Il ministro delle finanze: «L’Europa non ci aiuta». Il 10 riunione dei governi della zona euro. Situazione sempre più delicata: «Servono soldi entro 19 maggio». E S&P declassa a «spazzatura» i titoli di Atene
Le proteste dei giorni scorsi ad Atene |
La Grecia «non può più» rifinanziare sul mercato il suo debito pubblico. L’allarme è stato lanciato dal ministro delle Finanze, George Papaconstantinou, che ha sottolineato che il deficit di bilancio del 2009, già corretto da Eurostat al 13,6%, potrebbe esser ancora rivisto in peggio, «al 14 per cento del Pil». Il presidente della Banca centrale europea, Jean Claude Trichet, non ha voluto commentare l’andamento dei negoziati tra il governo di Atene e Bruxelles, ma ha spiegato che a suo parere un default della Grecia o dell’eurozona «è fuori questione». I segnali che inducono al pessimismo, tuttavia, non mancano, a partire al declassamento al livello «junk», ossia spazzatura, del rating greco da parte di Standard and Poors: uno status che per il governo ellenico «non corrisponde alla realtà». Per il prossimo 10 maggio è stato inoltre convocato un vertice straordinario dei governi dell’Eurozona che avrà all’ordine del giorno la definizione di politiche di aiuto per la Grecia.
DATA LIMITE IL 19 MAGGIO – Un’altra data fatidica è quella che desta le maggiori preoccupazioni ad Atene ed è quella del 19 maggio, quando andranno a scadenza 9 miliardi di euro di titoli di Stato. Per quella data sarà necessario reperire fondi che il governo greco «non può più» prendere a prestito sul mercato. In questa situazione la Grecia «non è aiutata dall’Europa», ha sottolineato il ministro Papaconstantinou secondo cui «manca chiarezza» sugli aiuti che sono stati richiesti. Martedì i rendimenti sui titoli di stato greci segnano nuovi massimi, oltre il 9,5 per cento, mentre la Borsa di Atene è arrivata a perdere oltre il 6 per cento.
LA RECESSIONE PEGGIORA – Intanto, la Banca centrale di Atene paventa che per l’anno in corso la recessione potrà essere maggiore della contrazione del 2% prevista finora: una «riduzione» del prodotto interno lordo «maggiore» di quella calcolata «è molto probabile alle condizioni attuali, caratterizzate da un alto livello di incertezza», ha affermato il governatore della Banca di Grecia, Georges Provopoulos, spiegando che il calo del Pil è avvenuto principalmente «a causa del forte crollo degli investimenti, ma anche dei consumi privati e delle esportazioni».
ANCHE IL PORTOGALLO DECLASSATO – Nel frattempo, la crisi greca minaccia seriamente di estendersi all’Europa meridionale: Standard and Poor’s, una delle principali agenzie di rating, ha declassato il rating del Portogallo per il modo in cui sta gestendo l’elevato debito pubblico e la situazione debole dell’economia. Il rating è stato ora abbassato di due note ed è passato a «A-» da «A+», in pratica quattro note sopra il cosiddetto livello «spazzatura» («junk»). L’outlook sulle prospettive del debito portoghese è negativo. Il rating sovrano della Grecia, cine detti, è invece finito già a livello «junk». Il rating è stato tagliato di tre note a ‘BB+’. L’outlook resta negativo, il che significa che il rating potrebbe essere ulteriormente declassato
LA BORSA CROLLA – Inevitabili le conseguenze sui mercati finanziari. La Borsa di Atene crolla del 6% e trascina al ribasso i listini del Vecchio Continente. A risentirne maggiormente le Borse dei Paesi considerati più a rischio contagio: Portogallo, su cui si è abbattuto il doppio taglio del rating, e Spagna, dove il tasso di disoccupazione ha superato a marzo la soglia psicologica del 20%. La Borsa di Madrid è scivolata del 4,19%, mentre quella di Lisbona è sprofondata del 5,3%. Chiusura in profondo rosso anche per Milano (-3,1%), Parigi (-3,82%), Francoforte (-2,73%) e Londra (-2,61%). George Papaconstantinou ha affermato che la Grecia non è più in grado di rifinanziare sul mercato il suo debito pubblico, aggiungendo che il deficit di bilancio del 2009 potrebbe essere ancora rivisto in peggio, al 14% del Pil. Complessivamente nella seduta odierna sono andati in fumo circa 160 miliardi di euro di capitalizzazione dell’indice paneuropeo Stoxx 600 che ha ceduto il 3,13%, con un ribasso accentuato negli ultimi minuti dopo il taglio di S&P al rating della Grecia.
LA PALLA ALLA GERMANIA – Mercoledì, nel frattempo, si preannuncia come una giornata fondamentale per la cancelliera tedesca Angela Merkel, che sarà impegnata in una serie di vertici sulla Grecia fino al tardo pomeriggio. Berlino sta predisponendo una legge ad hoc la cui bozza è stata diffusa da Reuters. Il provvedimento è chiamato «Legge per mantenere la stabilità nell’Unione monetaria» e menziona un’agenda informale che prevede una votazione da parte dei Paesi dell’Eurozona entro il 10 maggio. In base alla bozza di legge, il Parlamento greco dovrà votare il 6-7 maggio un programma triennale di austerity. Inoltre il provvedimento stabilisce che i negoziati di Atene con Ue e Fmi si chiudano il 2 maggio. Il ministro delle Finanze tedesco Wolfagang Schaueble assicura che «La Germania non lascerà sola la Grecia». Secondo quanto scrive l’agenzia stampa Dpa, che cita fonti del governo, la Merkel terrà un primo incontro con alcuni ministri dell’esecutivo, tra i quali i ministri del Cancellierato, Ronald Pofalla (Cdu), degli Esteri, Guido Westerwelle (Fdp) e delle Finanze, Wolfgang Schaeuble (Cdu).
AIUTI ITALIANI – Anche il Governo italiano è pronto a fare la sua parte per salvare dal default la Grecia: è infatti stato predisposto un decreto legge che dà il via libera agli aiuti in favore del paese ellenico fino a 5,5 miliardi nell’ambito del pacchetto europeo da 30 miliardi. Lo rivelano all’Agi fonti del Tesoro. Secondo quanto si apprende, il provvedimento è pronto e potrebbe quindi essere varato a breve dal Consiglio dei Ministri.
Redazione online
Consoliamoci un po’ con una vignetta satirica: http://noirpink.blogspot.com/2010/04/vignetta-titoli.html