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Donne fatali brave nella scelta del partner

STUDIO USA. Hanno scarse prospettive di carriera e cercano uomini che garantiscono un futuro finanziario stabile

NEW YORK – Diciamoci la verità: quando un uomo guarda la foto di qualche bellezza tutta curve, meglio se generosamente esposte, l’ultima cosa ai cui pensa è che un simile schianto possa avere anche un cervello. E, invece, questo luogo comune tanto caro ai maschietti (ma sposato in pieno pure da qualche donna, soprattutto se sul piano estetico non c’è match che tenga con la sirena in questione) non potrebbe essere più sbagliato. Perché le fatalone con un QI magari non da Premio Nobel sarebbero in realtà più brave nello scegliere il partner giusto (ovviamente, ricco sfondato) e nel farsi sposare, rispetto a quelle più intelligenti. E la spiegazione di tale successo non avrebbe nulla a che fare con l’avidità quanto, piuttosto, con l’istinto di sopravvivenza nei confronti dell’eventuale prole, così da assicurarle un futuro finanziariamente solido.

IL CASO NICOLE SMITH – Un esempio su tutte, preso non a caso come modello dagli studiosi della Michigan University per confermare la loro teoria, è Anna Nicole Smith, la modella di Playboy tragicamente scomparsa nel febbraio del 2007 a causa di un collasso da overdose di farmaci e bollata con l’assai poco lusinghiera etichetta di “bimbos”, che nello slang inglese indica le “bionde sceme”. Nel giugno del 1994, a soli 26 anni, la Smith (vero nome, Vickie Lynn Hogan) sposò l’89enne miliardario J.Howard Marshall, dopo che questi la vide in un topless bar. Un matrimonio chiaramente di interesse che, stante i 63 anni di differenza fra i consorti, divenne ben presto oggetto di commenti e battute al limite del buon gusto in tutti gli show tv degli Stati Uniti, ma che permise alla lungimirante ragazzona del Texas di intascare un cospicuo assegno quando il povero marito passò a miglior vita, un anno dopo le nozze, sebbene i figli del magnate abbiano impugnato il testamento dando vita ad una battaglia legale finita poi davanti alla Corte Suprema.

ISTINTO DI SOPRAVVIVENZA – «E’ assolutamente naturale per le donne con poca educazione e scarse prospettive di carriera cercare di corteggiare uomini che possano garantire loro un futuro finanziario stabile» – ha spiegato al londinese Mail on Sunday la dottoressa Christine Stanik che ha condotto la ricerca americana – «e così è sempre stato anche nelle epoche passate, perché le donne sapevano che un compagno con queste caratteristiche rappresentava una sicurezza per la sopravvivenza dei figli. Indubbiamente, si tratta di un istinto fortissimo ed innato nella specie, che è difficile scrollarsi di dosso, a maggior ragione per quelle donne che non possono contare su una carriera propria e che, quindi, non hanno una loro indipendenza economica». Lo studio universitario avrebbe inoltre evidenziato come le donne indipendenti e con un QI di tutto rispetto siano anche quelle più propense ai legami di breve durata. E se tale comportamento, a detta ancora della dottoressa Stanik, sarebbe una conseguenza «dell’aumento di autostima e della ritrovata fiducia delle donne in loro stesse», per la terapista e sessuologa Simone Bienne, famosissima in Inghilterra per i suoi programmi su sesso e amore su GMTV, andrebbe spiegato con la vita frenetica che svolgono oggi le donne in carriera e che mal si adatta con l’idea di una relazione duratura.

Simona Marchetti

Donne fatali brave nella scelta del partnerultima modifica: 2010-06-20T19:00:53+02:00da
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