Nell’anconetano. La tunisina, depressa per la fine del matrimonio, aveva annunciato a un conoscente l’intenzione di farla finita
ANCONA – Tragedia a Osimo, nell’Anconetano: una donna si è data fuoco, insieme al figlio di 4 anni mezzo, nella villetta dove vivevano. Entrambi sono morti. Il dramma poco prima delle 18, nella frazione di San Sabino, una zona immersa nella campagna: la tunisina di 33 anni, sposata e separata da un italiano, si è chiusa in camera da letto con il figlio e ha sparso la benzina con una tanica, appiccando il fuoco. Le fiamme si sono sviluppate nella stanza chiusa e hanno provocato una deflagrazione che ha allarmato i vicini. Poco prima Aida Habachi aveva telefonato a un amico di Ancona, annunciando l’intenzione di farla finita. Questi ha chiamato il 112, ma quando i carabinieri di Osimo sono arrivati era troppo tardi.
SOLITUDINE – Dalle testimonianze emerge una donna sola: Aida era separata da un paio d’anni dal marito, titolare di un’impresa di elettronica a Castelfidardo. La fine del rapporto coniugale era stata appesantita da querele e controquerele. La donna era rimasta nella casa di famiglia con il figlio: senza lavoro e probabilmente senza amicizie o rapporti familiari, è sprofondata in una depressione che non ha risparmiato il bambino. Aida aveva pianificato tutto: nella stanza da letto i carabinieri e i vigili del fuoco hanno trovato la tanica di benzina, evidentemente preparata prima. Le fiamme hanno devastato la stanza ma lasciato quasi intatto il resto dell’appartamento.
Redazione online
Credo sia doveroso diffondere anche
IL COMUNICATO UFFICIALE DELLA FAMIGLIA IPPOLITI:
“La famiglia Ippoliti intende rettificare alcune delle notizie che nel corso di questa settimana sono state scritte in merito alla tragedia che li ha colpiti.
I coniugi Ippoliti e Habachi dopo aver fatto tutti i tentativi possibili per far funzionare il loro rapporto, già da tempo in crisi, hanno deciso di comune accordo, preso atto dell’impossibilità di continuare la vita coniugale, di separarsi.
Non risponde al vero che sia stata una separazione burrascosa in quanto i coniugi hanno fatto una separazione consensuale in cui avevano raggiunto accordi sia dal punto di vista economico che dell’affido del bambino.
Proprio in quella sede la signora Habachi aveva ottenuto un’integrazione all’atto con cui otteneva un aumento sull’assegno di mantenimento che le avrebbe consentito di sostenere il pagamento di un canone presso una nuova abitazione, come da lei richiesto.
Inoltre il signor Ippoliti si era impegnato a pagare tutte le spese relative al bambino nonché all’alloggio, sino a quando la signora Habachi non avesse avuto un reddito adeguato.
Il bambino trascorreva due giorni e mezzo con il padre e due giorni e mezzo con la madre e alternativamente l’intero fine settimana con un genitore o con l’altro.
Queste determinazioni erano state raggiunte dai coniugi per agevolare la signora Habachi nella ricerca di un lavoro anche part-time.
La famiglia del signor Ippoliti aveva inoltre dato la sua disponibilità ad intervenire per la gestione del bambino quando la madre avesse avuto impegni.
Non risponde al vero che la signora Habachi sia stata lasciata sola in quanto la famiglia Ippoliti continuava ad offrirgli tutto l’aiuto di cui aveva bisogno, aiuto che veniva però rifiutato.
Il signor Ippoliti e la signora Habachi, di comune accordo, avevano scelto di rivolgersi al consultorio di Loreto per essere aiutati a gestire nel miglior modo possibile la separazione nell’interesse del piccolo Alessio.
Relativamente alle denunce di cui si è parlato è stata fatta un’unica querela nei confronti della signora Habachi in quanto la stessa aveva minacciato appena una settimana prima dell’accaduto di fare del male a se stessa e al bambino e proprio per prevenire l’evento, che purtroppo si è verificato, il signor Ippoliti lo aveva segnalato alle competenti autorità.
Che la signora Habachi fosse depressa è fuori discussione e peraltro rientra nella dinamica di ogni separazione anche quando è frutto di una libera scelta, ma che fosse stata lasciata sola e senza mezzi non corrisponde al vero.
Da ultimo si smentisce che le amministrazioni comunali di Castelfidardo e Osimo abbiano sostenuto le spese per il rimpatrio della salma a cui invece provvederanno le famiglie.
La famiglia Ippoliti chiede ora di essere lasciata sola al suo immenso dolore sapendo perfettamente che questo non potrà riportare in vita il piccolo Alessio, unica vittima innocente di tutta questa immensa tragedia”.