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«Bergamo, c’è un regalino per te»

Calciopoli – Il figlio dell’ex capitano nerazzurro: inaccettabile falsificazione. La difesa di Moggi produce una telefonata tra Facchetti e il designatore

 

NAPOLI — Alla fine il colpo di scena è al contrario. Le telefonate inedite ci sono e si sapeva, i difensori di Moggi ne chiedono l’acquisizione — per ora solo di 75 ma dicono che ce ne saranno altre — e pure questo si sapeva, il tribunale è favorevole e la Procura non si oppone, ma nemmeno queste sono sorprese. La notizia semmai viene da tutt’altra parte rispetto al tribunale di Napoli dove ieri mattina si è svolta l’udienza del processo Calciopoli più affollata di sempre. La novità viene dall’apertura dell’inchiesta della Procura della Federcalcio, che chiederà al tribunale di Napoli la trasmissione dei nuovi atti e indagherà sul contenuto delle telefonate appena acquisite, in cui ci sarebbero conversazioni di dirigenti di Inter, Roma e di altre società.

Ma è un altro il colpo di scena all’incontrario. E lo fa venir fuori un uomo che con Calciopoli non c’entra niente e vuole che nemmeno il nome di suo padre venga tirato in mezzo a questa storia: è Gianfelice Facchetti, figlio del grande Giacinto, a spegnere la luce della ribalta mediatica messa in piedi dall’entourage di Luciano Moggi. Quando viene a sapere che in tribunale l’avvocato Paolo Trofino, per dimostrare che anche l’Inter telefonava ai designatori e parlava anche di «griglie » (il tris di nomi tra i quali sorteggiare l’arbitro di ogni partita), cita una conversazione tra Facchetti e Bergamo in cui — sostiene l’avvocato — il primo dice all’altro: «Metti dentro Collina», Gianfelice detta alle agenzie una dichiarazione in cui parla di «grave, vergognosa e inaccettabile falsificazione dei fatti», e spiega che «in quella telefonata non è mio padre che pronuncia il nome di Collina ma Bergamo». Lo scopre grazie all’ormai solita diffusione delle telefonate inedite scelta da Moggi come linea difensiva fuori dal tribunale. Ma stavolta invece dei testi, ai siti di tifosi juventini nostalgici dell’ex dg sono stati mandati i file audio, ed è venuta fuori la bufala. Qualche ora dopo ne hanno diffusa un’altra in cui, stando alla trascrizione fatta dalle stesse persone che hanno attribuito a Facchetti — cambiando il senso dell’intero discorso – una parola pronunciata da Bergamo, il compianto capitano di Inter e Nazionale parla al telefono con Bergamo (è il 23 dicembre 2004) e gli dice tra l’altro: «Se tu chiami Moratti… son stato… anche ieri da lui… abbiamo parlato». Bergamo: «Io non ho più il suo numero, se tu me lo dai… infatti ricordi… ne avevamo parlato ». Facchetti: «Sì dai perché voleva… se passi di qui un giorno… ». Bergamo: «Ma dov’è è a Forte?». Facchetti: «In ufficio, no no a Milano se ti capita di venire giù perché aveva là un regalino da darti». Bergamo: «Volevo sentirlo anche così anzi avevo piacere anche di incontrarlo, di incontrarvi, insomma per fare così qualche riflessione insieme».

Da questa strategia mediatica si è sempre dissociato l’avvocato Trofino che ieri in aula ha citato l’intercettazione tra Facchetti e Bergamo per sostenere che anche altri dirigenti parlavano con i designatori: «Se Facchetti e Bergamo parlavano di griglie senza commettere, cosa di cui io sono convinto, alcun illecito — dice —, lo stesso discorso dovrebbe valere per Moggi».

Fulvio Bufi

«Bergamo, c’è un regalino per te»ultima modifica: 2010-04-14T10:21:20+02:00da
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