SFIDE/«CIAO DARWIN> OTTIENE IL 28% DI SHARE CONTRO LO SHOW DI RAIUNO (18%). «Ma in tv c’è troppa ipocrisia, cacciano chi va fuori dal coro»
Paolo Bonolis a «Ciao Darwin» (IPP) |
MILANO— «È un programma vintage che funziona ancora». Con tono scanzonato Paolo Bonolis commenta i dati d’ascolto di venerdì sera. Ciao Darwin» (sesta edizione in 12 anni) su Canale 5, è stato seguito da 6.346.468 telespettatori (share del 28,01%); mentre su Raiuno «Ciak si canta» con la coppia Pupo-principe Emanuele Filiberto è stato visto da 4.346.049 telespettatori (18,9% di share). Dieci punti di distacco.
Il vintage piace davvero, Bonolis!
«A me piace sperimentare cose nuove, ma Mediaset vuole così. Hanno ragione loro».
Lei ha definito « Ciao Darwin» un programma goliardico, carnevale dell’anima. Per questo ha vinto?
«È divertimento allo stato puro. Non c’è nè riflessione nè intento educativo».
Un divertimento «caciarone»: corpi, battute grasse…
«Vero. Un divertimento che punta tutto sull’istinto, su quella parte “sbracata” che c’è in ciascuno di noi. Ma se si dice fin dall’inizio: “sto scherzando”, questo non può fare male a nessuno».
In questo caso ha fatto male al povero Principe..
«Qualche volta può andare bene, qualche volta male. Lui ci sta provando. Io gli dò il benvenuto, la tv non è il mio regno».
Parlare di regno con Emanuele Filiberto… Le piace?
«Non sono monarchico e non credo nel sangue blu a parte quello dei puffi. Perché definirlo principe se non c’è il regno? Non lo conosco, mi sembra perbene però».
Mezza Italia l’ha criticato.
«Meglio sarebbe se l’attenzione venisse riservata a cose più importanti».
Forse per questo ha aggiunto la parola regressione al titolo del programma?
«Si, è una deriva preoccupante. Consiglio la lettura del libro di Umberto Galimberti “I miti del nostro tempo”».
Cosa la spaventa?
«Non c’è più giusto o sbagliato, ma solo conveniente».
Lei ha appena vinto l’Oscar tv per «Chi ha incastrato Peter Pan».
«La ludica bellezza dei bambini. Una meraviglia».
Ora sono tanti i programmi con i bimbi. Una deriva pericolosa anche questa…
«C’è una differenza: da noi ci sono solo piccoli che non sanno fare niente. E a me quelli piacciono. Altrove vedo gare, bambini che hanno già scelto una strada».
Forse ci vorrebbe il candore dei bambini per commentare il caso Morgan e Busi. Sente aria di censura?
«È l’ipocrisia del mondo. Quello che hanno dovuto passare Morgan, Busi, ma pure Bigazzi è grottesco. Chi sottolinea la presenza di problemi viene cacciato. Meglio eliminare chi parla della droga che non eliminare i motivi che portano a drogarsi. Chi parla di omofobia viene mandato via, poi fa niente se in questa società essere omosessuale è ancora una fatica».
Tra una settimana si vota: ne sono successe di tutti i colori nell’ultimo mese.
«L’ironia è un ottimo antibiotico, ma non è giusto esorcizzare tutto con una risata».
Rifarebbe il Festival di Sanremo per la terza volta?
«Se avessi una buona idea sì. È un evento: se lo affidi ogni volta a personaggi diversi non morirà mai. Quelli che ho amato di più? I Festival di Fabio Fazio e Chiambretti».
È vero che condurrà il «Grande fratello»?
«Non lo condurrei mai, non è nelle mie corde. È perfetta Alessia Marcuzzi».
A «Ciao Darwin» la sfida era tra il mondo dei reality e quello dei lavoratori. Vederli lì quei ragazzi figli del GF faceva un po’ tristezza. Quanti sogni infranti…
«Non esageriamo! Hanno giocato le loro carte. A qualcuno è andata bene a qualcuno è andata male».
Maria Volpe