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Facebook in crisi? Solo 34 mila hanno lasciato il social network

Gli utenti delusi dalle regole sulla privacy cancellano il proprio profilo. Una goccia nel mare rispetto agli oltre 540 milioni di iscritti. Ma si cercano alternative

 

MILANO – Per il momento è stato un mezzo flop: 34 mila utenti hanno aderito finora all’iniziativa QuitFacebookDay.com in cui gli utenti delusi dalle regole sulla privacy cancellano il proprio profilo dal popolare social network. Poche rispetto agli oltre 540 milioni di iscritti. Ma forse non tutto è perduto per gli organizzatori. E nel frattempo ci si guarda intorno in cerca di alternative.

FLOP – I commenti sul sito sono migliaia: «Dopo questo post lascio per sempre Facebook», scrive Alejandro, «anche se aiuta a incontrare vecchi amici, la gente che ti sta attorno si dimentica oramai di dirti “ciao”». Un altro utente si lamenta: «Siete soltanto frustrati perché Facebook è ormai conosciuto in tutto il mondo. È tutta invidia». Sul sito sono pubblicate tutte le indicazioni e un video che spiega come chiudere il proprio account dalla rete sociale. Poco più di 34 mila di loro hanno annunciato di abbandonarlo per protesta contro le regole sulla privacy adottate dal social network, sulla scia di un crescente sentimento di disincanto, di critiche e polemiche sollevate non solo dagli utenti, ma anche dagli organi d’informazione e da qualche politico. Non si può dunque parlare di successo per la giornata Quit Facebook Day, indetta per il 31 maggio dai due giovani canadesi, Joseph Dee e Matthew Milan: l’iniziativa è riuscita a malapena a raggiungere lo 0,01% dell’utenza totale. Forse perché è stata mal pubblicizzata, sostengono alcuni analisti: negli Usa, stando a un sondaggio della Vision Critical, appena l’11% degli intervistati era a conoscenza dell’evento.

FUTURO DI INTERNET – Anche se nei giorni scorsi Mark Zuckerberg, il capo della società californiana, aveva fatto alcune concessioni e annunciato con un post sul blog istituzionale misure di emergenza per reinstaurare i sistemi di controllo ottimali e ripristinare così l’immagine del network, l’iniziativa va ben oltre la questione del controllo dei propri dati. «Il modo in cui Facebook vuole organizzare il futuro di Internet e si erge a mercante della nostra identità online non mi piace affatto», ha spiegato Joseph Dee.

DIASPORA – Ma Facebook non è insostituibile: gli utenti scontenti di Facebook si guardano intorno in cerca di alternative. In queste settimane si è fatto un gran parlare in Rete del progetto Diaspora, l’iniziativa di quattro newyorkesi, mirato a creare un social network decentralizzato, più aperto e trasparente rispetto a quelli attuali e che dovrebbe partire entro la fine dell’estate. Insomma, un concorrente che vuole raccogliere tutti quei delusi da Facebook. E sembra proprio che ce ne siano già tanti. Nel giro di pochi giorni Diaspora ha infatti raccolto quasi 200 mila dollari in donazioni attraverso il sito Kickstarter. A contribuire con un’offerta privata è stato persino il capo di Facebook, Zuckerberg, che ha definito Diaspora una «bella idea».

MACCHINA DA CLIC – Ciò nonostante, visto che i «fuggiaschi» di Facebook sono ancora pochi, l’artista americano Sean Dockray suggerisce un’altra strada e lancia il «Facebook Suicide Bomb Manifesto». La strategia è semplice: l’utente, in maniera del tutto indiscriminata, deve cliccare il pulsante «mi piace» sul più vasto numero di pagine possibili, aderire a qualsiasi «gruppo» e raccogliere il maggior numero possibile di amici stranieri. «Diventate una macchina da clic», consiglia Dockray. «Ogni clic decompone il tuo io virtuale creato per te da Facebook». L’invisibilità nelle reti sociali, conclude l’artista, nasce anche dal sovraccarico di informazioni.

Elmar Burchia

Facebook in crisi? Solo 34 mila hanno lasciato il social networkultima modifica: 2010-06-01T15:35:24+02:00da
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