Muore bimba, i genitori: in ospedale ci chiamavano “napoletani piagnoni”. Ravenna, la denuncia di una coppia di Afragola: «Infezione sottovalutata». Due medici indagati
Un’infezione forse sottovalutata dai medici che ha portato alla tragedia. Questa l’accusa mossa dai genitori di Luigia, una bimba di tre anni morta all’ospedale di Ravenna dopo che, alcuni giorni prima, i camici bianchi le avevano diagnosticato una banale tonsillite.
DUE INDAGATI – Fatale escalation: dopo le visite dei pediatri, la situazione della piccola, figlia di una coppia di Afragola (Napoli), ma che si è stabilita a Cervia, era peggiorata fino al ritorno, il 19 febbraio, all’ospedale Santa Maria delle Croci di Ravenna dove poi è morta. Un presunto caso di malasanità che, secondo quanto trapela, avrebbe portato all’iscrizione di due medici del registro degli indagati. Si tratta della pediatra che assisteva la bimba e di un medico del pronto soccorso dell’ospedale di Ravenna.
E dire che i genitori durante il calvario per salvare la bambina sarebbero stati apostrofati, secondo quanto riporta Il Mattino, come «i soliti napoletani piagnoni» da un dipendente dell’ospedale.
LA REPLICA DELL’OSPEDALE – La piccola è rimasta due ore in osservazione al pronto soccorso. Poi il trasferimento in rianimazione, dove è morta per arresto cardiaco. I responsabili dell’ospedale affermano che il caso della bambina è stato affrontato «con il massimo scrupolo» e che la bimba era giunta già in condizioni disperate. Quanto all’espressione «napoletani piagnoni» l’Asl ravennate, attraverso il direttore dell’ospedale, Andrea Neri, ha fatto sapere che «sono state sentite tutte le persone che sono venute a contatto con i genitori e nessuna ha riferito dell’episodio. Voglio andare fino in fondo in questa cosa», ma se fosse accaduta «chiedo scusa» perchè «farebbe parte di una cultura che non ci appartiene». Fino ad ora tuttavia «l’unico dato emerso viene dal grande impegno, umano e professionale, con il quale abbiamo assistito la piccola paziente e i suoi genitori. La madre è stata sempre tenuta dentro e adeguatamente informata».
DIFFICOLTA’ RESPIRATORIE – La bambina, ha proseguito Neri, «già il 26 gennaio scorso era arrivata da noi: in quel caso era stata dimessa in buone condizioni con una semplice sindrome gastrointestinale». Sabato «è stata accompagnata verso le 18,35 sotto shock, già in evidenti difficoltà respiratorie. Era fredda e cianotica, abbiamo chiesto pediatra e rianimatore».
COMMISSIONE D’INCHIESTA – La Commissione parlamentare di inchiesta sugli errori sanitari e i disavanzi sanitari regionali, presieduta da Leoluca Orlando, «ha aperto un’ indagine sulla vicenda della bimba di tre anni, Luigia L., morta all’ospedale di Ravenna dopo che, alcuni giorni prima, i medici le avevano diagnosticato una banale infezione alla gola, una tonsillite». «Il presidente Orlando ha chiesto una relazione all’assessore Politiche per la Salute, Giovanni Bissoni, invitandolo a voler fornire ogni utile indicazione al fine di far conoscere lo svolgimento dei fatti e, altresì, a voler far pervenire copia di relazione sull’ispezione che risulta da Lei essere stata prontamente disposta, e che verrà sottoposta all’esame della Commissione per gli ulteriori adempimenti di competenza, eventuali valutazioni e conclusioni sul caso, anche in ordine a specifiche responsabilità individuali», scrive la Commissione.
AUTOPSIA – I genitori, assistiti dall’avvocato Luigi Dulvi, hanno denunciato la vicenda a carabinieri e procura di Ravenna. Il pm Monica Gargiulo, ha disposto l’autopsia che verrà eseguita entro il primo pomeriggio dal medico legale Adriano Tagliabracci di Ancona.
IL SINDACO NESPOLI – «La morte della piccola Luigia mi tocca profondamente ed esprimo alla famiglia il mio sentito cordoglio. Certo, se quanto affermato dai genitori della piccola – e cioè che il caso non è stato affrontato con il massimo scrupolo e seguendo i protocolli che andavano adottati – dovesse trovare riscontro dall’esito delle indagini che, sono certo, saranno avviate, ci troveremmo di fronte ad un ulteriore caso di malasanità e, francamente, diventa difficile ipotizzare un possibile conforto per chi ha perso una figlia di 3 anni senza sapere neanche perchè». Così il senatore Vincenzo Nespoli, sindaco di Afragola commenta con l’Ansa la vicenda della bambina. «La frase razzista che sarebbe stata rivolta ai familiari? Come diceva Albert Einstein, “due cose sono infinite: l’universo e la stupidità umana ma riguardo all’universo ho ancora dei dubbi”», conclude Nespoli.
Redazione online