Le indagini sulle pressioni per bloccare “annozero”. Berlusconi: «ridicolo e grottesco». Il Guardasigilli: «Inchiesta evidenzia patologie». Fonti giudiziarie smentiscono le notizie sul direttore del Tg1
Il ministro Alfano |
ROMA – Un’ispezione ministeriale negli uffici giudiziari di Trani: Angelino Alfano annuncia la sua decisione all’indomani delle rivelazioni sull’inchiesta dei magistrati pugliesi a proposito di presunte pressioni del premier, Silvio Berlusconi, per bloccare Annozero (il capo del governo sarebbe indagato per concussione assieme al commissario dell’Agcom, Giancarlo Innocenzi). Fonti giudiziarie parlano invece di «fantasiosa ricostruzione giornalistica» in merito all’iscrizione nel registro degli indagati del direttore del Tg1, Augusto Minzolini. Già venerdì fonti investigative avevano escluso che fossero pendenti dinnanzi al gip richieste di misure interdittive sia per Berlusconi che per Innocenzi, a carico dei quali sarebbero in corso le indagini. Le stesse fonti specificano che il pm Michele Ruggero era in procinto di inviare al giudice Roberto Oliveri Del Castillo richieste di interdizioni dopo aver ricevuto il 5 marzo dalla Guardia di finanza i verbali di trascrizioni di tutte le intercettazioni telefoniche. Dopo le rivelazioni pubblicate venerdì da Il fatto quotidiano non si sa se il pm abbia ancora intenzione di inviare al gip le richieste cautelari.
ALFANO– «L’inchiesta di Trani, il cui contenuto non conosco nel merito – ha dichiarato il ministro della Giustizia a margine di un incontro che si è svolto all’ospedale di Agrigento – evidenzia almeno tre gravissime patologie che sono chiare anche allo studente che affronta all’università l’esame di procedura penale. E cioè: un problema gravissimo di competenza territoriale, un secondo problema di abuso delle intercettazioni, e un terzo che riguarda la rivelazione del segreto d’ufficio». «Oggi stesso invierò gli ispettori a Trani per andare a verificare cosa è successo – ha annunciato il Guardasigilli. – Ovviamente senza interferire nell’indagine, potere che non mi compete, ma soltanto per capire come possano verificarsi queste gravi patologie».
BERLUSCONI – Lo stesso Silvio Berlusconi commenta l’inchiesta di Trani, ma per dire che «mi occupo di cose serie, non di cose ridicole e addirittura grottesche». «Per quanto concerne la Rai – continua il presidente del Consiglio durante un collegamento con il Tg4 – posso dire che ho sempre ritenuto inaccettabile, come lo ritengono inaccettabile tutte le persone di buon senso, che si sottopongano a processi in tv delle persone che sono già sotto processo davanti ai giudici e che si accusano in tv di tutto con ferocia e senza dare loro la possibilità di difendersi. E ho sempre chiesto a destra e a manca che si facessero esposti in tal senso all’autorità apposita per le comunicazioni perché assumesse gli opportuni provvedimenti». «A 15 giorni dal voto – aggiunge il premier, criticando la manifestazione dell’opposizione – questa magistratura sta intervenendo gettando fango su di noi e dettando i tempi e i temi della campagna elettorale. Questo in una democrazia è inaccettabile».
I DEMOCRATICI – Opposta la posizione del Partito democratico, che torna ad accusare il premier: «Le notizie trapelate sulla inchiesta della magistratura di Trani – afferma l’esponente del Pd Marina Sereni – creano grande sconcerto e rafforzano la preoccupazione per la libertà di informazione nel nostro paese. Se davvero il Presidente del Consiglio ha investito un consigliere dell’Authority sulle comunicazioni e successivamente il direttore generale della Rai per impedire la messa in onda di trasmissioni scomode, saremmo di fronte ad un fatto gravissimo, che conferma l’allergia di Berlusconi a un sistema di informazione libera, di inchiesta, pluralista». «Anche per questo oggi saremo in piazza a Roma e chiederemo agli elettori di far pesare nelle urne il 28 marzo il giudizio sull’azione del governo, incapace di rispondere a problemi dei lavoratori, dei disoccupati, delle aziende e delle famiglie che soffrono le conseguenze della crisi economica».
Redazione online