Gli ottavi di champions league. La squadra di Mourinho difende a Londra la vittoria per 2 a 1 dell’andata. Il tecnico torna da ex.
LONDRA – Una passeggiata nel verde di Hyde Park. Per rilassare i muscoli, scacciare la tensione e allontanare le polemiche. L’Inter di Mourinho si prepara alla partita clou della stagione con un imperativo: nervi saldi. Perché la sfida con il Chelsea, dopo la vittoria di misura dell’andata (2-1), sarà una partita per cuori forti. E anche perché le polemiche tra il tecnico portoghese e il ribelle Balotelli (rimasto a casa per «scelta tecnica») non devono assolutamente distrarre l’ambiente. Contro la squadra di Ancelotti è vietato sbagliare. I nerazzurri, che in campionato sono reduci da un’inattesa crisi di risultati (il Milan è arrivato a -1, riaprendo di fatto la lotta scudetto), hanno l’obbligo di concentrarsi su quello che è sempre stato il principale obiettivo della stagione. Un altro fallimento europeo scatenerebbe nuovi e aspri processi; la qualificazione ai quarti, al contrario, riaccenderebbe quegli entusiasmi che nelle ultime settimane (tra liti nello spogliatoio, accuse agli arbitri e prestazioni deludenti) si sono un po’ sopiti.
LE SFIDE – Una cosa è certa: servirà una grande Inter. Non certo quella di Catania. Non certo quella delle ultime giornate di serie A. Lo «Special One» lo ha ripetuto spesso: in Europa si va avanti curando i particolari. E i particolari stanno nelle mille sfide che si accenderanno allo Stamford Bridge (fischio d’inizio alle 20 e 45, arbitra il tedesco Wolfgang Stark): Milito contro Drogba, Eto’o (o Pandev) contro Anelka, Cambiasso contro Lampard, Lucio contro Terry, Motta contro Ballack, Snejder contro Mikel. E, ovviamente, Mourinho contro Ancelotti.
OLTRE I QUARTI – Il tecnico portoghese, che torna in Inghilterra da ex, carica i suoi: «Darò tutto quello che posso per influenzare la mia squadra. Ho visto e rivisto sette volte il video della partita d’andata, stoppando e mandando indietro». Il massimo, insomma, per preparare al meglio questa «piccola finale». Mou parla dello stadio, della città, dei tifosi e dei giocatori che erano con lui ai tempi del Chelsea. «Emozionato? Certo. Non confondete il mio controllo emotivo con la mancanza di voglia di vincere», avverte l’uomo che ha vinto due Premier League e tutte le coppe nazionali con i Blues fermandosi due volte in semifinale di Champions. Ma attenzione: «Per me – chiarisce – non sarebbe speciale eliminare il Chelsea, quanto portare l’Inter oltre la barriera dei quarti a cui si è fermata negli ultimi anni». Sconfiggere il tabù. Rendere «speciale» l’Inter anche in Europa.
Redazione online