Napoli, operazione della guardia di finanza. indagine dei pm la ragione e novelli. Ha preso una «mazzetta» da 1000 euro per un appalto alla rete informatica: aveva già incassato 14.400 euro
NAPOLI – Lo scambio di mazzette, ormai, è una vera e propria emergenza in tutta Italia. Teatro della presunta corruzione, stavolta, è l’ospedale Cardarelli di Napoli, il più grande del Sud. Giuseppe Mongirulli, napoletano di 58 anni, funzionario dell’ufficio tecnico del nosocomio, stamane è stato arrestato dopo essere stato colto in flagranza di concussione dalla Guardia di finanza che lo ha sorpreso mentre riceveva una tangente di circa 1000 euro, in piazza Medaglie d’oro al Vomero, da un imprenditore che si era aggiudicato un appalto.
LA «RATA» – Si trattava della «rata» di una mazzetta ben più consistente. Il pubblico ufficiale aveva ricevuto, infatti, nell’arco di pochi mesi, da febbraio a luglio 2009, somme di denaro per un totale di 14.400 euro più tre telefoni cellulari. L’indagine è condotta dai pm Ettore La Ragione e Giancarlo Novelli della sezione «Mani pulite» della Procura di Napoli, coordinata da Francesco Greco.
FILMATO – Gli investigatori hanno accertato che tra l’imprenditore e il funzionario nei giorni scorsi c’erano stati diversi contatti telefonici culminati nell’appuntamento di questa mattina a piazza Medaglie d’oro. L’incontro è stato filmato dalle Fiamme gialle. «Me li ha dati un amico» è stata la difesa a caldo del funzionario. Ma non ha retto. Ora saranno avviate indagini sul patrimonio di Mongirulli per appurare se il funzionario abbia intascato o meno altre mazzette, oltre quelle già note. Per questo motivo sono avvenute perquisizioni sia presso l’ufficio e il domicilio dell’arrestato sia presso un negozio di complementi di arredo gestito dalla moglie.
L’APPALTO – Riguardava la manutenzione della rete informatica e degli impianti radio e audio-video del Cardarelli. Mongirulli era stato designato quale «responsabile unico del procedimento» e direttore dei lavori.
LA DENUNCIA – Dopo che la «dazione» era diventata sempre più alta, fino a diventare insostenibile. Da settembre 2009, l’imprenditore si era venuto a trovare in crescenti difficoltà finanziarie per i ritardi nei pagamenti da parte del Cardarelli. Così Mongirulli aveva chiesto di diventare una sorta di «socio di fatto» nell’appalto, pretendendo la metà dei profitti dell’appalto che lui aveva stimato in 38.500 euro (l’importo complessivo della gara era di 125.600 euro).
Titti Beneduce