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Il sindaco chiude la centrale La Procura indaga per omicidio

L’INCIDENTE NELL’IMPIANTO DI TORREVALDALIGA. La decisione nel giorno dello sciopero degli operai per ricordare Sergio Capitani, 34 anni, morto sabato

 

La centrale Enel di Civitavecchia (Ansa)

ROMA – Il sindaco Giovanni Moscherini ha deciso la chiusura della centrale di Torrevaldaliga Nord, a Civitavecchia. Nel giorno dello sciopero dei lavoratori per commemorare Sergio Capitani, il collega 34enne morto nell’incidente avvenuto sabato scorso il primo cittadino ha preso un provvedimento che rende omaggio alle morti bianche. Gli operai riuniti nella sala consiliare hanno accolto con soddisfazione la decisione del sindaco facendo un lungo applauso anche come segno di solidarietà per il collega scomparso. L’Enel prende atto della decisione del primo cittadino e intanto la Procura di Civitavecchia indaga per omicidio colposo 10 dirigenti dell’azienda. La procedura è un atto dovuto in quanto la magistratura ora deve accertare se ci sono responsabilità penali e chi debba risponderne.

Il sindaco Giovanni Moscherini (Ansa)

CHIUSURA PER LE VERIFICHE – Il sindaco Moscherini ha spiegato che l’ordinanza di chiusura della centrale Enel di Torrevadaliga è condivisa dal sindaco di Tarquinia e dalla Provincia di Viterbo insieme con i rappresentanti della Provincia di Roma che hanno partecipato all’incontro di martedì pomeriggio. L’ordinanza dunque porterà ad un periodo di chiusura dell’impianto per il tempo necessario alle verifiche, che il sindaco ha definito «a freddo»: i controlli che saranno fatti mentre la centrale non è in funzione. Lo stabilimento sarà poi riaperto con decisione che spetterà anche all’Inail e all’Asl quando i tecnici istituzionali «avranno finito il loro lavoro e avranno tutto il tempo per farlo». Successivamente partirà una seconda fase «a caldo» con riattivazione della produzione. Moscherini ha poi spiegato che da mercoledì partiranno inoltre tutte le procedure necessarie per venire incontro ai lavoratori, tra cui anche la cassa integrazione, che saranno predisposte con accordo sindacale. «Qualora l’indagine dovesse accertare – ha aggiunto Moscherini – una responsabilità diretta di Enel il Comune, insieme al Comune di Tarquinia, ha deciso di costituirsi parte civile».

Gli operai in sciopero (Ansa)

LO SCIOPERO -Braccia incrociate, cartelli e striscioni di protesta. In silenzio. Lo sciopero di otto ore dei lavoratori è iniziato la mattina di martedì. Gli operai della centrale, tra il dolore e la rabbia, hanno protestato per le carenze della sicurezza con uno sciopero proclamato dalle segreterie territoriali di Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil. I sindacati si dicono «stanchi di denunciare le situazioni di pericolo. Queste tragedie devono essere evitate mediante una completa riorganizzazione del lavoro e delle relative procedure di sicurezza».

LA CHIUSURA E LA CASSA INTEGRAZIONE – Gli operai coinvolti dalla chiusura della centrale sono circa 1.500 di cui 1.100 lavorano per le ditte appaltatrici e circa 350 direttamente per Enel. Il sindaco ha spiegato che proprio sul versante ditte subappaltatrici sarà condotta una verifica parallela per accertare che non ci siano abusi e per verificare anche se il livello salariale sia adeguato. Nel periodo di chiusura della centrale «utilizzeremo gli ammortizzatori sociali, probabilmente la cassa integrazione, per garantire un reddito ai lavoratori» ha detto il sindaco.

GLI ALTRI OPERAI FERITI – Per giovedì invece è stata disposta l’autopsia sul corpo della vittima che dovrebbe aiutare a chiarire la dinamica dell’accaduto sulle cui cause è in corso l’indagine disposta dalla Procura di Civitavecchia e condotta dai carabinieri. Per quanto riguarda gli altri tre operai rimasti feriti, per fortuna in maniera non grave ma che comunque hanno riportato lievi ustioni, uno è stato dimesso dall’ospedale martedì, gli altri due torneranno a casa a breve. Nei giorni di ricovero i tre uomini sono stati costantemente assistiti dai familiari che, insieme ai medici, li hanno aiutati a superare le conseguenze psicologiche dell’incidente e della morte del loro giovane collega.

LA RICOSTRUZIONE DELL’INCIDENTE – Come sosteneva l’Enel – che ha avviato un’indagine interna – l’incidente «non è stato causato dallo scoppio di una tubazione» bensì «da una fuoriuscita di acqua e ammoniaca. Il flusso è uscito da un tubo aperto da entrambi i lati sul quale la squadra di tecnici stava intervenendo per rimuovere una ostruzione». Gli inquirenti, infatti, avrebbero escluso qualsiasi esplosione della condotta di portata dell’ammoniaca. La ricostruzione della dinamica dell’incidente costato la vita a Capitani, dipendente della ditta Guerrucci, ribadisce che si sarebbe verificata un’apertura improvvisa della tubazione che ha prodotto la fuoriuscita con violenta pressione l’ammoniaca mista ad acqua. Il getto ha colpito direttamente la vittima togliendogli, per la potenza, le protezioni da dosso (la maschera tipo maschera anti-gas) e scaraventandola addosso ad un palo sul quale ha battuto la testa. Scartata, dunque, l’ipotesi di uno scoppio: l’incidente sarebbe legato al cedimento di una giuntura della tubazione che sembra fosse parzialmente otturata.
Le indagini devono fare luce anche sul rispetto delle procedure e degli standard di sicurezza e su eventuali responsabilità di terzi. Alcuni indizi potrebbero venire dall’esame autoptico della vittima disposto dal magistrato, che si terrà giovedì 8 aprile a Roma. Intanto i carabinieri hanno fatto i primi rilievi, iniziato ad ascoltare i testimoni e a raccogliere elementi utili all’inchiesta. Questa è la terza morte bianca registrata nella centrale.

Redazione online

Il sindaco chiude la centrale La Procura indaga per omicidioultima modifica: 2010-04-06T19:23:18+02:00da
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