L’appello del cardinale ai politici: «serve impegno bipartisan». Bagnasco suggerisce di introdurre il quoziente familiare e chiede che venga garantito lavoro ai giovani
Il card.Angelo Bagnasco |
CITTÀ DEL VATICANO – Quoziente familiare e lavoro ai giovani. Mentre il governo è impegnato a mettere a punto la manovra economica, il presidente della Cei, Angelo Bagnasco, si rivolge alla politica e lancia l’allarme. L’Italia, spiega il numero uno dei vescovi italiani, «sta andando verso un lento suicidio demografico». Per questo, «urge una politica che sia orientata ai figli, che voglia da subito farsi carico di un equilibrato ricambio generazionale». Non solo. Secondo i vescovi italiani è necessario che la politica compia un «supplemento di sforzo» per garantire il lavoro ai giovani. L’occupazione «spesso oggi latita, creando situazioni di disagio pesante nell’ambito delle famiglie giovani e meno giovani, in ogni regione d’Italia, e con indici decisamente allarmanti nel Meridione. Il lavoro, in sostanza, è tornato ad essere, dopo anni di ragionevoli speranze, una preoccupazione che angoscia e per la quale chiediamo un supplemento di sforzo e di cura all’intera classe dirigente del Paese: politici, imprenditori, banchieri e sindacalisti».
«IMPEGNO BIPARTISAN» – Per Bagnasco serve in Italia un impegno bipartisan per affrontare il nuovo giro di vite e le nuove ristrettezze imposte dalle decisioni dell’Unione Europea per affrontare gli ulteriori sviluppi della crisi economica. A riguardo il presidente della Cei, auspica «un responsabile coinvolgimento di tutti nell’opera che si presenta sempre più ardua».
PEDOFILIA – Aprendo a Roma la 61esima assemblea generale dei vescovi italiani, il presidente della Cei ha affrontato diversi temi. Primo fra tutti lo scandalo pedofilia. «La Chiesa farà di tutto per continuare a meritare la fiducia delle famiglie italiane, anche di quelle non credenti» ha promesso Bagnasco. Il cardinale ha ricordato che gli importanti cambiamenti all’interno della Chiesa nelle procedure sanzionatorie con regole uniformi sia per quel che concerne la responsabilizzazione delle Diocesi sia per quanto riguarda la competenza del governo centrale, prevedendo anche, caso per caso, la rinuncia alla prescrizione furono introdotti dall’allora cardinale Joseph Ratzinger, prefetto della Dottrina della Fede, sempre «con l’avallo di Giovanni Paolo II». «Il perdono del peccato non guarisce automaticamente la malattia né sostituisce la giustizia» ha poi aggiunto Bagnasco, mettendo anche in guardia dal rischio che le multinazionali della pornografia possano allargare la loro influenza tramite il digitale terrestre.
RIFORME E UNITÀ – Quanto al federalismo, il cardinale ha ribadito il sì dei vescovi ad una riforma che si muova in questa direzione, sottolineando tuttavia che «l’unità del Paese resta una conquista e un ancoraggio irrinunciabile». La Chiesa italiana, ha anche assicurato il numero uno dei vescovi, non risparmierà «energie morali né culturali» per partecipare al «significativo anniversario» dei 150 anni dell’Unità d’Italia.
MAFIA – Bagnasco ha accennato poi ai «risultati importanti che a ripetizione si stanno ottenendo» nella «formidabile azione di contrasto che stanno svolgendo contro le cosche malavitose e la loro pervasiva ramificazione su tutto il territorio nazionale e oltre»: «Se da una parte ci dicono quanto il malaffare sia radicato nel nostro Paese, dall’altra ci avvertono che il male, anche quello più organizzato, non è imbattibile» ha sottolineato il presidente Cei.
CROCIFISSO – Infine Bagnasco ha auspicato che la Corte europea di Strasburgo, in sede di ricorso, rettifichi con «lungimiranza» l’«incredibilità» della sentenza di primo grado in cui si chiedeva la rimozione del crocifisso dalle aule scolastiche pubbliche. La Corte affronterà il ricorso nel prossimo mese di giugno.
Redazione online