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Caos liste, Berlusconi: temo la reazione della piazza

 

Le Corti d’Appello di Roma e Milano hanno confermato l’esclusione della lista del Pdl per le Regionali in provincia di Roma e della lista di Roberto Formigoni in Lombardia. Tra le ipotesi di un decreto legge ad hoc. Oggi il Pdl in piazza Farnese a Roma

 

 

Furibondo, no: “l’ira non è un sentimento che gli appartiene”. Ma “preoccupato, si”‘. E soprattutto per “le reazioni di piazza che potrebbero esserci da parte del nostro popolo”.
Silvio Berlusconi viene descritto così  da chi ha partecipato alle riunioni di ieri sera a Palazzo Grazioli, per ciò che accade attorno alle elezioni regionali. Il premier, insomma, non parla apertamente di ‘democrazia a rischio’, ma guarda con più attenzione ai rischi che “elezioni falsate” portano in dote: la ‘ribellione’ alle ingiustizie e la ‘protesta’ contro i diritti negati.

Il Pdl ora, Forza Italia prima – è il ragionamento riferito – mai hanno cercato nella piazza un consenso o un’attenzione che le urne non hanno riservato loro. “Ma adesso, davanti ad un evidente disegno contro di noi – spiega chi ha visto il premier – o la soluzione viene dalla politica, prima ancora che dal Tar, o non so come andrà a finire…”. Nelle discussioni a Palazzo Grazioli, più di una volta sarebbero stati richiamati casi di riammissioni di liste “al limite della decenza” e “tutte a senso unico” confrontati con i casi – più eclatanti – di Lazio e Lombardia, ma anche – “più inquietanti” – come quello della lista di ‘disturbo’ di Cota in Piemonte.

Ancora al centro dell’attenzione e della tensione politica il caos liste dopo la bocciatura di Formigoni e l’esclusione del Pdl nel Lazio.
La maggioranza in queste ore studia diverse ipotesi per uscire dal “pasticcio” come lo definisce il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Tra le proposte prese in considerazione anche quella di un decreto legge nella doppia configurazione o di norma interpretativa delle attuali regole sulla messa a punto delle liste o di misura che modifica i termini della loro presentazione. Ipotesi comunque assai difficili da mettere in pratica visti e considerati alcuni dati oggettivi come la decisa contrarieta’ dell’opposizione e i forti dubbi del Quirinale verso tale soluzione. Dubbi che in qualche modo il Colle ha confermato ieri sera dopo che Giorgio Napolitano da Bruxelles, dove si trova in visita ufficiale, aveva parlato di un “pasticcio” liste.

Insomma, il caos elettorale arroventa il clima nel centrodestra. Nel pomeriggio è previsto un sit in del Pdl in piazza Farnese a Roma. E non si placano le polemiche dopo le affermazioni del ministro Ignazio La Russa che si è detto pronto a tutto. Piuttosto che impedirmi di presentare le liste “mi avrebbero dovuto arrestare” ha dichiarato. E prime delle decisioni delle Corti d’Appello di Roma e Milano aveva affermato: “Non vorrei fare la parte dell’eversivo ma lo dico chiaro e tondo: noi attendiamo fiduciosi i verdetti sulle nostre liste, ma non accetteremo mai una sentenza che impedisca a centinaia di migliaia di nostri elettori di votarci alle regionali. Se ci impediscono di correre siamo pronti a tutto”.

Feltri: il Pdl ha sbagliato, non può prendersela con nessuno. Il direttore de “Il Giornale”, intervistato da SKY TG24, ha commentato il caos liste nel Lazio: “Ci sono delle regole precise, se si sbaglia non si può recriminare”. E sulle polemiche all’interno del Pdl dice: “Chi rema contro deve lasciare la barca”

 

 

Il direttore de “Il Giornale”, Vittorio Feltri, ascoltato telefonicamente da SKY TG24 ha commentato con durezza il “pasticciaccio brutto” che sta sconvolgendo le elezioni regionali nel Lazio: “Al di là delle voci di sabotaggio è innegabile che ci siano stati degli errori. E quando si sbaglia è inutile accampare scuse. Ci sono delle regole da rispettare che la politica stessa si è data”. Tornando invece sulla polemica tutta interna al Pdl tra il presidente della Camera, Gianfranco Fini, e quello del Consiglio, Silvio Berlusconi, il direttore non fa sconti all’ex segretario di An: “Si era capito già sei o sette mesi fa che questo partito a Fini andava stretto. Io in prima persona in alcuni articoli avevo sottolineato questa situazione.  Dopo quegli articoli qualcuno mi accusò di seminare discordia”. Infine Feltri invita il presidente della Camera a fare outing: “ Sarebbe ora che Fini ufficializzasse la situazione. Nessuno è obbligato a stare con altri se la cosa non funziona. Il Pdl è un’organizzazione che va certamente migliorata, anche se il Presidente del consiglio è contento di quello che c’è. Ma è evidente che non si può tenere su una barca uomini che remano contro”.

Caos liste, Berlusconi: temo la reazione della piazzaultima modifica: 2010-03-04T11:17:00+01:00da
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