INCHIESTA GRANDI APPALTI. Lista Anemone, sospetti su una contabilità in nero
Altero Matteoli (Eidon) |
ROMA — L’indagine sugli appalti per i “Grandi Eventi” entra alle Infrastrutture. I magistrati hanno convocato il responsabile dell’ufficio legislativo e il capo di gabinetto del ministro Altero Matteoli. Motivo dell’interrogatorio di Gerardo Mastrandrea e Claudio Iafolla sono i criteri di nomina dei funzionari, primo fra tutti Fabio De Santis, e le procedure di autorizzazione dei lavori pubblici. Ma anche i rapporti stretti tra Iafolla e Angelo Balducci, così come emergono dalle telefonate intercettate dai carabinieri del Ros. Le «commesse» affidate alle imprese di Diego Anemone rimangono al centro degli accertamenti, anche perché la lista trovata in uno dei computer appare inesatta nelle date e soprattutto non contiene una serie di aggiudicazioni che il costruttore ha avuto negli ultimi anni.
«La nomina De Santis? Sta bene al ministro» – La prima volta che il nome di Iafolla compare nelle intercettazioni, risale al maggio 2008. Balducci parla al telefono con il suo amico della Corte dei Conti Antonello Colosimo. Annotano i carabinieri: «Esterna la sua intenzione di voler lasciare il Dipartimento del Turismo, asserendo di averne già fatto cenno al sottosegretario Brambilla e Colosimo vuole appunto parlare della possibilità che il suo interlocutore torni ad occupare il posto originario, alludendo alla carica di presidente del Consiglio Superiore presso il ministero delle Infrastrutture. E afferma: “Secondo me conviene … ma tu devi tornare al posto originario …tu sai che Claudio Iafolla che è mio amico fraterno ed Ernesto Basile che è mio fratello … noi abbiamo già un discorso in piedi su di te». Effettivamente pochi mesi dopo vengono intercettate alcune telefonate dirette tra Balducci e Iafolla. L’occasione è la nomina di De Santis a Provveditore della Toscana.
È il 20 gennaio 2009. Il capo di gabinetto cerca il provveditore.
Iafolla : pronto
Balducci : consigliere
Iafolla : ah … ti avevo chiamato… però ho visto che mi avevi mandato tutte le carte lì per Fabio
Balducci : coso … De Santis
Iafolla :questo lo nominiamo come esterno eh perché questo … non è dirigente
Balducci: … certo … certo
Scrivono i carabinieri nell’informativa: «Iafolla chiede e riceve da Balducci assicurazione che il curriculum di De Santis sia di livello, anche la fine di prevenire eventuali lamentele e ricorsi da parte degli esclusi».
Iafolla : il curriculum non l’ho letto ma ha un buon curriculum si?… tutti agguerriti … rompono i coglioni … insomma senti questo sta bene al ministro … è una scelta sua … no?
Balducci «conferma l’indicazione di Iafolla, assicurando che si tratta comunque di un buona scelta»: «Sì, be’ per me sarà anche una sorpresa per la verità … però lui sarà un risultato, come lo conosco io, di primo livello proprio eh».
Il blocco dei lavori per la Scuola Marescialli – Nella storia infinita dell’appalto per la costruzione della scuola dei Marescialli Iafolla e Mastrandrea sembrano aver avuto un ruolo importante. I lavori inizialmente assegnati alla Btp di Riccardo Fusi, furono poi affidati alla ditta Astaldi. Fu proprio Fusi — con l’appoggio del suo amico Denis Verdini, coordinatore del Pdl — a brigare perché il cantiere venisse fermato e lui potesse così provare a ottenerne nuovamente la titolarità. Nell’informativa consegnata ai magistrati i carabinieri ricostruiscono che cosa avvenne nelle stanze del ministero: «Il pomeriggio del 9 febbraio 2009 Gerardo Mastrandrea accenna a Balducci che ha avuto modo di parlare con Iafolla e con la dottoressa Maria Pia Pallavicini, dirigente del ministero, delle misure da adottare per il cantiere “perché il ministro è un po’ preoccupato”». Le consultazioni evidentemente ottengono però l’effetto di risolvere la questione perché «la mattina dopo Pallavicini riferisce a Balducci che è stata investita da Iafolla e Mastrandrea della problematica relativa al cantiere della Scuola Marescialli e di aver preso visione della relazione, alludendo al documento predisposto dalla commissione composta da Fabio De Santis, Silvio Albanesi e Andrea Ferrante, in cui si propone la sospensione temporanea dei lavori. Balducci puntualizza che si tratta si una sospensione “tecnica” da ritenersi però “strumentale”. La Pallavicini spiega che la motiverà anche con la necessità di effettuare la verifica delle condizioni di sicurezza del cantiere. Ma accenna pure alla necessità di dover trovare una via d’uscita durante il periodo di sospensione dei lavori, alludendo probabilmente proprio alla sostituzione dell’impresa». I magistrati di Firenze e Perugia vogliono adesso sapere il retroscena di questo blocco, scoprire chi ne fosse stato realmente informato, verificare i contatti tra Verdini e Matteoli sulla vicenda, visto che le telefonate dimostrano come il coordinatore del Pdl insistesse con il ministro affinché si occupasse della questione.
I lavori cancellati dalla lista – Sarà la Guardia di Finanza a dover indagare invece su tutti i misteri che riguardano la lista trovata nel computer della “Anemone Costruzioni”: 370 clienti del costruttore che avrebbero beneficiato delle ristrutturazioni. Un aiuto potrebbe arrivare dall’architetto Angelo Zampolini che sarà interrogato oggi dai magistrati di Perugia Sergio Sottani e Alessia Tavarnesi. Il resto dovrà invece essere accertato confrontandola con quella degli appalti pubblici ottenuti dall’imprenditore. È bastato infatti un primo esame per scoprire che quell’elenco non contiene la maggior parte dei lavori che l’imprenditore era riuscito ad aggiudicarsi. La circostanza avvalora così l’ipotesi che quelle voci custodite nel pc non fossero state registrate nei bilanci e — in numerosi casi — non sia stata emessa alcuna fattura. Si tratterebbe dunque della prova dell’esistenza di una contabilità parallela a quella ufficiale, ma anche la dimostrazione che molte di quelle ristrutturazioni erano in realtà la contropartita che l’imprenditore forniva a chi lo aveva agevolato nelle assegnazioni. Non a caso l’attenzione si sta concentrando sui lavori effettuati per il Vaticano, per i politici e per numerosi funzionari delle Infrastrutture e del Provveditorato che avevano poi il potere di segnalarlo quando si trattava di scegliere le ditte per i Grandi Eventi. Resta anche da capire come mai alcune «commesse» siano state archiviate con date certamente false. Il caso più eclatante è quello della ristrutturazione della casa del ministro Claudio Scajola che lo stesso Anemone contribuì ad acquistare. Nella lista quell’appartamento è inserito nella colonna relativa all’anno 2003. È invece certo che fu comprato molto dopo, esattamente nel luglio 2004. Al momento nessuno è stato in grado di spiegare questa incongruenza. Tra le ipotesi esplorate c’è quella che l’elenco sia stato compilato in tutta fretta quando Anemone e gli altri componenti della “cricca” furono avvisati che era stata avviata un’indagine dalla procura di Roma. Ma, appunto, al momento è solo una tesi. E per cercare di saperne di più sarà confrontata con un altro file trovato nello stesso computer: quello che contiene i nomi di tutti i dipendenti, compresi quelli che non sono mai stati messi in regola, impiegati nei cantieri che il costruttore aveva sparsi in Italia.
Fiorenza Sarzanini