Informati Subito

Bimbo morto, fermati madre e compagno “Raptus della follia dovuto all’uso di coca”

 

La coppia ha ammesso l’uso di droghe ma si è detta innocente. e lui accusa lei. La posizione degli inquirenti sull’omicidio a Genova di Alessandro, seviziato e ucciso a soli otto mesi

 

Posto sotto sequestro il monolocale dove si ì consumato l’infanticidio (Ansa)

GENOVA – Un raptus della follia dovuto all’uso di cocaina: sarebbe questo, secondo gli inquirenti, il movente dell’omicidio di Alessandro, il bimbo di otto mesi morto martedì a Genova a causa di un trauma cranico. Per il decesso del piccolo, sono stati arrestati nella notte, con l’accusa di omicidio volontario, la madre del bambino, Katerina Mathas, disoccupata 26enne, e il suo compagno, Gian Antonio Rasero, di 34 anni, broker alle dipendenze di un’agenzia di yacht, entrambi genovesi. L’uomo non è il padre del bambino. La coppia ha ammesso di aver fatto uso di sostanze stupefacenti ma ha negato, nel corso dell’interrogatorio, di aver commesso il delitto. Rasero tuttavia ha puntato il dito contro la madre del bambino. «Mi sono svegliato e ho visto Katerina che sbatteva il figlio a terra. Mi ha detto che era tutto a posto, mi sono fidato», ha raccontato il 34enne. Secondo quanto emerso, inoltre, sul corpo del piccolo sono state riscontrate fratture plurime sulla parte posteriore del cranio, bruciature da sigaretta in un padiglione auricolare, e lividi sul collo, provocati probabilmente da pizzicotti. Dai riscontri effettuati dalla squadra mobile, risulta che Alessandro era rimasto con la madre ed il suo compagno dalla sera prima, fino all’arrivo al pronto soccorso. Non è ancora chiaro chi dei due abbia compiuto materialmente il gesto, ma gli investigatori ritengono certo il coinvolgimento di entrambi nell’infanticidio. È possibile che la donna, che nel corso dell’interrogatorio si è professata innocente, abbia rimosso l’accaduto, e questo potrebbe essere dovuto sia all’uso della droga, sia alla gravità del fatto. «È un delitto efferato che lascia una traccia in noi» ha detto il questore di Genova Filippo Piritore. «Le dichiarazioni rilasciate dai due arrestati ci lasciano perplessi e devono essere approfondite», ha aggiunto.

ESAMI TOSSICOLOGICI – Il medico legale genovese Marco Salvi sta lavorando ad una vera e propria «carta di identità genetica» di Katerina Mathas e del compagno. I due sono stati sottoposti a prelievi di sangue, delle urine e del Dna, per stabilire quando sia avvenuta l’assunzione di sostanze stupefacenti. Il pm Marco Airoldi, titolare dell’inchiesta, ha concesso quindici giorni per depositare i risultati di questi esami. Per il momento il magistrato non ha ancora presentato richiesta di convalida dell’arresto dei due.

AVEVANO CONSUMATO COCAINA – Durante il lungo interrogatorio condotto dal pm e dal capo della sezione omicidi della Squadra Mobile di Genova, Katerina e il compagno, ora rinchiusi nelle carceri di Marassi e di Pontedecimo, avrebbero dichiarato di avere consumato cocaina la sera prima del decesso del piccolo, di essersi addormentati e di aver trovato il bambino ferito al loro risveglio. Avrebbero tentato di soccorrerlo, portandolo al pronto soccorso del Gaslini. I medici, insospettitisi immediatamente per le lesioni riscontrate sul corpo del bambino, hanno segnalato il decesso agli agenti di polizia all’interno dell’ospedale. I due giovani sono stati allora avvicinati dagli investigatori della sezione omicidi della Mobile genovese e condotti in questura, dove sono stati sottoposti a serrati interrogatori tesi a ricostruire le ultime ore di vita del bambino. Nella notte, l’arresto. La piccola salma è stata trasferita all’istituto di medicina legale dell’ospedale San Martino di Genova dove sarà sottoposta ad autopsia.

LUI ACCUSA LEI – «Mi sono svegliata e mio figlio giaceva lì immobile. Non so che cosa sia successo, io non ho fatto nulla» avrebbe detto quasi subito la donna, secondo quanto riporta Il Secolo XIX. Tra le righe, una accusa implicita nei confronti del compagno. Il silenzio impenetrabile di lui, incrinato solo dall’ammissione dell’uso di cocaina, si sarebbe poi rotto solo a notte fonda: «Mi sono svegliato e ho visto Katerina che sbatteva il figlio a terra. Mi ha detto che era tutto a posto, mi sono fidato».

LA SEGNALAZIONE – Il piccolo Alessandro era stato trasportato nella tarda mattinata di martedì dalla coppia al pronto soccorso dell’ospedale pediatrico Gaslini con un grave trauma cranico. Era già morto, ma i sanitari avevano tentato una disperata manovra di rianimazione che non aveva dato esito positivo. Constatato che la ferita non era compatibile con una caduta (di caduta aveva parlato inizialmente la madre del bambino), i medici avevano avvertito la polizia. Katerina Mathas, che risiede con i genitori nel quartiere di San Fruttuoso, aveva trascorso la notte nel monolocale preso in affitto un paio di mesi fa da Rasero in un lussuoso residence di Nervi.

Redazione online

Bimbo morto, fermati madre e compagno “Raptus della follia dovuto all’uso di coca”ultima modifica: 2010-03-17T16:18:04+01:00da
Reposta per primo quest’articolo