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Aspettando la nube vulcanica

Potrebbe scavalcare le Alpi e arrivare su di noi nelle prossime ore. Ma arriverebbe diluita e inoffensiva. Preoccupazioni in Gran Bretagna per possibili affezioni respiratorie

 

(Ansa)

MILANO – Riuscirà la nube del vulcano islandese a scavalcare le Alpi e a espandersi sopra le nostre teste? Se lo chiedono in molti in queste ore in cui i cieli dell’Europa Settentrionale sono stati invasi dalle ceneri e dai vapori eruttati mercoledì 14 aprile scorso dall’Eyjafjallajokull, lo strato-vulcano entrato in attività dopo un secolare riposo. Scavalcare è detto in senso metaforico, poiché la sommità della nube si trova a circa 4.000-5.000 metri d’altezza e, se continuassero le correnti verso sud-est attualmente prevalenti, essa non avrebbe difficoltà a superare la barriera alpina e a dilagare nel Mediterraneo. «Certo, se mai dovesse arrivare da noi, sarà già molto dispersa –rassicura la ricercatrice Maria Fabrizia Buongiorno, dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), da ore intenta a seguire le evoluzioni della nube vulcanica sulle immagini dei satelliti Meteosat-. Abbiamo visto che, a partire dall’Islanda, la nube si è allargata prima verso l’Inghilterra e la Scandinavia; poi, più a Sud, verso Francia Belgio, Germania e Polonia. Ora stiamo cercando di valutare la sua consistenza, anche se la presenza di sistemi nuvolosi più alti in quota ne disturba l’osservazione dall’alto».

CANNONE LASER – Ma c’è anche chi sta tentando di osservare la nube dal basso, cioè da terra: «Fino a ieri sera (giovedì 15 aprile) non c’erano particelle vulcaniche lungo tutta la colonna di atmosfera sopra le nostre teste fino a 15 km d’altezza», ci informa il professor Guido Visconti, fisico dell’atmosfera di fama internazionale all’università dell’Aquila, che utilizza per le sue osservazioni un Lidar, una specie di cannone laser, situato nella stazione di monitoraggio atmosferico di Preturo. «In pratica –spiega lo scienziato- spariamo verso l’alto sottili raggi di luce verde che si riflettono sulle minuscole particelle sospese in aria. Analizzando questi riflessi con un telescopio da 80 cm di apertura, siamo in grado di desumere le caratteristiche fisiche delle particelle intercettate». Nelle prossime ore sono previsti altri «spari laser»: se la nube arriverà sopra di noi, anche molto diradata, non potrà sfuggire alle sofisticate apparecchiature di Preturo.

COM ‘È FATTA LA NUBE – La nube, all’origine, cioè immediatamente sopra al punto di emissione, era un mix di vapor d’acqua, anidride solforosa, composti del fluoro e ceneri vulcaniche a base di silicio, spiega il vulcanologo Piergiorgio Scarlato, dirigente di ricerca dell’Ingv. «Essa è il risultato del contatto esplosivo fra il magma incandescente, fuoriuscito da una lunga fessura del vulcano islandese, e il ghiacciaio che lo ricopre. L’esplosione ha proiettato fino a svariate migliaia di metri questo mix di minuscole particelle solide, liquide e gassose. Poi, sospinto dalle correnti meridionali, il pennacchio vulcanico ha cominciato il suo viaggio verso l’Europa, aprendosi a ventaglio e disperdendosi, mentre la componente più pesante della nube, cioè le sottili ceneri vulcaniche, si separavano e tendevano a scendere di quota rispetto ai gas».

RISCHI PER LA SALUTE – Per fortuna la nube non è stata alimentata, almeno finora, da ulteriori episodi esplosivi. Quindi il rischio che la sua ricaduta su località densamente abitate del Nord e del Centro Europa possa provocare affezioni respiratorie, sembra limitato. Tuttavia gli operatori sanitari del Regno Unito, dove ha ristagnato una frazione più densa della nube, sono in preallarme. Le componenti più sottili delle ceneri e i composti dello zolfo e del fluoro, se inalati, potrebbero, infatti, aggravare le condizioni di salute di quanti sono già affetti da problemi respiratori, in maniera del tutto analoga a quanto accade quando vengono superati i limiti dell’inquinamento dell’aria a causa delle emissioni antropiche.

PERICOLI PER GLI AEREI – Il rischio più importante rimane quello a carico degli aerei, i cui motori e sensori possono risultare gravemente danneggiati dalle micro particelle abrasive di silicio di cui sono fatte le ceneri vulcaniche in sospensione. Ma, nel giro di un paio di giorni, anche la concentrazione di queste particelle, grazie alla diluizione provocata dal rimescolamento dell’aria, dovrebbe scendere sotto i livelli di guardia. Fra tante preoccupazioni, c’è un effetto esteticamente piacevole provocato dalla nube vulcanica. Da ieri sera, nei cieli di gran parte dell’Europa, si sono verificati spettacolari tramonti color rosso vermiglio. Sono la diretta conseguenza di un fenomeno di diffusione della luce solare causato dalle particelle di cenere. Il fenomeno, già noto e descritto in occasioni di precedenti eruzioni di portata continentale o globale, ha scatenato, grazie al tam tam di internet, la corsa all’organizzazione di “sunset party”, durante i quali, amici, innamorati, appassionati di fenomeni atmosferici, si godono il Sole più rutilante che si possa mai vedere.

Franco Foresta Martin

Aspettando la nube vulcanicaultima modifica: 2010-04-16T15:20:35+02:00da
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