La relazione annuale/«Più poteri per la rimozione dei manager bancari scorretti». «Bene la manovra, è inevitabile. Ora riforme di lavoro e pensioni. La lotta all’evasione porti a ridurre le tasse»
Il governatore Mario Draghi |
ROMA – Crisi, riforme e crescita. Sono queste le parole d’ordine contenute nelle «considerazioni finali» di Mario Draghi all’Assemblea annuale della Banca d’Italia. Nel suo discorso, il governatore ha puntato il dito contro la corruzione diffusa nelle amministrazioni pubbliche del nostro Paese che, ha denunciato il numero uno di Palazzo Koch, finisce per frenare lo sviluppo. Non solo: con la crisi «i costi dell’evasione fiscale e della corruzione divengono ancora più insopportabili»: l’evasione «è un freno alla crescita perché richiede tasse più elevate per chi le paga», mentre «relazioni corruttive tra soggetti privati e amministrazioni pubbliche, in alcuni casi favorite dalla criminalità organizzata, sono diffuse». Una situazione davvero allarmante, certificata dalle periodiche graduatorie internazionali che «collocano l’Italia in una posizione sempre più arretrata». La «sfida» dell’Italia per superare la crisi, secondo Draghi, è quella di «coniugare la disciplina di bilancio con il ritorno alla crescita». Con la certezza però che «dall’euro non si torna indietro». Quanto alla manovra varata dal governo, la Banca d’Italia la promuove, apprezzandone i tagli alla spesa. «Agire era inevitabile», ha spiegato Draghi, auspicando allo stesso tempo il completamento delle riforme di pensioni e lavoro, denunciando il disagio dei giovani. La Vigilanza di Bankitalia, ha chiesto infine il governatore, deve avere più poteri per la rimozione di manager bancari scorretti.
MANOVRA – La manovra varata dal governo, con l’anticipo delle misure correttive per il 2011 e 2012 e i tagli alla spesa corrente, era «inevitabile», secondo Draghi, date le condizioni dei mercati. «Nelle nuove condizioni di mercato era inevitabile agire, anche se le restrizioni di bilancio incidono sulle prospettive di ripresa a breve dell’economia italiana» ha specificato il governatore, sottolineando la necessità «di un attento scrutinio degli effetti della manovra per garantire il conseguimento degli obiettivi». Per il numero uno di Bankitalia poi è «urgente» rafforzare il Patto di stabilità europeo, introducendo sanzioni anche politiche per i paesi che non lo rispettano.
GIOVANI E LAVORO – Nel suo discorso, Draghi ha più volte ribadito la necessità di riforme strutturali, prima fra tutte quella del mercato del lavoro che favorirebbe i giovani. «In molte altre occasioni – ha detto il numero uno di Bankitalia -, abbiamo affrontato il tema delle riforme strutturali. La crisi le rende ancora più urgenti» è il monito del governatore. «La crisi – ha aggiunto – ha acuito il disagio dei giovani nel mercato del lavoro». Per questo la «riforma del mercato del lavoro va completata, superando le segmentazioni e stimolando la partecipazione». «Una ripresa lenta accresce la probabilità di una disoccupazione persistente – è l’avvertimento di Draghi -. Questa condizione, specie se vissuta nelle fasi iniziali della carriera lavorativa, tende ad associarsi a retribuzioni successive permanentemente più basse».
EVASIONE FISCALE E MACELLERIA SOCIALE – Altro argomento caro al governatore della Banca d’Italia la lotta all’evasione. Secondo Draghi, le misure avviate dal governo devono necessariamente «consentire» la riduzione «delle aliquote. Il nesso fra le due azioni va reso visibile ai contribuenti» è l’opinione del governatore. Duro l’attacco agli evasori fiscali: «Macelleria sociale – ha detto Draghi – è una espressione rozza ma efficace: io credo che gli evasori fiscali siano i primi responsabili della macelleria sociale».
IVA – «Se l’Iva fosse stata pagata il nostro rapporto tra il debito e il Pil sarebbe tra i più bassi dell’Unione Europea» ha detto durante il suo intervento all’assemblea di Bankitalia il governatore. Draghi ha spiegato infatti che «tra il 2005 e il 2008 il 30% della base imponibile dell’iva è stato evaso: in termini di gettito sono oltre 30 miliardi l’anno, 2 punti di Pil».
«VIA I MANAGER SCORRETTI» – Dal numero uno di Palazzo Koch, infine, è arrivata una richiesta precisa in merito a banche e manager scorretti. La Banca d’Italia, è l’appello dei governatori, abbiano più poteri per rimuovere dalle banche, come avviene in altri Paesi e come consiglia il Comitato dei supervisori europei (Cebs), «i responsabili di gestioni scorrette o altamente rischiose prima che la situazione sia gravemente deteriorata e si debbano perciò attivare provvedimenti di rigore». Draghi ha sottolineato a tal riguardo l’azione massiccia della Vigilanza: nel 2009 le ispezioni a banche e intermediari sono state più di duecento. Inoltre, in un passaggio aggiunto a braccio alle sue considerazioni finali, Draghi ha parlato del ruolo delle Fondazioni come azionisti delle banche. «Non credo – ha voluto specificare il governatore – che sia interesse di nessuno, nemmeno delle Fondazioni, tornare agli anni ’70-’80 quando la maggioranza di turno nominava gli amministratori delle banche e suggeriva anche i clienti privilegiati».
Redazione online