Mercoledì Conferenza delle Regioni dopo il nulla di fatto di venerdì. Si tornerà a discutere iniziative da assumere e restituzione deleghe. I governatori mantengono alta l’attenzione alla vigilia del voto finale al Senato
Proseguono le proteste nei confronti della manovra che il governo varerà nei prossimi giorni. E se i diplomatici italiani annunciano uno sciopero per il 26 luglio, parlando di uno “smantellamento” della Farnesina, e il presidente della Conferenza delle Regioni Errani si rivolge al Capo dello Stato Napolitano, per ribadire che i governatori intendono rimettere le deleghe, sei associazioni culturali e ambientali scrivono al governo, paventando il rischio di una “recessione culturale nel Paese” a causa dei tagli operati dalla manovra. E, sull’emendamento che riguarda le quote latte, la Ue avvisa: se dovesse essere confermato, l’Italia verrà sottoposta alla procedura d’infrazione.
All’indomani della rottura avvenuta al termine del vertice con il premier Berlusconi e il ministro dell’Economia Tremonti, le Regioni si rivolgono al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, confermando l’orientamento, se la manovra economica non cambierà, di trovare la strada per restituire allo Stato le deleghe per funzioni che non sono più in grado di esercitare.