modo sufficiente ed efficiente al fine di assicurare la ragionevole durata. Solo questa può essere la dovuta interpretazione per non far cessare la “giurisdizione” che è una prerogativa ed un obbligo dello Stato.
Lo Stato si regge su due elementi: assicurare l’ordine sociale ed assumere la funzione di arbitro nelle controversie e a seguito di delitti. Tutti gli altri elementi che si aggiungono sono sicuramente importanti ; ma la mancanza (o anche la debolezza) di uno dei due elementi essenziali può mettere in crisi lo Stato stesso.
francesco zaffuto http://www.lacrisi2009.com