IL NYTIMES: «IL GREGGIO IN SUPERFICIE È SOLO UNA MINIMA PARTE». La compagnia: «Stiamo pompando parte del flusso che fuoriesce dal pozzo. Ma agiamo con prudenza»
Mentre i lunghi tentacoli di greggio color ruggine tingono di morte il Golfo del Messico, dove gran parte della ‘macchia nera’ sarebbe concentrata nei fondali, affiorano le prime speranze. Grazie al “siringone” introdotto nel braccio flessibile del pozzo della British Petroleum, gli ingegneri al lavoro per arginare quella che rischia di trasformarsi nella più grande marea nera della storia sono riusciti a pompare in superficie quantità di greggio e di gas naturale. Fonti della compagnia riferiscono infatti che al secondo tentativo il sistema del cosiddetto tubo-siringa inserito ad oltre 1.500 metri di profondità sta «funzionando estremamente bene». La Bp ha annunciato che «oltre a pompare in superficie il greggio», tenterà di «iniettare fanghi pesanti nella falla per bloccarla permanentemente entro 7-10 giorni». In questo momento, ha aggiunto un portavoce, la siringa sta pompando «parte» del flusso che fuoriesce dal pozzo e il dispositivo sta «funzionando come previsto». La Bp sta agendo però con grande prudenza, per evitare, come è successo nella notte tra sabato e domenica, che la siringa di stacchi dal tubo flessibile del pozzo. Per ottenere risultati significativi occorreranno giorni, forse oltre una settimana. «Continueremo ad aumentare le quantità » di petrolio estratto, ha precisato il vicepresidente, e «ci vorrà un certo tempo».
SUL FONDO – Alcuni ricercatori, citati dal New York Times, riferiscono però che il greggio in superficie sulle acque del Golfo del Messico è solo una minima parte di quello che si cela nelle acque profonde e che resta occultato alla vista. Gli studiosi hanno trovato diversi ‘pennacchi’ di petrolio fuoriusciti dalla falla aperta a 1.525 metri dall’esplosione della piattaforma Deepwater Horizon il 20 aprile scorso. In un caso è stata individuata una chiazza lunga 16 chilometri e larga 5 e spessa 100 metri. «C’è una allarmante quantità di petrolio sul fondo a paragone di quello che vediamo in superficie», ha spiegato Samantha Joye, dell’università della Georgia.
L’IRA DI OBAMA – Il presidente Usa, Barack Obama, era stato durissimo nei giorni scorsi con le compagnie petrolifere coinvolte nella massiccia perdita di greggio nel Golfo del Messico per lo «spettacolo ridicolo» nel rimpallarsi la responsabilità dell’incidente. Nei commenti dopo una riunione del gabinetto per discutere gli sforzi per bloccare la perdita e limitarne l’impatto sulle comunità della costa del Golfo, Obama ha detto di essere arrabbiato e frustrato per la perdita, che minaccia di essere un disastro ecologico ed economico.
una soluzione percorribile può essere quella di creare un maxi tubo con effetto venturi; la pianta del tubo adiacenter alla falla sarà di forma quadrata con il lati raggiati verso l’interno e potrebbe essere trasportata da 4 sottomarini ai lati. La parte con effetto Venturi, per poter sopperire alla pressione può essere composta da più tubi vicini tra loro che man mano possono accogliere la fuoriuscita del greggio. Tali tubi defluiranno in un unico tubo composto da più sezioni con innesto rapido a 1/4 di giro con blocco (senza fare le saldature in acqua). Per tale idea ho già fatto degli schizzi, ed essendo titolare di una ditta che si occupa di meccanica, avendo uno studio di ingegneria e fornitori qualificati per la grande carpenteria, l’idea ha una sua base scientifica.
Se si potesse trovare un’azienda di grossa carpenteria nelle vicinanze del problema, sono disponibile in qualche giorno a seguire le operazioni che potrebbero essere eseguite in contemporanea con il progetto esecutivo.
il petrolio superficiale può essere separato dall’acqua mediante l’utilizzo di supercentrifughe,previo apposito trattamento della miscela acqua-olio.Ovvio il fatto che ,data l’ampiezza,ci vogliono più macchine e più piccole petroliere.Cosi facendo l’acqua si ributta in mare ed il petrolio si stocca in cisterna.