Messo a punto dall’Università di Sheffield. Arriva l’eco-abito da nozze. Stesso materiale dei detersivi biodegradabili. Non occupa posto. Si disfa con una doccia
Dai ricercatori della Hallam University Sheffield (Inghilterra) arriva un abito matrimoniale realizzato in alcol polivinilico, composto chimico ottenuto per idrolisi e solubile in acqua
AMORE ETERNO – La sposina, dopo aver scelto con cura questo capo che continua a rappresentare nell’immaginario di molte fanciulle il sogno della favola e dell’amore eterno, potrà disfarsene con una semplice doccia, conservandolo nel cuore (se vorrà), ma non negli armadi già troppo affollati. O altrimenti potrà farne una sorta di spezzatino, convertendo la veste matrimoniale in cinque differenti capi di uso più comune. L’iniziativa usa e getta rispecchia in pieno la nostra società effimera e veloce, dove tutto passa repentinamente e poche cose restano, e verrà presentata alla mostra dedicata al matrimonio ecologicamente sostenibile, organizzata dalla stessa Università britannica (fino al 16 maggio).
BIODEGRADABILE– L’insolito abito nuziale sarà realizzato con lo stesso materiale usato anche per detersivi e risponde soprattutto a un’esigenza di rispetto ambientale, obiettivo che contraddistingue l’ultima frontiera dell’industria del fashion: la moda, dopo aver inseguito per anni il bello e l’armonia, ora sposta lo sguardo verso l’ambiente, corteggiando tessuti biodegradabili e unendo l’arte alla tecnologia.
ECO-FRIENDLY – I matrimoni sono notoriamente vere e proprie macchine consumiste, con un dispendio economico ed ecologico altissimo, ma l’idea di un matrimonio sostenibile è possibile e inizia anche a essere molto sentita, come dimostrano altre iniziative recenti in questa direzione. In occasione della «Fashion Paper» milanese, mostra itinerante dedicata a Moda, Arte e Design in carta, gli studenti avevano realizzato per esempio un abito matrimoniale di carta da imballo riciclata o filtri da tè.
SPOSA BAGNATA – Finita la luna di miele e passata la festa, che fare dunque del vestito da sposa? Conservarlo accuratamente con l’idea di tramandarlo alla figlia, sistemarlo comodamente nell’armadio come una sorta di cimelio sacro o stivarlo nel baule dei ricordi, aspettando che il tempo lo ingiallisca? Senza contare che l’epidemia dilagante di divorzi fa sì che spesso possa diventare un capo scomodo da traslocare, senza per questo rinnegare quel «sì» che si pensava potesse durare per sempre. L’idea del team di designer e scienziati della Sheffield Hallam University potrebbe essere una risposta ecologica e pragmatica. Fermo restando che in caso di pioggia al vecchio adagio «Sposa bagnata, sposa fortunata» si dovrà sostituire il detto «Sposa bagnata, sposa spogliata».
Emanuela Di Pasqua