Il lavoratore fa parte del coordinamento provinciale dello Slai di Campobasso. I Cobas: «Il Lingotto passa alla repressione di lavoratori e sindacalisti»
NAPOLI – Un operaio della Fiat Power Train di Termoli, del coordinamento provinciale dello Slai Cobas di Campobasso, è stato licenziato dall’azienda per aver partecipato al presidio davanti al Giambattista Vico di Pomigliano d’Arco lo scorso 22 giugno, in occasione del referendum in fabbrica.
«NON L’HANNO FATTO ENTRARE» – È quanto dichiara Vittorio Granillo, del coordinamento del sindacato di base, annunciando un’azione legale in difesa dell’operaio, Giovanni Musacchio. Per i sindacati di base, «la Fiat, non riuscendo ad avere consensi, passa alla repressione nei confronti degli operai e dei sindacalisti». «Abbiamo assistito in questi giorni alle azioni di forza da parte dell’azienda – ha proseguito Granillo – che ha dapprima licenziato i delegati Fiom a Melfi e adesso il rappresentante dello Slai Cobas». Secondo quanto reso noto da Granillo, l’operaio si era recato in fabbrica a Termoli per il secondo turno di lavoro: «Ma non lo hanno fatto entrare e gli hanno comunicato il licenziamento davanti ai cancelli, preannunciandogli la successiva lettera a casa. Secondo quanto gli hanno spiegato, Giovanni aveva usufruito di un permesso per accudire la propria figlia. Un permesso che però terminava alle 14, ed è stato allora che il nostro esponente ha raggiunto gli altri delegati di Termoli arrivati a Pomigliano d’Arco».
Redazione online
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