Intrattenimento. Dal tennis e dal Roland Garros parte la rivoluzione tridimensionale sulle tv di casa
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Laurent Abadie, numero uno Europa di Panasonic |
PARIGI – Placidamente afflosciati sul sofà e con la (strana) sensazione di trovarsi in tribuna sul centrale del Roland Garros: meraviglie delle trasmissioni tv in 3D. Con il torneo di Parigi, il «campionato del mondo sulla terra battuta», è stata infatti inaugurata la trasmissione tridimensionale in diretta in tutta Europa: il segnale 3D – grazie alla partnership tra Panasonic, Orange ed Eurosport – viaggerà in tutta Europa via satellite fino al 6 giugno, giorno della finale: 58 Paesi collegati e quasi 4 mila locali, negozi e centri commerciali dove poter ammirare le nuove frontiere dell’intrattenimento. Noi l’abbiamo visto in anteprima e ce lo siamo fatto spiegare dai tecnici e dagli addetti ai lavori.
L’EFFETTO CHE FA – La prima impressione? Davvero niente male. La vecchia scatola della nostra infanzia non esiste più: è diventata magica, con una profondità sorprendente. Fin troppo banale dire che la visione è «rivoluzionaria», anche se dopo Avatar abbiamo capito che (quasi) tutto è possibile. In effetti, all’inizio, è persino scioccante tanto è diversa, ma non fastidiosa, a parte un po’ di nausea iniziale e malgrado gli occhialoni attivi piazzati sugli occhialini da vista. È anzi avvincente. Tanto che, dopo l’iniziale smarrimento, si comincia ben presto ad appassionarsi a quella pallina così rotonda, così piena… Tanto da sembrare vera, insomma. E per una volta non si tratta di figurine digitali realizzate al computer, ma di una produzione in tempo reale e personaggi in carne e ossa. E per esserne certi basta inforcare gli occhiali fascianti alla fratelli Righeira e ammirare… le gambe e i muscoli levigati di Venus Williams, che tira mazzate sul centrale parigino (non che si nutrissero dubbi sul fascino atletico, ma in 3D fa una certa impressione).
MASS MARKET – «Quello che avete appena visto non è il futuro – avverte Laurent Abadie, il grande capo Europa di Panasonic – tutto ciò è possibile, già oggi». I player internazionali hanno una gran voglia di dimostrare che le prospettive del 3D non sono soltanto i videogiochi stereoscopici con piogge di proiettili da schivare sul divano o i dvd Blue-Ray che le major di Hollywood si stanno preparando a far uscire nel nuovo formato: Avatar, ovviamente, Alice e i cartoon digitali (per non dimenticare il porno, mondo da sempre attento alle rivoluzioni tecnologiche, dal Vhs in poi). La certezza è che senza copiare la tv tradizionale e senza produzioni in larga scala la versione 3D difficilmente diventerà «domestica». E allora via con lo sport: «Siamo già pronti per il mercato di massa – aggiunge Abadie – E siamo convinti che nel 2012 la metà delle tv a grande schermo vendute nel mondo sarà 3D. Perciò ci stiamo già preparando per l’Olimpiade: i Giochi di Londra li vedremo tutti a tre dimensioni». Ma nulla vieta di immaginare un intero palinsesto con una dimensione in più, a partire da news e reportage. «Solo che eventi sportivi attirano tantissimi utenti – spiega Laurent La Lay, presidente e ad di Eurosport, che ha prodotto il Roland Garros 3D con la francese Orange – Dai nostri test abbiamo visto che praticamente tutti gli sport possono essere goduti nella nuova modalità, a partire da boxe, calcio, rugby e golf».
SCHERMI E RIPRESE – Peraltro le produzioni 3D non si preannunciano proibitive a livello di costi: per seguire i match del campo centrale, l’unico collegato, bastano 5 telecamere bifocali incredibilmente piccole e compatte, che pesano meno di 3 chili, costano attorno ai 20 mila dollari e danno la netta impressione di modelli «prosumer», a metà tra le esigenze professionali e quelle dei normali consumatori. «E siamo già pronti per una macchina – confida Abadie – ancora più compatta e leggera». La trasmissione 3D richiede, peraltro, una regia dedicata: nel tennis le inquadrature non passano velocemente da un protagonista all’altro, per non disorientare chi guarda, e la ripresa ideale è quella dall’angolo in alto, di tre quarti rispetto al campo da gioco. Notevoli anche le grafiche in sovraimpressione: «galleggiano» davanti agli occhi come pesciolini nell’acquario, ma possono anche essere gestite all’interno dell’immagine, per esempio durante i replay, per fornire indicazioni e informazioni ai telespettatori (e, immaginiamo, anche robusti contenuti pubblicitari).
UN MILIONE DI TV – Infine i nuovi, grandi schermi (costo attorno ai 2.500 euro), i più adatti alla visione «profonda»: i primi modelli dei player mondiali sono già arrivati nei negozi (e già venduti). Panasonic ha puntato sul plasma (per ora con un 46 pollici, presto arriveranno il 50 e 65 , fino ad arrivare a un «mostro» da 152): «Il plasma è la tecnologia migliore – secondo Fabien Roth, responsabile del settore tv di Panasonic in Europa – per garantire la migliore qualità al 3D senza ghosting, aloni o effetti che disturbano la visione malgrado l’alta frequenza delle immagini, oltre 60 per occhio, trasmesse ogni secondo. Senza contare che nella configurazione tradizionale 2D la qualità dell’immagine è eccezionale». Per Yoshiiko Miyata, capo mondiale delle tv del gruppo giapponese, l’obiettivo di un milione di tv vendute entro l’anno è a «portata di mano», con la maggior parte distribuite negli Stati Uniti, dove DirecTv 3D inaugurerà le trasmissioni tridimensionali il prossimo 11 luglio con il baseball e i mitici Yankees sul «diamante». Numeri notevoli e una corsa verso il futuro persino troppo accelerata: non è che ci ridurremo a passare le giornate con moglie e figli davanti a maxi-schermi seduti su maxi-divani inforcando maxi-occhialoni? A proposito, di vedere la tv 3D senza lenti attive non se ne parla. Per ora, almeno, questa è davvero fantascienza. E comunque, per dirla tutta, Venus dal vivo è ancora più bella.
Paolo Ligammari