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Non lo pagano, fa lo sciopero della fame «Dormo nel cortile dell’azienda debitrice»

Piccolo imprenditore protesta per onorare gli stipendi. Il trevigiano Matteo Portalupi vanta crediti anche dalla Provincia

 

Matteo Portalupi nel cortile della Brusutti di Tessera (Errebi)


 

VENEZIA — Fa lo sciopero della fame perchè il cliente non lo paga e lui non riesce a versare contributi e stipendi ai suoi quattro dipendenti, che avanzano 14 mila euro. Matteo Portalupi, trevigiano di 36 anni e proprietario della «Gobbo Servizi » di Badoere (trasporto pubblico locale), da lunedì «fa picchetto » nel cortile della «Brusutti srl» di Tessera, che gli deve 9 mila euro, su un totale di 16.571. La prima tranche, di 7571 euro, l’ha ottenuta martedì, a 24 ore dalla protesta. La srl veneziana sta a sua volta aspettando di essere saldata dalle Ferrovie dello Stato proprio per il servizio erogato attraverso la «Gobbo Servizi», cioè il trasporto di macchinisti, controllori e altro personale dei treni dalle stazioni di Mestre e Venezia Santa Lucia al deposito locomotori di Marghera. In più aspetta 70 mila euro dalla Provincia, deputata a pagare le aziende di trasporto pubblico locale con i fondi corrisposti dalla Regione ma non ancora ricevuti. Insomma una catena che, soprattutto con la crisi, soffoca i piccoli.

«Non tocco cibo da lunedì— racconta Portalupi—e rimarrò nel cortile della Brusutti fino a saldo avvenuto. La prima notte l’ho trascorsa in un pullmino navetta, ma si sono lamentati, perciò ora dormo in auto. Avanzo 16.571 euro per il periodo ottobre 2009/febbraio 2010 e altri 15 mila dalla gestione precedente, che però l’attuale non riconosce. I vertici della srl dicono che non mi versano il dovuto perchè non hanno ancora incassato dalle Ferrovie dello Stato, ma io il rapporto di lavoro ce l’ho con loro e gli accordi vanno rispettati». Non è tutto. Portalupi sostiene di essere creditore di altri 115 mila euro dalla Provincia di Treviso, da lui anticipati per l’attività dei primi cinque mesi dell’anno. «Un sacrificio non indifferente— rivela—ormai le banche non ci sostengono. E poi noi privati prendiamo 1,031 euro al chilometro, cui va sottratto il 10% di Iva, mentre i vettori pubblici guadagnano il 20% in più e possono contare sui fondi statali, perciò soffrono meno. E infatti in Veneto il 90% del servizio è in mano ad aziende pubbliche, capaci comunque di intentare una causa da 30 milioni di euro alla Regione perchè dal 1996 i contratti non sono stati adeguati all’inflazione programmata. La seconda udienza, al Tar, è prevista per maggio, ma in altre parti d’Italia per lo stesso contenzioso il Consiglio di Stato si è espresso a favore dei ricorrenti e le giunte senza liquidità hanno saldato in… pullman. Sono felice di aver scoperchiato un pentolone in ebollizione: proseguirò la protesta a Palazzo Ferro Fini».

Intanto i suoi dipendenti continuano a lavorare, coprendo le corse da Zero Branco a Castelfranco. «Sanno che farò di tutto per versare i loro compensi — assicura il trevigiano —. E’ una responsabilità che sento molto, siamo un’azienda piccola, una famiglia. L’anno scorso per corrispondere le buste paga agli autisti non ho pagato il riscaldamento di casa e ho trascorso l’inverno con una temperatura di 8 gradi. Ho i reni compromessi dalla nefrite, sto rischiando molto, ma in gioco c’è tanto e poi sono stanco di sentire tutte le baggianate che racconta chi non rispetta le scadenze, nascondendosi dietro un gioco di scatole cinesi. Che almeno certa gente si assuma le proprie responsabilità». Tiene duro, Portalupi, sorretto dal Consorzio «Attiva Scarl», di cui fa parte e che comunica: «La sua vicenda riflette la situazione di tutti noi, piccoli imprenditori privati che operiamo nei servizi di pubblica utilità e che, specie in questa prima parte dell’anno, rileviamo un ritardo crescente nei pagamenti per i servizi svolti. Questi ritardi da parte delle Regioni provo cano una crescente tensione finanziaria e inevitabili difficoltà gestionali». Una rivolta che irrita Valter Varotto, proprietario del 66,5% delle azioni della Brusutti: «Sono polemiche di bassa lega, verseremo la seconda rata quando a nostra volta incasseremo dalle Ferrovie dello Stato, cioè tra qualche giorno. Rientra nei normali rapporti tra clienti e fornitori: paghiamo a 90 giorni e nessuno, prima d’ora, si era mai lamentato. Se Portalupi ha problemi di liquidità, non possiamo fargli da banca. Se vorrà continuare a lavorare con noi e non creerà altri problemi ben venga, altrimenti ci rivolgeremo altrove».

Per la Provincia di Treviso parla invece il presidente, Leonardo Muraro: «Gli abbiamo pagato il 2009, per il 2010 avanza poco più di 70 mila euro, compresi gli adeguamenti contrattuali, non 115 mila. I contratti di trasporto pubblico locale sono scaduti il 31 dicembre 2009 e la Regione doveva indire le gare per assegnare le nuove concessioni, ma è andata in proroga fino al marzo 2010. Il mese scorso ha approvato la delibera che prolunga le concessioni fino al 31 dicembre 2010, sbloccando così la situazione. In attesa dei fondi da Palazzo Balbi stiamo rinnovando i contratti ai concessionari per tutto il 2010 e a quelli con la documentazione in regola pagheremo i primi quattro mesi dell’anno. Appena Portalupi ci porterà le carte, se risulteranno a posto, in 15 giorni sarà saldato ». Quanto alle responsabilità della Regione, annuncia il governatore Luca Zaia: «Sarà mia cura condurre un’attenta verifica sul caso, nell’interesse di tutti ».

Michela Nicolussi Moro

Non lo pagano, fa lo sciopero della fame «Dormo nel cortile dell’azienda debitrice»ultima modifica: 2010-04-29T11:20:16+02:00da
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