Guerra di campanile in Toscana. Cittadini e tifosi preoccupati per le conseguenze che può provocare nella tana del “lupo livornese”
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La tifoseria livornese (Ansa) |
LIVORNO – Da quando si è sparsa la voce dell’aggiudicazione del bando di gara anche il mondo politico è entrato in ebollizione. Interessamenti trasversali, da destra a sinistra, dal centro alle liste civiche. Tutti preoccupati delle “imponderabili conseguenze” che potrebbero manifestarsi allo stadio Armando Picchi di Livorno. E soprattutto nei suoi bar, frequentatissimi (non solo durante la partita) dai tifosi amaranto. Il motivo? A partire dal prossimo campionato di serie B i bar avranno un altro gestore, la società Chiosco Marameo Sas con sede a Cascina, provincia di Pisa, una delle cittadine dove il tifo nerazzurro è più accanito. Apriti cielo.
POLEMICHE – Polemiche a non finire, tifosi perplessi, qualche sfottò via Internet e persino un probabile ricorso da parte degli ex gestori (di fede livornese doc) che i sono rivolti all’avvocato perché vogliono vederci chiaro nell’aggiudicazione dell’appalto. Sostenuti da una pletora di politici locali, anch’essi di fede amaranto, preoccupati per “lo snaturamento” e le “conseguenze” che il bar pisano provocherebbe nella tana del lupo livornese. E poco importa che la “Chiosco Marameo” sia guidata da Roberto Santi, originario della provincia di Pistoia. I tifosi si dividono così come i cittadini non attratti dalla fede calcistica. E c’è chi sui blog giudica “indecente” un possibile ricorso, perché nelle gare pubbliche se regolari il campanile non c’entra. Una querelle che nasce proprio alla vigilia di un possibile riavvicinamento sportivo delle due città. Il vice sindaco di Pisa, Paolo Ghezzi, ha rilanciato l’idea di uno stadio unico tra le due città da costruire al Calambrone, località di confine, un po’ pisana e un po’ livornese. Un’idea già lanciata in passato da Romeo Anconetani il rimpianto presidente del Pisa calcio di serie A, accantonata dopo i no sdegnati delle due cittadinanze, ma oggi neppure troppo lontana. Il sindaco di Livorno Alessandro Cosimi, pur ammettendo che da tifoso avrebbe un’immediata pulsione a bocciare il progetto, “come sindaco penso che sia una soluzione intelligente”.
Marco Gasperetti