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Pdl, Fini lancia la sua corrente Berlusconi: «Si faccia il suo partito»

Il presidente della Camera: «Il cavaliere accetti il dissenso». Premier deluso e irritato studia la risposta. Lega cauta: «No a rotture»

 

Gianfranco Fini al congresso di Fiuggi in un’immagine del 29 gennaio 1995, durante il quale il Movimento Sociale Italiano venne sciolto per dare vita ad Alleanza Nazionale.(Ansa)

ROMA – Da un lato tira un sospiro di sollievo, visto che, almeno per ora, la scissione di Gianfranco Fini sembra scongiurata; dall’altro l’atteggiamento del cofondatore del Pdl e l’idea che crei una corrente nel partito non gli piace per niente. Silvio Berlusconi reagisce con un misto di delusione, irritazione e cautela alle istanze del presidente della Camera: da un lato non accetta ulteriori logoramenti da parte del presidente di Montecitorio anche perché non intende farsi trascinare in quello che ama definire il «teatrino della politica»; dall’altra non intende forzare la mano, con strappi dalle imprevedibili conseguenze, e dunque attende di capire con esattezza cosa vuole veramente l’ex leader di An. Per capire cosa abbia davvero in testa Fini, Berlusconi ha riunito a palazzo Grazioli, sia i vertici della Lega (Umberto Bossi non c’era), che quelli del Pdl (Italo Bocchino non era presente perchè non invitato e ciò la dice lunga sul clima verso i «finiani»).

BERLUSCONI – Berlusconi, riferiscono le stesse fonti, non intende più trattare con il cofondatore del Pdl e soprattutto non vuole riconoscere che all’interno del partito si possa dar vita ad una opposizione interna. «Altrimenti – avrebbe ragionato – meglio che si faccia un partito e si vada al voto, non possiamo andare avanti con questo continuo stillicidio. Il Pdl è nato per restare unito e non per dividersi», è la linea del presidente del Consiglio. A sconsigliare di rompere però è Umberto Bossi che non vuole mettere in gioco la legislatura. Ora la partita si sposta a giovedì: se i finiani presentassero il documento firmato martedì, la maggioranza del partito potrebbe votare contro.

FINI – «Non voglio farmi da parte nè stare zitto, Berlusconi accetti che ci sia dissenso», ha spiegato Fini martedì mattina agli ex parlamentari di An riuniti nella sala Tatarella della Camera. Il documento a sostegno di Fini è stato firmato da 55 deputati, ma potrebbero essere molti di più – e soprattutto dalle fila degli ex azzurri – a convergere sulle posizioni del presidente della Camera. Dall’altra parte, gli ex An che hanno voltato le spalle a Fini. Ad aver sottoscritto il documento promosso da Gianni Alemanno, Maurizio Gasparri, Ignazio La Russa e Altero Matteoli (tutti ex colonnelli di Fini) sono stati 75 parlamentari, che chiedono di non mettere in crisi il progetto del Pdl.

LEGA – Sul fronte della Lega, intanto, si registra grande cautela. Tant’è che nessun esponente del Carroccio ha commentato la situazione all’interno del Pdl. Del resto Umberto Bossi, in una recente intervista a «El Pais» aveva sottolineato la necessità di trovare un’intesa con Fini. L’obiettivo primario dei lumbard è di portare a casa le riforme. E una guerra intestina nel Pdl non aiuterebbe. Ecco perché, Roberto Calderoli, ha cercato di minimizzare: «Ho sentito dai telegiornali notizie fantasiose, oggi non c’è nessun vertice della Pdl a cui abbia preso parte la Lega ma semplicemente un incontro, già programmato, che abbiamo avuto con Berlusconi e Verdini, mio omologo nel Pdl».

Redazione online

Pdl, Fini lancia la sua corrente Berlusconi: «Si faccia il suo partito»ultima modifica: 2010-04-21T10:46:27+02:00da
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