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Gli appalti della «cricca»: ecco le consulenze d’oro

Gli affari sulla costruzione della scuola dei marescialli a firenze. Incarichi a un giro di parenti: 3,5 milioni per un cantiere bloccato

 

ROMA— Consulenti pagati a peso d’oro anche se l’appalto era stato bloccato. Continua a riservare sorprese l’indagine sui lavori pubblici commissionati nell’ambito dei Grandi Eventi. Perché nelle carte processuali dei magistrati di Firenze che hanno indagato sulla costruzione della Scuola dei Marescialli a Firenze, c’è un intero capitolo dedicato agli incarichi affidati a professionisti esterni per un totale di oltre tre milioni e mezzo di euro. Basti pensare solo uno è stato ricompensato con oltre un milione di euro. Un elenco di personaggi, talvolta imparentati tra loro, che però non comparivano nelle liste ufficiali del Provveditorato. Non solo. Gli accertamenti affidati ai carabinieri del Ros hanno consentito di scoprire che era stata addirittura ingaggiata una società per svolgere le mansioni affidate a uno dei funzionari. Lui stesso è stato costretto ad ammetterlo quando gli sono stati mostrati i documenti acquisiti, relativi ai due lotti del cantiere. Ha sostenuto che era tutto concordato con il Provveditore della Toscana Fabio De Santis, tuttora in carcere con l’accusa di aver fatto parte dell’associazione composta anche da Angelo Balducci, Guido Anemone e Mauro Della Giovampaola. Del resto le liste relative al 2009 mostrano come siano stati elargiti compensi per circa un milione di euro anche per altri lavori gestiti dalla stessa struttura.

Nomi e compensi
Il 19 febbraio scorso viene convocato Sergio Fittipaldi, 61 anni, «dirigente a contratto con il ministero delle Infrastrutture». Il 5 maggio 2009 è stato nominato “Responsabile Unico del procedimento” del cantiere. Pochi giorni dopo ha disposto la sospensione dei lavori. Secondo l’accusa, il blocco è stato determinato per favorire il costruttore Riccardo Fusi e la sua Btp che era stato estromesso in favore della società Astaldi. È il filone d’inchiesta dove è indagato anche il coordinatore del Pdl Denis Verdini proprio perché avrebbe tentato di agevolare l’amico imprenditore. Fittipaldi viene dunque ritenuto testimone chiave. E, incalzato dai pubblici ministeri, riconosce a verbale di aver effettuato nomine esterne nonostante lo stop che aveva imposto. «Per la vicenda della scuola dei marescialli, durante l’incarico del mio Rup, furono disposte alcune consulenze che hanno coinvolto un gruppo di professionisti tutti coordinati dal professor Silvio Albanesi… Sono stati tutti nominati con lettere di affidamento subito operative a firma del provveditore De Santis che rimandavano ai particolari economici e quant’altro ad atti successivi, cioè a schemi di disciplinare che dovevano regolare il contratto. Ricordo di aver fatto il calcolo del compenso comunicandolo al ministero che ha le relative carte. Il professor Albanesi ha pattuito un compenso di 950.000 euro circa per il lotto A e il lotto B. L’architetto Carpenzano aveva un compenso di circa 200.000 euro per la parte architettonica, per l’impiantistica meccanica l’ingegner Eugenio Cimino aveva un compenso di circa 350.000 euro del tutto simile a quello della parte elettrica dell’ingegner Dario Zaninelli. Per la parte strutturale il compenso era stato congruito e accettato con la società Italingegneria di Roma, con direttore tecnico il figlio del professor Albanesi, ingegner Tommaso Albanesi ed era di circa 1 milione e 100.000 euro. Vi era poi l’incarico all’ingegner Fabio Frasca che aveva la consulenza degli impianti a rete esterna dell’area. Per costui il compenso accettato era di circa 90.000 euro. De Santis nel conferire gli incarichi pensava di attingere dal quadro economico generale gestito dal ministero con fondi del ministero dell’Interno eMinistero delle Infrastrutture con la particolarità che quelli dell’Interno sono definiti finanziamenti annuali e quindi in prima battuta erano erogazioni pubbliche, salvo poi addebitare all’impresa inadempiente l’esubero delle spese e quindi anche i costi di consulenza». Una tesi che i legali di De Santis, Remo Pannain ed Enzo Gaito, hanno già respinto. Fittipaldi riconosce poi che «Albanesi lo conosco da tempo, mentre il figlio l’ho conosciuto in questa occasione».

La società Schema
Fittipaldi nomina i consulenti, ma questo evidentemente non basta. E così decide di firmare un altro contratto con la società Schema, che di fatto svolge le mansioni a lui affidate. Quando i magistrati gliene chiedono conto, dichiara: «La ragione è che la struttura ministeriale stava a Roma e io a Firenze. La mia struttura mi doveva consentire di controllare il gruppo di consulenti nominati. Il precedente Rup non aveva l’esigenza di una verifica tecnica del gruppo di lavoro, che non c’era neanche. La società Schema mi mette a disposizione una persona all’occorrenza, che rimane presso la sede, a cui io mi rivolgo in relazione ai compiti e alle esigenze che man mano si manifestano. Ad esempio: la Schema fornisce supporto al Rup nei contati con i consulenti che devono redigere documenti progettuali aggiornati, quindi è una struttura tecnica che verifica la bontà delle soluzioni in variante che man mano si sviluppano. A tal fine mi sono avvalso dell’ingegner Bosi. Un altro esempio è questo: in cantiere vi sono due lotti, con due direttori dei lavori. Uno è nella struttura del provveditorato, uno nella struttura del ministero, quasi che fossero due appalti distinti. Il riordino delle riserve dell’impresa, lo screening sulle riserve, è stato fatto da Schema. Inoltre mi appoggio a Schema per i pareri legali. L’importo a favore della società Schema era una tantum e stabilito in 600.000 euro complessivi fino alla fine del procedimento. Il disciplinare non è mai stato formalizzato. Gli incaricati di tale società hanno fino ad ora lavorato in forza di una lettera di incarico dell’ingegner De Santis che daterei circa a giugno 2009». A Fittipaldi viene poi chiesto di elencare le ragioni che giustificarono il blocco del cantiere visto che secondo il suo predecessore era necessario un provvedimento motivato del ministero e anche in questo caso lui non può che «confermare la circostanza». Poi aggiunge: «È stata proprio questa la ragione del contrasto che ha poi portato alla sostituzione di Mercuri».

Fiorenza Sarzanini

Gli appalti della «cricca»: ecco le consulenze d’oroultima modifica: 2010-05-10T13:03:06+02:00da
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