È morto a Barcellona all’età di 89 anni. Dal 1980 al 2001 ha guidato il Comitato Olimpico Internazionale, era stato ricoverato domenica per una insufficienza coronarica
Per vent’anni è stata l’anima e l’immagine dei Giochi Olimpici. Juan Antonio Samaranch, presidente del Comitato Olimpico Internazionale dal 1980 al 2001, è morto all’età di 89 anni, dopo un ricovero d’urgenza. Domenica era stato trasportato al reparto di terapia intensiva dell’ospedale Quiron di Barcellona per una «acuta insufficienza coronarica».
Juan Antonio Samaranch (Afp) |
LA CARRIERA – Nato a Barcellona, in Spagna, figlio di genitori benestanti, da giovane Samaranch era stato un praticante di varie discipline sportive, dal calcio all’equitazione, dalla vela al golf. La passione sportiva è continuata poi nell’attività giornalistica, come inviato in numerose manifestazioni, tra le quali l’Olimpiade disputata nel 1952 ad Helsinki. intrapreso la carriera di giornalista: è stato anche inviato speciale alle Olimpiadi di Helsinki nel 1952. A metà degli anni Cinquanta comincia la carriera di dirigente sportivo per diventare federazione spagnola di Pattinaggio. Con quell’incarico fa anche da capo delegazione ai Giochi di Cortina nel 1956. E’ l’inizio di un percorso che lo porterà a essere dirigente di primo piano dello sport spagnolo(capo delegazione anche a Roma nel 1960 e a Tokyo nel 1964). Nel 1991 è stato insignito del titolo di Marchese di Samaranch. Nel 1966 viene eletto membro del Cio, del quale diventerà vicepresidente e quindi presidente nel 1980. I funerali sono in programma a Barcellona giovedì.
RUOLO CHIAVE – Le reazioni alla scomparsa di Samaranch vanno ben al di là dell’addio a un uomo di sport e dell’organizzazione sportiva. Infatti è considerato il personaggio chiave nella nascita dell’Olimpiade contemporanea. E’ durante gli anni della gestione di Samaranch, infatti, che i Giochi hanno cominciato a fare i conti con gli sponsor, le esigenze della tv e quelle dei una platea davvero mondiale. Con in più problemi di politica internazionale davvero non facili, dai boicottaggi alla questione del bando sudafricano. Non a caso tutti i commenti alla notizia della sua morte sottolineano questo ruolo chiave nella storia dell’Olimpiade. «Samaranch ha capito l’importanza sociale dello sport ma anche degli aspetti economici che lo sport poteva rappresentare – dice per esempio Franco Carraro -. Ha fatto del movimento olimpico un movimento universale sia come diffusione che come importanza sociale, economica, epica. Le Olimpiadi sotto la sua gestione sono diventati un fenomeno quasi ineguagliabile perchè il mondo ogni 4 anni si ferma, tutti i capi di Governo sono alla cerimonia e tutto questo è dovuto al suo operato. Adesso il Cio è un’organizzazione straordinaria e le Olimpiadi sono quello che oggi sappiamo. Un ricordo personale? Sono amico suo dal 1964, è entrato nel Cio nel ’66 e ricordo che aspettava nella stanza accanto a quella in cui veniva eletto. Fu fatta una deroga a suo favore perchè solo i paesi che avevano organizzato le Olimpiadi potevano avere due rappresentanti e la Spagna ne aveva già uno».
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