Fini: «libertà e legalità contro ogni fanatismo politico». Il Capo dello Stato: «La vita di inermi cittadini fu spezzata da ciechi disegni terroristici ed eversivi»
Soccorritori al lavoro nella stazione di Bologna dopo la strage del 2 agosto 1980 |
BOLOGNA – «Si colmino le lacune e le ambiguità sulle trame» che portarono alla strage di Bologna. È l’appello lanciato dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nella lettera inviata al presidente dell’Associazione tra i familiari delle vittime. «Sono decorsi trent’anni da quel terribile 2 agosto 1980 – ricorda il Capo dello Stato – quando il devastante attentato alla stazione centrale di Bologna provocò ottantacinque morti e oltre duecento feriti. A essi e ai loro famigliari va il mio pensiero commosso e partecipe. La vita di inermi cittadini fu quel giorno spezzata dalla violenza di ciechi disegni terroristici ed eversivi. La definizione delle loro matrici così come la individuazione dei loro ispiratori hanno dato luogo a una tormentata vicenda di investigazioni e processi non ancora esaurita. La trasmissione della memoria di quel tragico fatto e di tutti quelli che in quegli anni hanno insanguinato l’Italia non costituisce solo un doveroso omaggio alle vittime di allora, ma impegna anche i magistrati e tutte le istituzioni a contribuire con ogni ulteriore possibile sforzo a colmare persistenti lacune e ambiguità sulle trame e le complicità sottese a quel terribile episodio».
CONFRONTO E TOLLERANZA – «È un tale sforzo – prosegue Napolitano – il modo migliore di corrispondere alle attese di tutta la nazione e all’ansia di giustizia di chi è sopravvissuto tra penose sofferenze e dei famigliari delle vittime. Altrettanto essenziale è adoprarsi per diffondere sempre di più nel Paese una cultura del confronto democratico e della tolleranza tale da prevenire il ripetersi di analoghi rigurgiti di violenza. Con questi sentimenti, esprimo a lei, signor presidente, e a tutti i famigliari di chi ha perso la vita in quella orribile strage, la mia affettuosa vicinanza, interpretando i sentimenti di solidarietà dell’intero Paese».
LA LETTERA DI FINI – Anche il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha inviato un messaggio al presidente dell’Associazione tra i familiari delle vittime e al Commissario straordinario di Bologna, Annamaria Cancellieri. «Ritengo che il ricordo di quella tremenda giornata, vivido nelle nostre menti e nei nostri cuori – è uno dei passaggi della lettera – debba contribuire a riaffermare i valori di libertà e di legalità che sono alla base della nostra democrazia, contro ogni forma di fanatismo politico, di odio ideologico e di violenza terroristica». «In occasione del trentesimo anniversario della strage alla stazione di Bologna – prosegue Fini – desidero unirmi idealmente a voi, oggi riuniti per commemorare le ottantacinque vittime innocenti che persero la vita in quella immane tragedia, rinnovando la solidarietà mia personale e dell’intera Camera dei deputati ai loro familiari, così duramente segnati nei propri affetti». «Il barbaro attentato del 2 agosto 1980 che sconvolse la città di Bologna violando il suo animo generoso, costituisce una delle pagine più terribili della storia del nostro Paese ed uno degli esempi più efferati – rileva – di un disumano disegno destabilizzante, che con la sua criminale azione terroristica si abbattè sull’Italia e su Bologna, producendo tanti lutti e tante indicibili sofferenze». «Formulo l’auspicio – dice ancora Fini – che venga finalmente accertata, in tutti i suoi aspetti, la verità sulla strage, facendo piena luce su una trama terroristica che ha tentato di scardinare il nostro sistema democratico e rendendo un doveroso servigio alla città, agli italiani e al nostro Paese. Rivolgo ai familiari delle vittime, alle autorità e a tutti i presenti alla commemorazione i sentimenti della mia più profonda vicinanza».
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