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Una delegazione italiana incontra i tre cooperanti arrestati in Afghanistan. «Grazie per l’improvvisata»

La farnesina: «INFORMATE LE FAMIGLIE». «Gli operatori Emergency stanno bene»

 

Poliziotti afghani all’ingresso dell’ospedale civile di Emergency a Lashkar Gah

KABUL – Matteo Pagani, Marco Garatti e Matteo Dell’Aira, i tre operatori di Emergency arrestati in Afghanistan, stanno bene. Lo rende noto la Farnesina dopo che l’inviato speciale del Ministro degli Esteri per l’Afghanistan e il Pakistan, l’ambasciatore Massimo Attilio Iannucci, e l’Ambasciatore a Kabul, Claudio Glaentzer, hanno incontrato i tre in una struttura detentiva nei pressi di Kabul. Gli operatori hanno accolto i diplomatici italiani con una battuta: «Grazie per l’improvvisata».

LA NOTA – La Farnesina precisa che durante l’incontro, protrattosi per circa un’ora, la delegazione italiana ha potuto appurare le buone condizioni di salute di cui godono i tre connazionali. Il ministro Frattini ha provveduto a informare le famiglie dei tre italiani. Durante il colloquio con l’inviato speciale italiano, i tre connazionali – riferisce la Farnesina – «hanno tenuto a ringraziare il direttore della struttura per il trattamento finora loro garantito ed il governo italiano per l’attenzione con cui sta seguendo la vicenda». La struttura nella quale si trovano, ha raccontato Iannucci, è un edificio «nuovo di zecca».

STRADA – «Li hanno visti? Era ora» commenta il fondatore di Emergency, Gino Strada. «Adesso – aggiunge – ci aspettiamo che vengano liberati e che cada questa stupida montatura». Ai cronisti che gli chiedono se le accuse siano state formalizzate, Strada risponde: «Di cosa dovrebbero accusarli, di curare le persone?». Il fondatore di Emergency parla poi del raduno previsto sabato a Roma, in piazza San Giovanni: «Nessuno ci deve mettere il cappello, per questo ho chiesto che le bandiere e i simboli dei partiti vengano lasciate a casa. Emergency è l’orgoglio dell’Italia e ogni governo, quale che sia il suo colore, dovrebbe esserne orgoglioso. Il Paese lo è, e lo si vede dalle 350 mila firme di solidarietà raccolte in poco più di tre giorni».

IL CASO – I tre operatori italiani del centro di Lashkar-Gah e i loro sei colleghi afghani sono stati fermati sabato 10 aprile, con l’accusa di aver preso parte a un complotto per assassinare il governatore della regione dell’Helmand, Gulab Mangal. Accuse «assurde» secondo Emergency. Rossella Miccio, coordinatrice della ong, ha ricordato l’avvio delle attività nel 1999 nella Valle del Panshir, in piena zona controllata dall’Alleanza del Nord, sottolineando che in undici anni di attività, nei suoi tre ospedali e nelle 28 cliniche in tutto l’Afghanistan, «ha curato gratuitamente 2,5 milioni di persone». Riguardo alle armi trovate nell’ospedale di Lashkar-gah, la Miccio ha ammesso che «c’erano», ma che non è possibile sapere chi le ha portate, «né come e quando sono entrate nella stanza dove sono state trovate». Si possono fare mille ipotesi, ha proseguito, ma «sui nostri cooperanti siamo pronti a mettere la mano sul fuoco. Per quanto riguarda Garatti e Dall’Aira, sono con noi dal 2000, e la loro moralità e impegno sono fuori di dubbio».

Redazione online

Una delegazione italiana incontra i tre cooperanti arrestati in Afghanistan. «Grazie per l’improvvisata»ultima modifica: 2010-04-16T16:03:26+02:00da
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