L’inizio della causa risale a tre anni fa. Margherita sosteneva che le fosse stata nascosta una parte del patrimonio
A sinistra Margherita Agnelli e sua madre Marella durante i funerali di Gianni Agnelli |
TORINO – Il giudice torinese Brunella Rosso ha rigettato l’azione legale portata avanti da Margherita Agnelli de Pahlen per l’eredità del padre, l’avvocato Gianni Agnelli. Il Tribunale ha dichiarato inammissibili tutti i 48 capitoli di prova dedotti da Margherita Agnelli, respingendo tutte le istanze di esibizione di documenti proposte dalla figlia dell’Avvocato.
GLI AVVOCATI: «VALUTEREMO IL RICORSO» – «Le sentenze si rispettano, ma se non convincono s’impugnano» hanno replicato i legali di Margherita Agnelli a proposito della sentenza del Tribunale di Torino. «Leggeremo con attenzione – affermano gli avvocati Andrea e Michele Galasso e Paolo Carbone – le motivazioni della decisione e valuteremo la proposizione di un atto d’appello».
TRE ANNI FA L’INIZIO DELLA CAUSA – L’inizio della causa risale a tre anni fa quando Margherita aveva citato in giudizio la madre, donna Marella, Gianluigi Gabetti, Franzo Grande Stevens e Siegfrid Maron, in quanto collaboratori dell’Avvocato, ritenendo che le fosse stata nascosta una parte del patrimonio del padre. Il Tribunale, oltre a rigettare la causa, ha anche condannato Margherita Agnelli al pagamento delle spese processuali, che ammontano a 32mila euro.
(Redazione online)
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