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I dati sui conti svizzeri di evasori tedeschi «offerti» a Berlino

 

Rischio di crisi diplomatica con lo confedereazione elvetica. Il governo tedesco sta valutando se comprare le informazioni, che però sono state rubate

 

MILANO – Prendere o lasciare. Sul piatto ci sono i dati sui conti bancari di 1.500 contribuenti tedeschi fortemente sospettati di evasione fiscale: dati che finora sono stati gelosamente custoditi nelle banche svizzere. Sono indicazioni rubate che un informatore ha messo a disposizione del governo e del fisco tedeschi, che però devono pagare 2,5 milioni di euro. Un prezzo non così esoso se si calcola che con quelle informazioni la Germania potrebbe recuperare fino a 100 milioni di euro. Ma si tratta pur sempre di dati rubati, e di mezzo c’è una crisi diplomatica con la vicina Svizzera.

LA PROPOSTA – La vicenda è stata portata alla luce due giorni fa dal giornale tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung che ha rivelato per primo la «proposta indecente» ricevuta dalle autorità nazionali. La «gola profonda» (che sarebbe un dipendente di una filiale di Ginevra della banca britannica Hsbc) ha già passato le informazioni su 5 evasori di spicco e la Germania ha potuto verificare che non si tratta di un bluff. Tra l’altro ognuno di questi cinque – riporta Swissinfo.ch – dovrebbe restituire circa 1 milione di euro.

IL GRUZZOLO TEDESCO – La conferma sull’autenticità delle informazioni offerte alla Germania arriva anche da un’indagine del Wall Street Journal, secondo il quale sarebbero ben 175 miliardi gli euro depositati dai contribuenti tedeschi nelle banche svizzere. Più in generale i tedeschi rappresentano uno dei gruppi più numerosi di evasori che hanno trovato rifugio nel Paese della cioccolata.

LE REAZIONI – Naturalmente la reazione degli svizzeri alla fuga di notizie è stata molto dura. «È piuttosto insidioso che uno stato di diritto faccia uso di dati illegali. È uno sviluppo che non possiamo accettare», ha dichiarato il presidente elvetico Doris Leuthard. Mentre l’associazione dei banchieri svizzeri ha chiesto a Berlino di restituire i dati. Ma il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schäuble, ancora non si è sbilanciato. Anche perché ufficialmente il dischetto con i file scottanti sarebbe stato offerto al fisco dello Stato del Nord Reno Westfalia.

I PRECEDENTI – Di certo, la Germania ha già acquistato in passato dati bancari rubati al fine di perseguire l’evasione fiscale. Nel 2008 il servizio di intelligence pagò 4,2 milioni di euro a un ex-impiegato di banca per impossessarsi di file riguardanti i conti di un istituto del Liechtenstein. I dati così raccolti portarono tra le altre cose all’arresto di Klaus Zumwinkel, l’allora amministratore delegato di Deutsche Post.

Carola Frediani

I dati sui conti svizzeri di evasori tedeschi «offerti» a Berlinoultima modifica: 2010-02-01T15:24:22+01:00da
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