La capitale russa sconvolta da attentati gemelli che hanno devastato le stazioni di Lubyanka e di Park Kulturi. Le vittime accertate sono almeno 40, in un bilancio destinato a salire. Attivata l’unità di crisi della Farnesina.
Risveglio tragico per Mosca, dove due esplosioni si sono verificate, a distanza di quaranta minuti l’una dall’altra, nelle stazioni metro di Lubyanka e Park Kulturi. Sono almeno quaranta le persone decedute, mentre decine quelle rimaste ferite in un bilancio che rischia drammaticamente di salire. Le prime informazioni parlano di attacchi kamikaze con tritolo.
Gli attentati sono avvenuti lungo la linea rossa Sokolniceskaia, che taglia in diagonale la capitale russa da nord est. La prima esplosione ha devastato il secondo vagone di un treno alla fermata del metrò di Lubyanka, vicino al quartier generale del principale servizio di sicurezza interno russo (Fsb) verso le 5.56 ora italiana, uccidendo 23 persone. Un altro scoppio ha distrutto il secondo vagone di un treno in attesa alla stazione del metrò di Park Kultury alle 6.37 ora italiana, uccidendo altre 14 persone, come riferito da una portavoce del ministero delle Emergenze, precisando che ci sono state vittime sia sul treno che sul marciapiede della stazione. “Due donne terroriste hanno causato queste esplosioni”, ha detto ai giornalisti il sindaco di Mosca Yuri Luzhov.
Nessuno al momento ha rivendicato gli scoppi ma i sospetti ricadono verosimilmente su gruppi del Caucaso settentrionale russo, dove Mosca sta combattendo una crescente rivolta di matrice islamica, ma non si esclude nemmeno l’estremismo di destra. L’attentato è il più grave nella capitale russa da quando nel febbraio 2004 un attentatore suicida uccise almeno 39 persone, ferendone più di 100, in un’esplosione su un treno del metrò, attribuita ai separatisti ceceni.
La città è precipitata nel panico: il traffico è in tilt, intere aree sono circondate dalle forze di polizia e gli elicotteri sorvolano il centro anche per evacuare i feriti. Nel tam tam delle voci da Mosca, si è diffusa anche la notizia, non confermata, di altre due esplosioni altrettante stazioni della metropolitana. L’Agi lancia la notizia di esplosivo trovato in una terza stazione.
L’ Unità di crisi della Farnesina, tramite l’ambasciata italiana a Mosca, ha avviato i controlli per verificare l’eventuale coinvolgimento di connazionali nelle due esplosioni.
La metropolitana di Mosca; che ha una rete di 300 km, con 12 linee e 180 stazioni, trasporta ogni giorno oltre 5 milioni di passeggeri. La fermata Lubianka dove c’è stato il primo attentato, si trova a poche centinaia di metri dall’omonima piazza, dove è ubicata la sede storica dei servizi di sicurezza, l’Fsb (l’ex Kgb).
Era da sei anni che non si verificavano attentati terroristici nella metro di Mosca: l’ultimo risale al 31 agosto 2004, alla vigilia della presa degli ostaggi di Beslan, quando una donna kamikaze si fece esplodere di pomeriggio, in un’ora di punta, all’esterno della stazione Riskaia, causando la morte di 10 passanti. Nel febbraio dello stesso anno, un altro kamikaze si fece esplodere al mattino, sempre nell’ora di punta, nel tratto tra Avtozavodskaia e Paveletskaia, causando la morte di 41 persone.
Parla Vladimir Markin, rappresentante del Procuratore della Federazione Russa: