Revolving – Bloccata Coin-Fiditalia dopo le nuove Amex. Mossa dei consumatori: tassi usurai
MILANO — Una «poderosa » class action. Le associazioni dei consumatori affilano le armi contro le società che emettono carte revolving. E promettono, appunto, di ricorrere a un’azione legale di massa «poderosa», per dirla con Elio Lannutti, presidente dell’Adusbef, associazione per la difesa degli utenti dei servizi bancari e finanziari. Anche il Codacons sta studiando la possibilità di una class action «a tutela di tutti gli utenti italiani vittime dei tassi usurari», gente che, dice il presidente dell’associazione Carlo Rienzi, «gioca la parte della preda da sbranare.
Certo è che la decisione della Banca D’Italia di bloccare l’emissione di tutte le carte American Express nel nostro Paese apre la strada alla possibilità di cause collettive per ottenere il risarcimento dei danni. Subiti in particolare dai possessori delle «revolving», le carte di credito al consumo che consentono di spendere e pagare poi il debito a rate. Con un dettaglio: interessi di mora a tassi da usura nel caso in cui non si rispetti la scadenza della rata mensile. Ed è proprio dalla rata non rispettata di un utente (un finanziere di Molfetta) che è scattato l’allarme, poi l’inchiesta della procura di Trani e ora il blocco di Bankitalia. Che l’Antitrust potrebbe estendere ora a tutte le altre carte dalle modalità di spesa simili alle revolving.
La stessa Bankitalia nei mesi scorsi ha deciso di sospendere (senza nessuna inchiesta penale sullo sfondo, com’è invece avvenuto nel caso America Express) sia l’emissione di carte Diners sia — ed è noto soltanto da ieri —la commercializzazione della carta di credito Coin-Fiditalia, denominata Coincard: una carta revolving con una linea di credito da 1.000 a 3.000 euro. Le irregolarità rilevate sul caso Coincard hanno generato multe per tutte e due le società: Coin 90 mila euro, a Fiditalia 130 mila. «Bene ha fatto Bankitalia con queste sospensioni ma adesso dovrebbe ampliare le indagini oltre la Puglia» chiede l’associazione Adiconsum che invita i consumatori, in caso di tassi usurari, a presentare ricorso all’arbitro bancario finanziario della Banca d’Italia. E poi c’è Federconsumatori. Che studia «eventuali azioni future» e invoca un intervento urgente dell’Antitrust: «Che prenda in esame tutte le società che emettono carte di credito e prenda i necessari provvedimenti contro chi fa pubblicità ingannevole e promuove offerte poco trasparenti». Federconsumatori vorrebbe anche che il governo riaprisse «i lavori della Commissione Pinza per promuovere la correttezza, la trasparenza e la legalità nel settore del credito al consumo ».
Difficile per il presidente dell’Antitrust Antonio Catricalà non sentire le pressioni del mondo dei consumatori. Sul suo tavolo arrivano da più parti richieste di intervento per bloccare questo o quel prodotto finanziario. Lui ricorda che sono già 15 le aziende condannate per irregolarità nell’erogazione di finanziamenti al consumo. «Dall’anno scorso — dice — abbiamo chiuso 7 istruttorie, per un totale di 3.150.000 euro di multe ». E plaude all’intervento di Bankitalia: a quelle sette pagine durissime contro American Express. Pagina due, per esempio. Si legge che in materia di usura, antiriciclaggio e trasparenza «i presidi organizzativi di controllo interno si sono rivelati del tutto inadeguati e non in grado di prevenire o rilevare il mancato rispetto delle norme». Poche righe prima c’è scritto che «nel complesso l’esercizio delle funzioni di supervisione strategica e di gestione è risultato carente». Per le revolving si parla di «assenza di procedure e controlli adeguati che ha determinato frequenti superi del tasso di soglia ». Ancora: «Sono emerse diffuse anomalie relative agli adempimenti in materia di pubblicità e di comunicazione ai clienti». A leggerle tutte in fila, quelle sette pagine sembrano una requisitoria.
Giusi Fasano