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Camorra, tangente su vincita del superenalotto: 5 arresti

Il clan Cava-Genovese aveva individuato molti dei 30 fortunati che nel gennaio del 2008 avevano centrato un 6 da 33 milioni di euro. Da ognuno dei vincitori, operai e artigiani, pretendevano con minacce parte della vincita per finanziare gli affiliati

 

 

 

AVELLINO – Le mani della camorra e della mafia vanno sempre dove ci sono i soldi. Anche nel caso del Superenalotto. Esponenti del clan Cava-Genovese erano riusciti infatti a individuare molti dei trenta fortunati vincitori che, giocando in società un sistema, il 17 gennaio 2008 avevano centrato un 6 da 33 milioni di euro a Ospedaletto d’Alpinolo, in provincia di Avellino. Da ognuno dei vincitori, in maggioranza operai e artigiani, pretendevano con minacce e intimidazioni parte della vincita per finanziare il clan e sostenere gli affiliati finiti in carcere e le loro famiglie. Cinque gli arresti a conclusione di indagini durate un anno e mezzo.

DENTRO ANCHE FIGLIO DEL BOSS – Le ordinanze di custodia cautelare riguardano esponenti di spicco del clan attivo nel Vallo di Lauro, nella zona del Partenio e nell’hinterland avellinese. In carcere è finito anche Marco Antonio Genovese, figlio del boss attualmente detenuto Modestino, accusato anche di minacce nei confronti di un imprenditore della zona che non aveva voluto assumere nella sua azienda un giovane segnalato dal clan.

JACKPOT – Intanto martedì sera nessuno ha azzeccato la sestina vincente (6, 34, 43, 60, 71, 73. Jolly 81. Superstar 71) e il jackpot per l’estrazione di giovedì è così salito a 78 milioni di euro, già il quarto più alto della storia del concorso.

Redazione online

Camorra, tangente su vincita del superenalotto: 5 arrestiultima modifica: 2010-05-26T12:16:24+02:00da
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