Gli atti trasmessi alla procura di Perugia. BERSANI: «ANDAZZO INACCETTABILE». Balducci, Anemone e Della Giovampaola dal gip Lupo, De Santis a Milano non risponde. Gli indagati sono 28
Angelo Balducci (Ansa) |
ROMA – Sono cominciati nel carcere di Regina Coeli gli interrogatori di garanzia di tre dei quattro arrestati nell’inchiesta sugli appalti per i grandi eventi. Davanti al gip fiorentino Rosario Lupo compaiono il presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici Angelo Balducci, già soggetto attuatore per le opere alla Maddalena, l’ingegner Mauro Della Giovampaola, che ha lavorato nella struttura di missione per il G8 in Sardegna ed è coordinatore dell’unità tecnica di missione per la realizzazione delle infrastrutture per i 150 anni dell’Unità d’Italia, e l’imprenditore romano Diego Anemone.
IN RITARDO PER NEVE – Gli interrogatori, fissati per le 10.30, sono cominciati con due ore di ritardo a causa della neve che ha bloccato per strada il gip. Il primo a comparire davanti al magistrato è Della Giovampaola. Poi vengono ascoltati Balducci e Anemone. Quest’ultimo dovrebbe avvalersi della facoltà di non rispondere. Balducci, invece, ha annunciato che intende dare la propria versione dei fatti. Per il quarto arrestato, l’ingegnere Fabio De Santis, attuale provveditore alle opere pubbliche della Toscana e successore di Balducci come soggetto attuatore per le opere del G8 alla Maddalena, l’interrogatorio era previsto per rogatoria nel carcere milanese di San Vittore davanti al gip Vincenzo Tutinelli, ma De Santis, difeso dall’avvocato Remo Pannain, si è avvalso della facoltà di non rispondere.
L’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip di Firenze (pdf)
GLI ATTI A PERUGIA – Il procuratore di Firenze Giuseppe Quattrocchi ha spiegato che sono 28 gli indagati nell’inchiesta sugli appalti per i grandi eventi: il G8 alla Maddalena, i Mondiali di nuoto a Roma e le celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Intanto gli atti, una quarantina di faldoni, sono stati trasmessi alla procura di Perugia, competente in quanto uno degli indagati è il procuratore aggiunto di Roma Achille Toro, accusato di rivelazione di segreto d’ufficio. I pm del capoluogo umbro, quelli di Roma e di Firenze stanno comunque valutando come dividersi i vari tronconi d’indagine. A occuparsi del fascicolo a Perugia sono il procuratore facente funzioni Federico Centrone insieme ai sostituti Sergio Sottani e Alessia Tavernese. Nella procura di Firenze le bocche sono cucite: nessun rischio di sequestro dei cantieri, è l’unica cosa che dice il procuratore capo Giuseppe Quattrocchi.
L’ANALISI DEI DOCUMENTI – Due giorni dopo le perquisizioni, gli arresti e gli avvisi di garanzia, i magistrati fiorentini – Luca Turco, Giuseppina Mione e Giulio Monferini – sono impegnati nell’analisi dei documenti («interessanti», si limitano a dire gli investigatori) sequestrati nella sessantina di perquisizioni. Fra gli indagati c’è il capo della Protezione civile Guido Bertolaso, che in un’intervista al Corriere della Sera si difende respingendo l’accusa di corruzione: «Non ho tradito gli italiani, sono vittima dell’invidia». I nomi più altisonanti sarebbero quelli usciti in questi giorni, ma il gip scrive che l’«insidiosità» del sistema messo in piedi dagli arrestati si comprende anche «dal coinvolgimento a vario titolo, e in gran parte ancora da definire nei suoi contorni, di personaggi di grossa levatura istituzionale».
BERSANI: ANDAZZO INACCETTABILE – Sul fronte politico, Pier Luigi Bersani sottolinea che nel caso di Bertolaso eventuali responsabilità personali saranno stabilite dalla magistratura ma c’è un «andazzo non accettabile»: «Nessuno si mette a fare il giudice, però esiste un fatto oggettivo, una responsabilità oggettiva – ha detto il segretario del Pd -. Queste procedure assolutamente discrezionali danno luogo a rischi enormi e il governo sta proponendo in questi giorni in Parlamento di triplicare queste procedure. È un’assurdità, noi ci batteremo contro. Bisogna che la maggioranza rifletta: non possiamo buttarci in un pozzo. Non possiamo chiamare emergenza i campionati di nuoto piuttosto che il piano carceri». Commentando le dichiarazioni del premier, che ha definito l’operato dei magistrati vergognoso, Bersani ha aggiunto: «Bisogna tirar le somme, credo che queste frasi di Berlusconi siano totalmente fuori luogo».
MOZIONE DI SFIDUCIA DELL’IDV – L’Italia dei Valori chiede le dimissioni del capo della Protezione civile. Antonio Di Pietro ha presentato una mozione di sfiducia contro di lui: «Bertolaso dimettiti, altrimenti ti sfiduciamo noi. Sono proprio curioso di vedere se il nostro Bertolaso ha un po’ d’onore, oppure anche lui è come il sottosegretario Cosentino, il quale, nonostante un provvedimento di cattura confermato dalla Cassazione che gli pende addosso, insiste a rimanere al governo» afferma il leader Idv. Al contrario, il gruppo parlamentare di «Noi Sud» presenterà alla Camera una mozione a sostegno di Bertolaso. «Ribadiamo la nostra solidarietà, convinti come siamo della sua totale integrità morale – dice il segretario Arturo Iannaccone -. Lo invitiamo a non dimettersi e a continuare a guidare la Protezione civile». È contrario alla mozione di sfiducia il leader dell’Udc Casini: «Non accettiamo la decapitazione di Bertolaso come vorrebbe l’onorevole Di Pietro, ma nel contempo riteniamo che la Protezione civile non possa essere al di sopra della legge e abbia bisogno di regole certe».
Redazione online