Pozzuoli (napoli): blitz della finanza, quattro fermi. Irruzione, armi in pugno, ripresa dalle telecamere.
NAPOLI – Sembra Scarface, ma non è un film. Piuttosto, le scene di un raid all’interno della sala giochi “Hollywood Casinò” di Giugliano e nel bowling “Big One” di Pozzuoli. Due raid di una violenza inaudita messi in atto nell’arco di pochi minuti. Sparano alle auto di un parcheggio, alle slot machine, evitando solo per pochi centimetri un uomo. Incendiano piste di un bowling mentre ci sono dei bambini che giocano. Nel marzo scorso, in sei misero le sale di intrattenimento a ferro e fuoco. Oggi, sono stati fermati. Casco in testa, il primo raid è nella sala giochi di Giugliano: è lì che arrivano, armi in mano – pistole e mitragliette – già dalla strada. Puntano le armi alle testa dei clienti e poi iniziano a sparare contro le slot machine: un uomo, steso a terra, trema; i colpi quasi lo sfiorano. Una famiglia, padre, madre e due bimbe, anche loro costretti nel terrore. I criminali entrano, iniziano a spargere liquido infiammabile. Poi danno fuoco a tutto e tutto si riempie di fumo: le bimbe piangono, urlano. Loro, intanto, continuano a mettere a segno il raid. Alla fine, escono spavaldi e con un fucile a pompa devastano le auto nel parcheggio: tanto per lasciare un segno. Un automobilista tenta la fuga: contro di lui il gruppo spara e lo ferisce. Colpi che solo per puro caso non uccidono. Le indagini congiunte di carabinieri e guardia di Finanza dei comandi provinciali di Napoli hanno permesso di identificare i sei autori delle spedizioni, tra le quali vi è anche un minorenne. Tutti sono ritenuti affiliati al clan camorristico dei Nuvoletta, egemone a Marano. Nel corso delle investigazioni, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, è stato accertato il movente dei raid: dissidi personali e di carattere economico tra uno dei fermati, Giuseppe Palumbo, di 34 anni, mandante ed esecutore delle spedizioni punitive, la moglie ed uno zio di quest’ultima. Gli investigatori hanno accertato che la donna si era separata dal marito ed era stata accolta nella casa di un suo zio, il proprietario dei due locali, che a giudizio di Palombo erano stati acquisiti a discapito di un fratello e di un nipote (quest’ultimo è legato da vincoli di parentela e di amicizia proprio con Giuseppe Palumbo).
Stefano Piedimonte
IL VIDEO
Wow this information is great! Thanks this has helped me alot! Im sure your post’s are one of the best out there! always
so acurate!