Il premier nel corso della riunione del Pdl di martedì mattina a Palazzo Grazioli. A Montecitorio non si faranno ulteriori modifiche. Il testo al presidente Fini solo mezz’ora prima del vertice
Il presidente della Camera Gianfranco Fini (Imagoeconomica) |
ROMA – Sulle intercettazioni «è stato trovato un punto di equilibrio», c’è stato «un lungo lavoro di mediazione» all’interno del partito, ma ora «non dobbiamo perdere più tempo e bisogna votarlo senza ulteriori modifiche». È questo il giudizio che Silvio Berlusconi, secondo quanto riferito da diversi presenti, ha dato nel corso dell’Ufficio di Presidenza del Pdl al testo sulle intercettazioni. «Avrei preferito un testo più incisivo per impedire abusi nell’utilizzo delle intercettazioni, ma il compromesso raggiunto dimostra che il Pdl è un partito democratico in cui le decisioni vengono prese con il contributo di tutti». Poi avrebbe aggiunto: «Sono due anni che stiamo lavorando su questo punto. Ora basta. Ci sono gli emendamenti studiati insieme poi ci sarà l’ok del Senato e il testo non verrà modificato più alla Camera». Silvio Berlusconi, durante l’ufficio di presidenza del Pdl, ha ribadito che «il lavoro sul provvedimento è stato ultimato» e non bisognerà più intervenire. Il presidente del Consiglio, riferiscono alcuni presenti all’incontro, ha fissato tempi stretti e soprattutto ha rispedito al mittente le accuse di voler mettere il bavaglio all’informazione: «continuano a criminalizzarci, è una cosa assurda», ha ripetuto il Cavaliere. Poi lui stesso, al suo arrivo alla convention di Federalberghi, svela che nel corso della riunione c’è stata «una sola astensione, la mia e me ne spiaccio ma il programma del Pdl è vincolante e questa legge non adempie a tutte le promesse». Poi attacca: «Lobby dei magistrati e dei giornalisti ci hanno impedito di giungere ad un testo che difenda al 100% il nostro diritto di libertà».
I PRESENTI – Il premier ha comunque sottolineato che si tratta di un passo importante verso una migliore regolamentazione dello strumento di indagine. «Nel programma avevamo scritto una cosa dai principi molto più forti. Ora il testo è stato modificato ma non va più cambiato» ha detto il premier prima che il vertice del pdl votasse all’unanimità il via libera al provvedimento. Il premier ha ringraziato il Guardasigilli, Angelino Alfano, per il lavoro svolto. Nel parlamentino di via del Plebiscito, oltre al premier, c’erano i ministri del Pdl, tra cui il guardasigilli Angelino Alfano. Presenti, tra gli altri, capigruppo e vice del partito alla Camera e al Senato, il sindaco di Roma Gianni Alemanno e altri esponenti del partito.
VERSO SÌ FINIANI – Intanto sul provvedimento i finiani confermano un sostanziale sì, continuando però a nutrire dubbi sul meccanismo delle 48 ore che di volta in volta andrebbero ad aggiungersi ai tempi limite stabiliti per la possibilità di intercettare. Infatti in una nota il senatore finiano e sottosegretario al Welfare, Pasquale Viespoli afferma che «l’esame degli emendamenti conferma alcuni passi avanti soprattutto in tema di intercettazioni ambientali, ricusazione e astensione. Positiva è la volontà di superare il limite rigido dei settantacinque giorni anche se le modalià indicate necessitano di un’ulteriore riflessione per evitare un impatto negativo sull’organizzazione giudiziaria». Intanto lunedì il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, è salito al Quirinale per illustrare al Capo dello Stato il testo definitivo del provvedimento. Secondo quanto si apprende solo martedì presto il testo è arrivato ai finiani e alle 8.30, a mezz’ora dall’inizio del vertice, Gianfranco Fini ha potuto valutarlo.
Redazione online