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Nocera, i colleghi dell’infermiera: “Un modello, pregava Padre Pio”

«Donna irreprensibile. Con noi da 10 anni, la riprenderemmo ora»

 

Una cosa è certa: qui, nel reparto di Osservazione chirurgica polispecialistica del Cardarelli di Napoli, hanno tutti un ottimo ricordo di Annarita Buonocore. Anzi, qualcuno la riprenderebbe a lavorare già da domani. Perché Rita (così la chiamano tutti) non ha mai dato segni di squilibrio o di sofferenza. Nessun ritardo, nessuna negligenza, sempre disponibile a cambiare turni con colleghi e colleghe. Infermiera la cui esperienza si è forgiata in uno dei reparti più difficili dell’immenso ospedale partenopeo.

«Qui non sono ammessi errori: i ricoverati sono tutti in condizioni delicate e hanno bisogno di assistenza 24 ore su 24. E Rita, da questo punto di vista, era irreprensibile». Arturo Agovino ha da poco terminato un intervento chirurgico su una paziente. Dirigente medico, conosce Rita da anni e come tutti gli altri scuote la testa ogni volta che si parla di lei. «Siamo allibiti, Rita si è sempre dimostrata affidabile e preparata. Chieda anche agli altri infermieri: tutti diranno la stessa cosa». Ed è così. In questo reparto al primo piano del padiglione L del Cardarelli ci sono venti posti letto e regna un’insolita calma. «Non è sempre così – spiega un infermiere -. Alcuni giorni ci sono barelle ovunque e Rita si rimboccava le maniche e lavorava sodo».

Alla fine del corridoio c’è un altarino: una statua della Madonna, immagini di Padre Pio. C’è sempre qualcuno che prega, e c’è chi giura che anche Rita si fermava spesso qui. Una donna è esterrefatta: «Incredibile, è sempre stata così gentile. Da qualche tempo non si vedeva in reparto, chissà quanto deve aver sofferto». Ma c’è anche chi pensa all’altra mamma, quella del piccolo Luca, passata dalla gioia alla disperazione in poche ore. «Come madre – spiega una donna in visita a un parente – non oso pensare a cosa abbia passato la mamma di quel neonato».

Annarita Buonocore è entrata in questa reparto dieci anni fa dopo aver superato regolare concorso, e sempre qui ha prestato la sua opera. Il 10 maggio scorso aveva comunicato la sua assenza per malattia poi, dopo una quindicina di giorni, la caposala l’aveva contatta. «Mancava personale, ho telefonato a Rita per chiederle quando sarebbe rientrata», spiega Flora Verde. Il giorno dopo, a testimonianza del suo ottimo rapporto con tutti, Rita era in corsia. «Mi ha detto – ricorda la caposala – che dal giorno seguente sarebbe ritornata in malattia».

C’è un’infermiera però che ricorda che a loro, Rita, aveva spiegato che era incinta e che a fine mese avrebbe partorito. «Che tipo era? Ottimo elemento», anche la caposala elogia l’infermiera irreprensibile diventata ladra di bambini. «Ci fidavamo tutti di lei. Qualche anno fa anche mio marito ha subito un intervento in questo reparto – spiega Flora Verde -. Quando rientravo a casa chiedevo a Rita di assisterlo. Di lei mi fidavo ciecamente, la conoscevo da dieci anni».


ANTONIO SALVATI

Nocera, i colleghi dell’infermiera: “Un modello, pregava Padre Pio”ultima modifica: 2010-06-09T08:24:39+02:00da
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