In arrivo però una nuova nube di cenere dall’islanda. Malpensa e Linate chiusi ancora lunedì. L’Enac poi annuncia: scali riaperti da martedì
L’illusione che tutto tornasse alla normalità è stata breve. È durata infatti appena due ore la riapertura dello spazio aereo sul Nord Italia, decisa dall’Enac lunedì mattina dopo un week end di caos e disagi negli scali italiani e nelle stazioni. Dalle nove di lunedì i cieli settentrionali sono tornati off-limits. L’Enac ha fatto sapere che non sarà possibile volare da e per il Nord del Paese fino alle otto di martedì. Successivamente è poi arrivata la notizia dell’accordo trovato dai ministri dei Trasporti dell’Unione europea. «Da martedì mattina alle 8 in Europa si tornerà a volare» ha annunciato il commissario Ue Siim Kallas. Eurocontrol si aspetta un aumento del «10-15% dei voli» rispetto al 30% che ha operato nella giornata di lunedì. E se le cose continueranno così, riferisce l’organizzazione, da giovedì è previsto un ritorno alla normalità. Una decisione quella dei ministri Ue poi fatta propria dalla stessa l’Enac, autorità dell’aviazione civile italiana, che ha precisato che da martedì alle 8 riprenderanno innanzitutto i voli nazionali sulla direttrice da Nord a Sud e viceversa.
NUOVA NUBE – Successivamente però, e contrariamente a quanto annunciato in precedenza, l’attività eruttiva del vulcano islandese Eyjafjallajoekull aumentava improvvisamente. Dopo 5 giorni dal cratere è infatti stata emessa una nuova grande nube di cenere che si dirige verso il Regno Unito. Lo riferiscono le autorità aeree britanniche.
«SI APRA QUALCHE CORRIDOIO» – La nuova minaccia rimetteva in gioco il destino dei voli in Europa e concludeva una giornata cominciata con la protesta delle compagnie aeree che chiedevano alla Iata, l’associazione internazionale che raggruppa oltre 270 linee aeree del mondo, l’apertura di «almeno qualche corridoio» per consentire alcuni collegamenti e far fronte alla chiusura di numerosi aeroporti. E proprio in tal senso è stato raggiunto l’accordo dai ministri dei Trasporti Ue: l’intesa consentirà la progressiva riapertura di corridoi e spazi aerei ‘sicuri’ da parte delle autorità nazionali a partire da martedì mattina sotto il coordinamento di Eurocontrol. La situazione negli scali europei resta comunque molto difficile: secondo l’ultimo aggiornamento, sono stati confermati tra gli 8.000-9000 voli rispetto ai 28.126 previsti, con un calo del 70%. L’Ue, attraverso il commissario ai Trasporti Sim Kallas, ha fatto sapere che la priorità al momento è «riprendere i voli tenendo conto della sicurezza dei passeggeri», per affrontare l’impatto economico «superiore a quello dell’11/9». Notizie rassicuranti arrivano comunque dall’Islanda dove l’eruzione e la colonna di ceneri sprigionatesi dal vulcano Eyjafjollajokull, sembrano di ora in ora diminuire nettamente. L’Istituto Meteorologico islandese ha inoltre smentito la notizia riferita dalla tv di Stato secondo la quale un secondo vulcano, l’Hekla, ha iniziato ad eruttare. Secondo l’Istituto si è trattato di «un falso allarme».
LA BREVE RIAPERTURA – Lunedì mattina era stato un aereo della compagnia Air One diretto a Catania il primo volo a partire dopo due giorni di stop, alle 7.10, dall’aeroporto di Milano Malpensa. Alla stessa ora un volo Alitalia, sempre per il capoluogo etneo, era partito da Linate. Al momento dell’annuncio del nuovo stop ai voli, lo scalo di Malpensa era affollato da migliaia di passeggeri convinti di poter partire in giornata. L’aeroporto è dunque piombato nuovamente nel caos: code si registravano soprattutto nell’area delle biglietterie del terminal. Riaperti e poi nuovamente chiusi anche gli aeroporti toscani di Pisa e Firenze. Anche nello scalo di Roma Fiumicino rabbia e delusione sono gli stati d’animo più diffusi. Alla notizia del nuovo stop, un volo è stato addirittura bloccato mentre già attendeva l’ok in pista per iniziare la fase di rullaggio.
LE FERROVIE CONTRO LE COMPAGNIE – Alla luce del nuovo stop ai voli, le biglietterie della Stazione Centrale di Milano e di Roma Termini sono state nuovamente prese d’assalto. Per questo le Fs «strigliavano» le compagnie aeree, invitandole a riproteggere i loro clienti prenotando i biglietti via internet direttamente dagli spazi aeroportuali in relazione alle effettive disponibilità di posti liberi, anziché indirizzarli indiscriminatamente nelle stazioni. Questo al fine di evitare ingolfamento nelle biglietterie delle stazioni (che pure sono state potenziate rispetto alla normalità) e creare lunghe file ai clienti del trasporto aereo e a quelli normali del trasporto ferroviario sulle brevi e lunghe tratte.
NIENTE SCIOPERO – Considerata l’emergenza creatasi con il perdurante blocco del traffico aereo, i sindacati hanno poi deciso di sospendere lo sciopero previsto dalle 21 di giovedì 22 aprile fino alla stessa ora del 23 (l’agitazione di tutti gli addetti al trasporto ferroviario e servizi e di quelli delle aziende di trasporto pubblico locale è stata rinviata al 28 maggio). LA SITUAZIONE – Tra i 18 Paesi dell’Europa centro-settentrionale che hanno continuato a tenere chiusi i loro spazi aerei, determinando la cancellazione di circa il 70% dei voli programmati, diversi hanno già annunciato la riapertura per martedì. La Francia conta di aprire dei ‘corridoi’ tra gli hub parigini e gli aeroporti del Sud, la Gran Bretagna prevede la riapertura quasi totale del proprio spazio aereo a partire dalle 8, così come prevede di fare il Belgio. La Germania ha annunciato che i voli resteranno a terra fino alle 14, ma ha comunque autorizzato Lufthansa a far partire 50 aerei per destinazioni sul lungo raggio al fine di provvedere al rimpatrio di 15.000 passeggeri. Questo mentre le autorità di Londra hanno deciso di utilizzare anche le unità della Royal Navy per sopperire alla mancanza dei collegamenti aerei.
UE VERSO L’INTESA – Il divieto di volo che ha paralizzato l’Europa è costata alle compagnie aeree milioni di dollari e ha costretto a terra milioni di passeggeri. La crisi ha avuto un effetto a catena in tutto il mondo, anche al di là dell’Atlantico e in Asia. L’Ue ha detto che la situazione attuale non è sostenibile, anche perché le compagnie aere hanno chiesto una revisione della no-fly zone dopo ave condotto i voli di prova durante il fine settimana senza che gli aerei avessero alcun problema passando attraverso la nube di cenere. A tal proposito il commissario alla concorrenza, Joequin Almunia, ha spiegato che la Commissione europea sta pensando di utilizzare gli stessi strumenti di aiuto alle compagnie aeree che vennero usati all’indomani dell’11 settembre 2001.
Redazione online