La Russa: «Voto anticipato? finché si governa non c’è motivo di pensarci», «Impossibile ricucire il casino. In Veneto, Piemonte e Lombardia milioni di persone inc…»
Umbero Bossi a Ponte di Legno (Cavicchi) |
MILANO – Continua a tenere banco all’interno di maggioranza e opposizione il dibattito sulle ipotesi di elezioni anticipate e governo tecnico. A bocciare senza appello quest’ultima è Umberto Bossi. E pur di non arrivarci il leader del Carroccio è pronto a mobilitare i leghisti di Veneto, Lombardia e Piemonte. «Berlusconi – ha detto Bossi conversando con i cronisti a Ponte di Legno – porta in piazza la gente e sono tanti, di più. La Lega si unisce a quell’operazione con il Veneto, il Piemonte e la Lombardia. Sono un sacco di milioni persone e sono incazzate». Per il Senatùr, tra l’altro, non si troverà mai uno tanto «matto» da esser disposto a guidare un eventuale esecutivo di transizione.
«IMPOSSIBILE RICUCIRE IL CASINO» – Il numero uno del Carroccio torna, come ha già fatto nei giorni scorsi, a commentare la situazione del governo, dicendosi scettico sulla possibilità di ricomporre le liti nella compagine governativa e puntando a elezioni anticipate. Silvio Berlusconi, ha spiegato il leader della Lega a Ponte di Legno, «sta provando a ricucire» lo strappo nella maggioranza «ma dopo il casino che c’è stato come fanno?». «O Berlusconi ricuce o si va a elezioni» ha detto Bossi, mostrando un certo ottimismo: «La maggioranza la determina la Lega e la Lega vince qualsiasi elezione». Quella di un governo tecnico è invece secondo il Senatùr una ipotesi remota e comunque assai rischiosa per il Carroccio, perché potrebbe cancellare, a suo dire, le leggi sull’immigrazione «che non interessano né a Fini né a Bersani».
IL PDL – Non c’è motivo di pensare a un ritorno alle urne invece, secondo il ministro Ignazio La Russa, almeno «fin tanto che siamo in grado di rispettare gli impegni». «Il governo – ha spiegato il titolare della Difesa – non credo che abbia proprio il desiderio di andare a casa, l’esecutivo ha un desiderio preciso, che è quello di rispettare il programma in cui si è impegnato con gli elettori». Il capogruppo Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto ci tiene comunque a sottolineare che «non vi è alcun nervosismo nell’indicare come soluzione quella di ritornare alle urne nel caso in Parlamento la maggioranza uscita dal libero voto degli italiani non venisse confermata. Mi pare – ha chiarito Cicchitto – un epilogo logico e di buonsenso».
L’UDC – Per il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini «non è possibile immaginare governi contro una parte del Paese, contro la volontà di una parte del Parlamento». «È molto difficile – ha ribadito il numero uno die centristi – e dubito anche che possa essere utile. Giustamente il presidente della Repubblica ha richiamato le procedure di carattere istituzionale, che vanno sempre rispettate. Io ho parlato di responsabilità nazionale – ha detto Casini – perché credo che quello che serve non è schierare una parte contro l’altra, ma riconsegnare l’Italia agli italiani, uscire da questa melma insieme, cercando di ricucire un Paese diviso».
FAREFUTURO – Nel dibattito si inserisce anche la fondazione FareFuturo, vicina al presidente della Camera Gianfranco Fini. In un editoriale Ffwebmagazine, il direttore Filippo Rossi scrive che dalla destra non berlusconinana ci si sta avvicinando alla destra «anti-berlusconinana». «La destra – scrive Rossi – c’era prima di Berlusconi e ci sarà dopo di lui, su questo non ci piove. Una destra non-berlusconiana, insomma, esiste». Quindi Rossi spiega il passaggio possibile dalla destra non-berlusconiana a quella direttamente «anti-berlusconiana»: «Questo sì che sarebbe un trauma, a suo modo. Eppure la deriva cui assistiamo in questi giorni, la stampa di famiglia che diventa il fuoco di fila utile a massacrare il nemico, lo svilimento della Costituzione, il fango e gli insulti personali che arrivano dai cortigiani delle ultime file, le continue intimidazioni contro i “congiurati”, i dossier, le compravendite parlamentari, le velate minacce al capo dello Stato, i tristi e pericolosi richiami alla piazza, ecco, tutto questo rischia di portare proprio lì».
«TREMONTI NON LO FAREBBE MAI» – Tornando a Bossi, il leader della Lega è convinto del fatto che «Napolitano deve ascoltare tutti. Ma chi ha il coraggio di dire “mi offro”? Non c’è nessun matto che faccia il governo: lo fai in cinque minuti e dura cinque minuti». Di certo, secondo Bossi, non sarebbe disponibile il ministro dell’Economia. «Tremonti – ha ripetuto il leader del Carroccio – vuol bene a Berlusconi e non gli fa questo dispetto». «Un governo tecnico – ha ribadito – per me non può passare. La gente ha messo la crocetta sul nome di Berlusconi: l’idea di un governo tecnico è fuori dal mondo».
FINI E MONTEZEMOLO – Tornando sulla rottura tra il premier e Gianfranco Fini, Bossi si è detto convinto del fatto che il presidente della Camera «è troppo amico di Casini». «I miei uomini – ha spiegato il leader della Lega – sono soldati: se dico loro di buttarsi dalla finestra, lo fanno. Sono uomini che non ha nessun altro. La Lega è un’altra cosa». Quanto a Montezemolo, per il numero uno del Carroccio «è sempre stato un tipo strano», ma «quella gente lì se entra in politica cerca di vincere» e quindi «cercherà di agganciarsi a chi può farli vincere». «Non mi pare che Fini possa far vincere il centro. I voti li hanno due persone. Bossi e Berlusconi. Stop. O fai l’accordo con Bossi, o fai l’accordo con Berlusconi, sennò non entri in politica: come fai a vincere?» ha concluso il Senatùr.
Redazione online