RISALE A 6-4MILA ANNI FA. L’utensile ritrovato in un sito mesolitico del nord Europa. Secondo alcuni esperti è un simbolo di fertilità femminile
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Il presunto fallo preistorico (da Scienceblogs.com) |
È un corno di pietra l’oggetto ritrovato dagli archeologi svedesi nel sito mesolitico di Motala, ricco di reperti risalenti a un periodo tra 6.000 e 4.000 anni fa. Ma non occorre essere particolarmente maliziosi per notare la forma esplicitamente fallica dell’oggetto, tanto da far ipotizzare che si trattasse di una sorta di progenitore del moderno vibratore. Del resto non sarebbe la prima volta che gli archeologi rintracciano tra i reperti antichi utensili evocativi del membro maschile. Il più antico risale a ben 28 mila anni fa, era di pietra, fu trovato in Germania nel 2005 (nella caverna di Hohle Fels) e le sue misure erano di 20 centimetri di lunghezza per un diametro di 3 centimetri. Ma la preistoria è ricca di testimonianze che lasciano immaginare l’esistenza dei giocattoli sessuali già in tempi antichissimi, anche se in molti casi la levigatezza di questi utensili suggerisce un loro uso alternativo (per esempio per scheggiare le selci).
LE MISURE – Dieci centimetri e mezzo di lunghezza per un diametro di circa due centimetri: queste le misure del “dildo” trovato a Motala. Secondo l’archeologo Gsran Gruber del National Heritage Board la somiglianza dell’oggetto, ritrovato negli strati di argilla nei sedimenti del fondo del fiume e composto da materiale organico, è inequivocabile, ma è assolutamente possibile che venisse utilizzato anche (o forse unicamente) come scalpello, senza alcun fine sessuale. Infine nel blog di Gsran Gruber un lettore sostiene che l’utensile assomiglia a uno strumento utilizzato da sua madre per macinare il peperoncino.
SIMBOLISMO – Non va esclusa nemmeno la possibilità che si trattasse di un oggetto simbolico, rappresentativo della fertilità femminile. Del resto questo tipo di oggetti erano abbastanza comuni nell’antichità, diversamente dai simboli di fertilità maschile, ben più rari. La zona dove è stato ritrovato il reperto è particolarmente ricca e il suo stato di conservazione è notevole. In tempi recenti sono stati rintracciati nello stesso sito altri reperti di grande interesse.
Emanuela Di Pasqua