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  1. francesco zaffuto
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    Secondo i sostenitori del processo breve, si sana la stortura della lungaggine dei procedimenti in Italia, e si viene ad applicare il dettato Costituzionale previsto dall’articolo 111.
    Cosa dice l’articolo 111?
    “La giurisdizione si attua mediante il giusto processo regolato dalla legge. Ogni processo si svolge nel contraddittorio tra le parti, in condizioni di parità, davanti a giudice terzo e imparziale. La legge ne assicura la ragionevole durata”.
    Possiamo dire che si tratta di una giusta interpretazione della Costituzione approvare un dispositivo che permette a dei cittadini indiziati, per reati che prevedono pene fino a 10 anni di reclusione, di restare senza alcun giudizio se sono passati due anni dall’inizio dell’azione penale?
    Poi, si può intendere che la ragionevole durata, che l’art. 111 indica che deve essere “assicurata”, possa determinare l’eliminazione della stessa “giurisdizione”?
    L’articolo 111 è un articolo di tutela del cittadino nel senso impositivo per gli obblighi dello Stato e non nel senso elusivo per gli obblighi dello Stato. L’articolo 111 è stato disatteso dallo Stato; per applicare questo articolo i governi, che si sono succeduti dalla promulgazione della Costituzione ad oggi , dovevano dotare gli organici della magistratura in modo sufficiente ed efficiente al fine di assicurare la ragionevole durata. Solo questa può essere la dovuta interpretazione per non far cessare la “giurisdizione” che è una prerogativa ed un obbligo dello Stato.
    Lo Stato si regge su due elementi: assicurare l’ordine sociale ed assumere la funzione di arbitro nelle controversie e a seguito di delitti. Tutti gli altri elementi che si aggiungono sono sicuramente importanti ; ma la mancanza (o anche la debolezza) di uno dei due elementi essenziali può mettere in crisi lo Stato stesso.
    francesco zaffuto http://www.lacrisi2009.com

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