L’ex governatore del Mississippi Ray Mabus indagherà sulle cause del disastro. La società ha accettato di versare la somma chiesta dalla Casa Bianca. La gestione dei soldi sarà indipendente
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Obama con i vertici Bp alla Casa Bianca (Reuters) |
WASHINGTON – Venti miliardi di dollari. A tanto ammonta la cifra che la Bp ha accettato di versare nel fondo per i risarcimenti della marea nera nel golfo del Messico. È quanto avevano chiesto i democratici del Senato e la società ha accettato. Lo hanno riferito il presidente Carl Henric Svanberg e l’amministratore delegato Tony Hayward durante un incontro con il presidente Obama alla Casa Bianca. Il fondo sarà amministrato da una commissione indipendente: secondo il Wall Street Journal potrebbe essere capeggiata da Kenneth Feinberg, finora incaricato di regolare stipendi e bonus dei manager di Wall Street salvati dal governo.
OBAMA – «È importante notare che questa somma non è un tetto» ha detto il presidente americano Barack Obama riferendosi ai 20 miliardi del fondo. L’incontro con Bp che doveva durante un paio d’ore si è chiuso dopo quattro ore. Il presidente ha detto che «Bp è una società forte e vitale e sarà in grado di sostenere le sue responsabilita». Obama ha riferito di aver parlato ai vertici di Bp delle sofferenze della gente del Golfo: «Hanno bisogno di aiuto adesso».
CAMERON – Il premier inglese David Cameron ha ribadito che la Bp deve avere certezze sulle sue potenziali responsabilità, ovvero le compensazioni e i danni che dovrà pagare. «È importante che l’azienda paghi richieste ragionevoli di compensazione e ha bisogno di un livello di certezza delle sue responsabilità – ha detto alla Bbc -. Questa è la preoccupazione della Bp, che non ci siano richieste che siano solo molto alla lontana legate alla fuga di petrolio».
ENERGIE PULITE – La tragedia della marea nera mostra al mondo che «è arrivato il momento di passare alle energie pulite». In precedenza, nel suo discorso solenne allo Studio Ovale, trasmesso in tv nel prime time, il presidente degli Stati Uniti si è rivolto agli americani, apostrofando quanto accaduto nel golfo del Messico come «la peggiore catastrofe ecologica» della storia del Paese.
LA NOMINA – Il presidente ha parlato per 18 minuti, con toni battaglieri. E ha annunciato di aver nominato l’ex governatore del Mississippi, Ray Mabus, a capo della commissione istituita per indagare sulle cause del disastro. Poco prima del discorso, scienziati federali hanno reso noto che le stime del geyser di greggio che fuoriesce dai fondali del golfo del Messico sono assai più alte di quanto annunciato solo la scorsa settimana: fino a 60 mila barili di greggio al giorno, pari a una Exxon-Valdez ogni quattro-sei giorni, abbastanza per riempire 22 volte ogni giorno lo Studio Ovale, ha calcolato un blog americano.
«EPIDEMIA» – «La tragedia che ha toccato le nostre coste è un richiamo doloroso e forte per farci capire che è giunto il tempo di adottare le energie pulite per il futuro e di lanciare una missione nazionale che liberi le potenzialità dell’innovazione americana prendendo in mano il nostro destino – ha detto Obama -. La grande lezione della marea nera è che le perforazioni petrolifere ormai comportano rischi enormi, quale che sia la regolamentazione. Noi americani consumiamo il 20% del petrolio mondiale ma possediamo appena il 2% delle riserve mondiali». E questo spiega perché le compagnie petrolifere sono spinte a cercare il petrolio anche a 1.500 metri di profondità sotto il mare. Obama ha poi paragonato la marea nera che deturpa il golfo del Messico a un’«epidemia» che gli Stati Uniti saranno costretti a combattere per mesi, forse anni. Il presidente ha comunque assicurato che gli Stati Uniti «combatteranno l’inquinamento con tutti i mezzi possibili e fin quando sarà necessario» e ha detto che la sua amministrazione «farà pagare alla Bp tutti i danni che questa azienda ha provocato».
Redazione online