IL PROCESSO CALCIOPOLI. Gli appunti agli atti dei pm. I legali della difesa: ecco la telefonata dell’ex presidente dell’Inter a De Santis
Giacinto Facchetti |
NAPOLI – Luciano Moggi è radiato da ogni ruolo nel calcio italiano: lo ha stabilito la Corte di giustizia della Federcalcio precisando, in risposta al quesito interpretativo del presidente federale Giancarlo Abete, che «la preclusione da ogni rango o categoria debba ritenersi implicita come effetto ex lege» dopo la condanna per i fatti di Calciopoli. Nei procedimenti sportivi dell’estate 2006 legati allo scandalo, Moggi era stato inibito per cinque anni con preclusione dallo svolgere attività in seno alla Figc. Abete aveva chiesto alla Corte di giustizia federale, il 31 marzo scorso, di sciogliere il nodo su chi dovesse decidere sull’eventuale radiazione dell’ex dg juventino e degli ex dirigenti condannati a 5 anni di squalifica, visto il vuoto di potere determinato dalla modifica dello statuto intervenuta dopo Calciopoli. Prima dello scandalo del 2006, infatti, le norme federali prevedevano che la giustizia sportiva potesse proporre al presidente federale la radiazione di un tesserato condannato per fatti di «particolare gravità»; e così fu per Luciano Moggi, Antonio Giraudo e Innocenzo Mazzini, ex vicepresidente federale. Ma con la riforma varata sotto il commissariamento di Guido Rossi, il potere di radiare un tesserato passò alla giustizia sportiva. Di fatto, la squalifica di Moggi, Giraudo e Mazzini scadeva nel 2011, ma sulla proposta di radiazione non si era espresso nessuno né poteva esprimersi Abete. La Corte di giustizia sportiva, in sezione consultiva il 13 aprile scorso, ha fornito ora le sue risposte: «Si ritiene che il provvedimento di preclusione debba ritenersi implicito, quale effetto ex lege, nelle decisioni con cui gli organi della giustizia sportiva, dopo aver irrogato la sanzione della sospensione nella misura massima, si sono pronunciati nel senso della ‘particolare gravità delle infrazioni».
LA REAZIONE – «La mia radiazione? Non so nulla, non so cosa significhi, si dovrebbero vergognare dopo quello che è venuto fuori – commenta Moggi, intervenuto telefonicamente alla registrazione del programma ‘Chiambretti Night’. – Parlo per me, Giraudo, per coloro che soffrono questa situazione, dovrebbero radiare Carraro».
MEMORIALE – Intanto, prosegue il processo penale di Napoli sulle stesse vicende: i pm Giuseppe Narducci e Stefano Capuano hanno depositato una serie di appunti autografi di Giacinto Facchetti. A quanto si è appreso, negli appunti il dirigente dell’Inter morto nel 2006 faceva riferimento al presunto sistema di illeciti che avrebbe regolato il mondo del calcio. A consegnare il ‘memoriale’ agli inquirenti è stato nei giorni scorsi a Napoli il figlio, Gianfelice Facchetti.
NUOVE TELEFONATE – Dal canto loro, i consulenti di Moggi hanno depositato le trascrizioni di nuove telefonate perlopiù fatte dai centralini di alcune società: Nicola Penta, che da tempo sta lavorando all’ascolto e alla trascrizione delle telefonate «inedite», e non ritenute significative dagli inquirenti, ha precisato che si tratta di tre telefonate tra il Bologna e l’arbitro De Santis, altre tre tra l’Inter e il designatore arbitrale Bergamo, una tra Facchetti e l’arbitro De Santis, due tra il Parma e i designatori e una, infine, della durata di 42 minuti, tra il presidente del Cagliari Cellino e Bergamo.
FACCHETTI-DE SANTIS – A proposito della telefonata tra Facchetti e De Santis, si tratta di una chiacchierata dopo il derby Inter-Milan (0-1 con gol di Kakà) del 27 febbraio del 2005. I due parlano della gara e Facchetti si scusa per non essere passato a salutare il direttore di gara al termine della stessa partita. Questa la trascrizione:
De Santis: «Pronto».
Facchetti: «Massimo? Ciao sono Giacinto».
De Santis: «Oh… Giacinto…».
Facchetti: «Volevo chiamarti ieri però dopo ho avuto un po’ di cose….siccome ieri non sono passato dopo la partita, ma non è che fossi…».
De Santis: «No…macché scherzi..ho capito, ho capito..vabbè là… li solo con la fortuna te la puoi prendere…».
Facchetti: «Era una partita…da pareggio, proprio».
De Santis: «Sì da pareggio…».
Facchetti: «Nessuno dei due ha avuto occasioni…».
De Santis: «Io infatti… guarda ero convintissimo che tanto ormai sarebbe finita in pareggio… poi c’è stata quella palla che ha sbattuto sul piede di questo e ha cambiato tutto…».
Facchetti: «È tardato a venire su Emre, sono rimasti li da soli…».
De Santis: «È quello il problema… sì che poi alla fine Kakà neanche ha tirato, voleva fare lo stop…».
Facchetti: «Sì, voleva fare lo stop… vediamo di ripartire».
De Santis: «Sì, di ripartire bene….anche perchè io ho rivisto la partita anche ieri sera… me la sono fatta registrare… come possesso palla, come tutto non c’è stato paragone in campo…».
Facchetti: «Sì, abbiamo avuto possesso palla superiore noi a loro però era proprio da pareggio… nel primo tempo se non sbagliavano un paio di stop si trovavano davanti al portiere…».
De Santis: «Poi c’è stato Dida che ha fatto quella parata sul tiro di Veron… alla fine».
Facchetti: «Era abbastanza centrale…».
De Santis: «Sì però è stato un bel tiro tutto sommato… no mi è dispiaciuto perché alla fine sai… se perdi la partita perché gli altri giocano… ormai era per tutti una partita da pareggio…».
Facchetti: «Però ci tenevo a salutarti…».
De Santis: «Ma ti ringrazio… ci mancherebbe anche (incomprensibile) è stato gentilissimo… su questo non avere dubbi… non pensare che c’è stato un problema di qualsiasi tipo… va bene… grazie, ciao».
Facchetti: «Grazie ciao…».
De Santis: «In bocca al lupo, ciao». (fonte: Ansa).
Sono diverse le telefonate di Moggi e di Facchetti: Moggi comanda ordina impreca Facchetti chiede come mai succedono queste cose potete intervenire e molto cordiale.