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Frattini: «I finiani e le nuove alleanze? Da loro golpismo politico»

L’intervista Il ministro: «i quattro punti non sono modificabili». Gravissimo che Granata parli di alleanze inedite Bocchino sui coordinatori? Non conosce il premier

 

Franco Frattini e Silvio Berlusconi

ROMA – I quattro punti fissati sui quali Silvio Berlusconi chiederà la fiducia non sono emendabili. E chi cerca, «attraverso una manovra di Palazzo, nuove alleanze con quanti hanno perso le elezioni, è politicamente golpista», sostiene il ministro degli Esteri Franco Frattini.


Quale tra giustizia, fisco, federalismo e Sud è il tema più ostico per una verifica con i finiani?

«Se le dichiarazioni ascoltate in Parlamento sono coerenti tutti e quattro i punti dovrebbero essere condivisi da Futuro e libertà. Faccio l’esempio del processo breve. Quelle norme sono state approvate in prima lettura senza problemi. È un provvedimento che fa fronte alle lungaggini del processo e che mette al riparo l’Italia dalle accuse e dalle condanne alla Corte di Strasburgo. I finiani, allora componenti del Pdl, lo votarono. Vediamo il lodo Alfano costituzionale. È la conseguenza logica di una sentenza della Corte che ha detto: “con la legge ordinaria non lo potete fare, lo dovete fare con legge costituzionale”. Stiamo ragionando su come procedere rispettando i principi della Corte. Un cambiamento che gli stessi finiani hanno condiviso».


È convinto che la giustizia non sia un tema caldo?

«Sì, se c’è onestà intellettuale e la volontà di non tornare indietro rispetto al programma. Se altrimenti c’è una volontà di rimangiarsi il programma votato dagli elettori, allora le cose cambiano. Non è più questione di patto di legislatura, non è più questione di rilanciare quattro punti programmatici, è questione di rinegoziare il programma e sarebbe sbagliato perché su quel programma gli elettori ci hanno votato».


È possibile una ricomposizione con Fini quando un suo seguace come Granata evoca una santa alleanza anti-Berlusconi?

«Prima di risponderle faccio una premessa. La stabilità politica che l’Italia si è conquistata con le elezioni vinte nel 2008 è il primo elemento che porta alla credibilità di un Paese. I nostri partner sanno che c’è una maggioranza in grado di decidere, di prendere impegni, di mantenerli. Non siamo come la maggioranza di Prodi che si impegnava sull’Afghanistan e poi non era in grado di farvi fronte. La stabilità è, pertanto, un fattore prezioso per la credibilità internazionale del Paese e del suo leader…».


Chi mina la stabilità?

«È irresponsabile chi parla di una grande ammucchiata da Vendola a Fini. Non è una questione di politica domestica. È gravissimo che Bersani dica quelle frasi e che Granata si esprima con quelle parole sconsiderate: “vedrete delle alleanze inedite”. Sono messaggi ai mercati, agli speculatori internazionali e ai nostri partner in Afghanistan. Qualcuno, nostro competitor economico, avrebbe buon gioco a dire: ecco la solita Italia che cambia un governo ogni 15 mesi. Queste espressioni sono, ripeto, da irresponsabili. Che le dica Bersani, che non sarà mai leader della sinistra, mi paiono la battuta di un disperato. Ma che le usi un esponente come Granata, che dichiara di essere ancora parte della maggioranza, è molto grave. Spero che il presidente Fini, che è stato ministro degli Esteri, lo smentisca. Mi attendo anche che il viceministro Urso – si occupa di commercio estero – intervenga a sua volta, sostenendo che le grandi ammucchiate fanno male all’Italia e quindi vanno respinte».


Il capogruppo dei finiani Italo Bocchino chiede la rimozione degli attuali coordinatori per facilitare il dialogo?

«È un appello irricevibile. All’indomani di uno strappo, chi ha appena costituito un altro gruppo non può avanzare una richiesta del genere. E poi sono note le divergenze di carattere personale tra alcuni ex di Alleanza nazionale e Bocchino. La ricerca di accordo va ricercata, ma su basi diverse. Noto che Italo Bocchino non conosce bene il presidente Berlusconi. Un appello formulato in questa maniera è una buona garanzia per i ministri Bondi e La Russa e l’onorevole Verdini di restare a lungo».


Dovendo fare un pronostico, prevede che abbia successo il chiarimento o si vada al voto anticipato? E in questo caso quando: a novembre o a marzo 2011?

«Mi auguro che la proposta di verifica su cui Berlusconi sta lavorando renda possibile per il governo andare avanti. Perché, ripeto, la stabilità ha un valore prezioso. Se diamo l’impressione ogni giorno di essere in bilico verso le elezioni abbiamo perso credibilità. Lo stato di incertezza non giova».


E se invece i finiani volessero un altro programma?

«Se vogliono un altro programma non possono immaginare nuove alleanze, magari con un gioco di Palazzo, con chi ha perso. Se sostituiamo il gioco di Palazzo alla legittima volontà degli elettori seguiamo un principio golpista, politicamente golpista».


Come valuta la nuova convergenza che si è realizzata sulla mozione contro il sottosegretario Caliendo?

«Quel voto mostra un arretramento su un principio fondamentale che è la presunzione di innocenza. Noi non avremmo mai immaginato di vedere membri eletti con il Pdl, in nome di principi di libertà, di giustizia, di rispetto di diritti delle persone, invocare un principio in cui il semplice avviso di garanzia giustifica l’abbandono di un incarico ministeriale. Questo va oltre la presunzione di innocenza, c’è stato certamente un arretramento. Ci sarà arretramento rispetto al resto? Io mi auguro di no. Ma se ci dovesse essere, noi la grande ammucchiata non la possiamo accettare, dovremmo chiedere con lealtà ai cittadini di ripronunciarsi. L’unica alternativa sarebbero quindi le elezioni anticipate».


Il presidente Fini dovrebbe dimettersi a causa della vicenda della casa in affitto finita al «cognato»?

«Lui ha detto: ben vengano le indagini. Il punto non è giudiziario, ma politico. Qualcuno ha parlato di questione di opportunità, altri di questione di trasparenza. Tutti hanno il dovere di contribuire come possono: basterebbe raccontare, ad esempio, di essere completamente estranei a questa vicenda. Noi ascolteremmo con grande rispetto e attenzione. Noi seguiamo la regola del garantismo non quella del semplice “no comment”».
Lorenzo Fuccaro

Lorenzo Fuccaro

Frattini: «I finiani e le nuove alleanze? Da loro golpismo politico»ultima modifica: 2010-08-08T12:29:29+02:00da
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