Intervista alla Abc alla vigilia del messaggio sullo stato dell’unione. «Meglio un buonissimo presidente da un solo mandato che non un mediocre presidente da due mandati»
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Obama con la maglia dei LA Lakers con il suo nome (Epa) |
WASHINGTON – In un’intervista alla televisione Abc alla vigilia del tradizionale, e per lui cruciale, messaggio sullo stato dell’unione, Obama ha sorpreso l’America. Ha affermato che preferisce essere «un buonissimo presidente da un solo mandato che non un mediocre presidente da due mandati». Una velata critica al predecessore George Bush, ma anche una presa di coscienza che il suo primo anno alla Casa Bianca non è stato un trionfo, e che se non vi ponesse riparo in fretta rischierebbe di non venire rieletto nel 2012.
UNO O DUE ERRORI AL GIORNO – «Errori? Ne ho commessi uno o due al giorno» ha risposto con accento scherzoso Obama a Dianne Sawyer, la direttrice del telegiornale. Ma ha aggiunto di non essere scoraggiato dalla caduta della sua popolarità nei sondaggi né dalla protesta popolare contro alcuni dei suoi progetti. E ha manifestato fiducia nel passaggio delle sue riforme al Congresso, quella della sanità inclusa.
Ai repubblicani, l’intervista è sembrata altresì una ammissione che alle elezioni parlamentari di novembre i democratici potrebbero perdere la maggioranza al Congresso. Ma nel momento sinora più difficile della sua presidenza l’intervista ha in realtà permesso a Obama di annunciare che nel secondo anno la sua leadership sarà molto più forte.
DISOCCUPAZIONE E DEFICIT – Obama ha indicato che intende concentrarsi sulla lotta alla disoccupazione, ancora al 10 per cento, e sulla riduzione del deficit di bilancio dello stato, oltre 1.400 miliardi di dollari. E ha anticipato vari punti del messaggio sullo stato dell’unione di mercoledì sera, giovedì mattina in Italia. Dopo avere mosso guerra alle banche, proponendo una tassa sulla loro esposizione e chiedendo che sia loro vietato di giocare in borsa, Obama vuole andare al soccorso del ceto medio e delle famiglie travagliate dalla crisi, e impostare il ritorno al pareggio del bilancio.
Dalle sue dichiarazioni e da quelle della Casa Bianca, tra le altre misure il presidente lancerebbe un secondo pacchetto di stimoli all’economia, si dice di 175 miliardi di dollari; concederebbe sgravi fiscali alle piccole e medie imprese che facessero nuove assunzioni, nonché alle famiglie con un reddito inferiore agli 85 mila dollari annui; e congelerebbe parte della spesa pubblica per il prossimo triennio, un provvedimento che ha già suscitato le critiche dei liberal.
ECONOMIA IN RIPRESA – L’economia americana è in ripresa, lo scorso trimestre il prodotto interno lordo sarebbe salito di oltre il 4 per cento. Ma non avrebbe creato più posti di lavoro, cosa che per l’elettorato ha invece la precedenza assoluta su tutto.
Nell’intervista, il presidente ha anche garantito che non aumenterà le tasse «perché danneggerebbe l’economia» e ha respinto la richiesta, fatta da numerosi parlamentari di entrambi i partiti, di sostituire il ministro del Tesoro Timothy Geithner, il governatore della Riserva federale Ben Bernanke e il consigliere economico della Casa Bianca Larry Summers, lo ex “drem team” economico. Questa trojka, legata a Wall Street, è considerata responsabile del grave ritardo della regolamentazione dei mercati e del prolungamento della crisi. «Parto del presupposto che restino in carica» ha dichiarato Obama «sono un team solido e preparato su cui continuo a fare affidamento».
Ennio Caretto