Di biagio (pdl): «Il voto all’estero è un diritto, non cancro da estirpare». Polemiche politiche sul sistema elettorale all’estero. Il presidente del Senato: «Scandalo da eliminare»
Il presidente del Senato Renato Schifani (Ansa) |
ROMA – Il caso Di Girolamo, il senatore pdl coinvolto nell’inchiesta su corruzione e riciclaggio che ha travolto Fastweb e Telecom Sparkle, ha scatenato un acceso dibattito politico. Il parlamentare è accusato dai magistrati di essere stato eletto tra gli italiani all’estero con i voti della ‘ndrangheta. La questione imbarazza la maggioranza. La decisione del presidente del Senato Renato Schifani di accelerare sulla questione della decadenza di Di Girolamo, convocando l’Aula ancora prima che la Giunta per le autorizzazioni decida sull’arresto o meno del senatore pdl, sembrerebbe dimostrare l’intenzione del Pdl di scaricare il parlamentare coinvolto nell’inchiesta. Alla luce delle accuse mosse al senatore pdl, inoltre, maggioranza e opposizione si interrogano proprio sulla questione più ampia del voto all’estero. Lo stesso Schifani è tornato sull’argomento con parole dure, dicendo che «il voto per corrispondenza è uno scandalo da eliminare. Va cambiata la legge». Sulle intercettazioni Schifani ha poi aggiunto: «Servono nuove regole: urge limite o divieto di pubblicazione». Da parte sua, il presidente della giunta delle elezioni e immunità di Palazzo Madama, Marco Follini (Pd) ci ha tenuto a precisare che «la soluzione da parte della giunta sulla decadenza di Di Girolamo era già stata presa nel gennaio 2009». Secondo Follini tocca ora all’Aula scegliere e non più alla Giunta, che in giornata ha comunque proseguito l’esame della vicenda del senatore inquisito. «Riteniamo che la decisione sul procedimento autorizzativo debba essere celere e debba costituire l’occupazione prioritaria della Giunta. Il possibile revirement sul procedimento che porterebbe alla decadenza del senatore Di Girolamo, che il Presidente del Senato suggerisce di realizzare in tempi egualmente stretti, è in realtà una responsabilità dell’Assemblea, più che della Giunta» ha detto il senatore Francesco Sanna, capogruppo del Pd nella Giunta sulle immunità.
PD – A proposito del voto all’estero, i democratici aprono a Schifani. «È positivo che ci sia accordo nel modificare la legge elettorale per gli italiani all’estero. Il Partito Democratico sostiene da tempo che la modifica è assolutamente improcrastinabile. Noi proporremo un testo in Parlamento e siamo disponibili a confrontarci per arrivare a un ampio consenso» ha dichiarato Francesco Tempestini, capogruppo Pd in commissione Affari Esteri.
LA MAGGIORANZA – La maggioranza è pressoché compatta. «Noi abbiamo detto per primi – ha ricordato il sottosegretario Paolo Bonaiuti -,Maurizio Gasparri, la revisione del sistema elettorale all’estero «si rende indispensabile perché evidentemente quella legge non ha funzionato e va quindi corretta» ma «senza negare la rappresentanza degli italiani all’estero in Parlamento». Va rivista la legge sul sistema elettorale all’estero anche secondo Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl, e secondo il sottosegretario Carlo Giovanardi, che in una intervista parla di «esperimento fallito» e si dice convinto che «gli italiani all’estero devono poter votare, qui o per corrispondenza, ma per deputati e senatori che stanno in Italia». dopo le politiche del 2006, che nelle elezioni degli italiani all’estero è avvenuto di tutto e di più: le schede, per esempio». Per il presidente dei senatori di maggioranza,
«IL VOTO ALL’ESTERO È UN DIRITTTO» – Nella maggioranza però c’è anche chi dissente da Gasparri e Giovanardi. «Il voto all’estero è un diritto, certamente non è un problema nè un cancro da estirpare» ha dichiarato Aldo Di Biagio, Responsabile Italiani nel Mondo del Pdl. «Da come si sta parlando in queste ore, – ha aggiunto – tutti sapevano e tutti preannunciano il marcio nelle elezioni degli italiani nel mondo, un eccesso di saccenza che delude e sposta l’epicentro del problema attuale. Siamo dinanzi ad un presunto reato grave e deplorevole compiuto da un signore, e di conseguenza è necessario ed opportuno che la giustizia faccia il suo corso, ma da qui a condannare tutto il comparto degli italiani nel Mondo e le loro modalità di esercizio di voto mi sembra qualcosa detto giusto per aprire bocca».
«MANTENERE ALL’ESTERO LE CIRCOSCRIZIONI» – Il tema non interessa solo la maggioranza. Secondo il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini «bisogna mantenere le circoscrizioni elettorali fuori dall’Italia perché gli italiani all’estero sono una grande risorsa, tuttavia bisogna rivedere la normativa in senso garantista per evitare rischi di manipolazione dei voti». Al contrario il segretario del Pri Francesco Nucara ritiene che «il voto degli italiani all’estero andrebbe abolito, perché non controllabile». «Se non lo si vuole abolire perlomeno si impedisca il voto per corrispondenza» ha detto Nucara.
IDV – «Da tempo Italia dei Valori insiste sulla necessità di cambiare la legge elettorale per l’elezione dei parlamentari italiani all’estero. In tempi non sospetti è stata depositata una mia proposta di legge per introdurre il voto elettronico e abolire quello per corrispondenza» ha ricordato Antonio Razzi, deputato Idv eletto nella circoscrizione Europa. «Il voto elettronico – ha aggiunto Razzi – è l’unica modalità che permette di scongiurare i brogli elettorali, irregolarità che si sono sistematicamente ripetute sia nelle elezioni del 2006 e quelle del 2008. Se il centrodestra ha intenzione seriamente di modificare il sistema di voto all’estero calendarizzi la nostra proposta di legge e la porti subito in Parlamento».
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