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Auto con armi: un arresto a Reggio Il Pdl: «Più militari in città»

 

La proposta della componente della commissione antimafia Angela Napoli. Si tratta del carrozziere, vicino alla ‘ndrangheta, che ha denunciato il furto della macchina

 

L’auto con armi e ordini trovata dai carabinieri vicino all’aeroporto di Reggio Calabria (Cufari)

REGGIO CALABRIA – Nessuna intimidazione, nessuna sfida allo Stato. L’auto-arsenale ritrovata a Reggio Calabria giovedì poco dopo le 12,30, in via Ravagnese, nei pressi dell’aeroporto, era stata abbandonata per la massiccia presenza delle forze dell’ordine che controllavano il territorio in occasione della presenza nella città dello Stretto del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. È quanto emerge dalle indagini dei carabinieri del comando provinciale, che hanno lavorato incessantemente per tuta la notte, sotto il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia e che venerdì mattina hanno arrestato un meccanico, Francesco Nocera, 46 anni, già noto alle forze dell’ordine, con l’accusa di favoreggiamento nei confronti di associati ad organizzazioni criminali. L’auto e l’arsenale ritrovato servivano probabilmente per qualche azione intimidatorio nell’ambito del racket delle estorsioni.

L’ARRESTATO – Francesco Nocera, presunto affiliato alla cosca Ficarra-Latella della ‘ndrangheta, è il carrozziere che giovedì aveva denunciato il furto dell’auto. L’uomo è accusato di favoreggiamento personale con l’aggravante delle modalità mafiose. Secondo i carabinieri, a carico di Nocera è emerso un «quadro indiziario grave, univoco e concordante in ordine al reato di favoreggiamento personale aggravato». In particolare, Nocera avrebbe omesso di riferire circostanze che avrebbero dato la possibilità di identificare le persone che avevano collocato l’auto con l’esplosivo. La macchina si trovava nell’officina del carrozziere da diversi giorni. Il carrozziere ne aveva denunciato il furto un’ora e mezza prima del ritrovamento. Gli investigatori ritengono che il Nocera – persona considerata contigua alle cosche – avesse prestato la macchina per un’azione criminale che non avrebbe nulla a che vedere con la visita del capo dello Stato a Reggio. L’auto sarebbe poi stata frettolosamente abbandonata perché la zona stava per essere sottoposta ai controlli per l’arrivo di Napolitano. Il proprietario dell’auto risulta al momento ignaro di quanto era accaduto al suo veicolo.

L’ESERCITO – Nel frattempo Angela Napoli, parlamentare pdl e componente della Commissione antimafia, propone l’invio dell’esercito in città. «Il ritrovamento a Reggio Calabria giovedì dell’automobile un vero arsenale bellico propone la possibilità di letture diversificate, ma sicuramente è l’immagine della potente e pericolosa dotazione con la quale la ‘ndrangheta riesce a minare la sicurezza dell’intero territorio. Per tale motivo accanto alle encomiabili attività che Governo, magistratura e forze dell’ordine calabresi stanno portando avanti, sono convinta che servirebbe l’immediato invio nella città di Reggio Calabria di un elevato numero di militari».

BONAIUTI – Anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio e portavoce del premier, Paolo Bonaiuti, al «Caffè» di Sky Tg 24 vuole un maggiore impegno del governo: «Le indagini sono ancora in corso. Certo quello che è accaduto a Reggio Calabria è inquietante, perché fa seguito anche agli esplosivi che furono fatti esplodere davanti alla Procura giorni fa. Occorre aspettare, ora, lo sviluppo delle indagini». «Il peso del crimine organizzato – continua Bonaiuti – viene duramente combattuto dal nostro governo che ha fatto quanto nessun governo ha mai fatto prima. Otto esponenti della criminalità organizzata vengono arrestati ogni giorno. Oltre a questo, vengono confiscati e sequestrati beni. Dobbiamo intensificare, Fare ancora di più».

LATITANTE NELLA LOCRIDE – Intanto i carabinieri del gruppo di Locri hanno arrestato a Marina di Gioiosa Ionica un latitante, Francesco Muià, di 34 anni, affiliato alla ‘ndrangheta e appartenente alla cosca Ursino. Muià è stato arrestato nell’appartamento dei coniugi Sergio Iergolino, di 42 anni, con precedenti, e Susanna Macrì, di 40.Arrestata anche la figlia della coppia, Soraya di 19 anni. Muià, appartenente alla cosca Ursino di Marina di Gioiosa Ionica che ha legami con gli Aquino di Roccella Ionica, era ricercato dal 2006 per associazione mafiosa e traffico di sostanze stupefacenti. Muià era sfuggito all’arresto, nel 2006, nell’ambito dell’operazione «Mito 3» condotta dai Ros dei carabinieri e coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli. Nel nascondiglio del latitante sono state trovate una carabina calibro 10 e numeroso munizionamento, un computer portatile, cellulari e altro materiale ritenuto utile per l’attività investigativa.

Redazione online

Auto con armi: un arresto a Reggio Il Pdl: «Più militari in città»ultima modifica: 2010-01-22T12:49:22+01:00da
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