A poche ore dall’estrazione del Superenalotto con un montepremi da record ecco le storie di chi, con il tesoro, ha trovato problemi seri: tra i perseguitati dalla camorra e i beffati dalla sfortuna. Perché i soldi, si sa, non sempre portano la felicità
An old man turned ninety-eight/He won the lottery and died the next day. I versi della cantante canadese Allanis Morissette raccontano di un uomo arrivato fino a 98 anni e morto proprio il giorno dopo aver vinto la lotteria. A giudicare dalla cifra raggiunta dal jackpot del Superenalotto, oltre 117 milioni, gli italiani restano convinti che i soldi, se non danno la felicità, di sicuro risolvono una montagna di problemi. La cronaca dimostra però che essere baciati dalla fortuna non sempre rende la vita una passeggiata. Spesso la complica talmente, che i neo nababbi arrivano a maledire il giorno in cui hanno compilato la schedina d’oro. Lo insegna anche la vicenda di Luciano Gaucci ed Elisabetta Tulliani, che sostengono entrambi a suon di carte bollate di aver vinto al Superenalotto 2 miliardi e 400 milioni di vecchie lire e di averne regalate la metà all’ex compagno di vita.
La penna di Luciano De Crescenzo ha descritto la vitaccia di “un Ernesto qualunque” alle prese con una vincita record. Continuare ad andare in ufficio o darsi malato? E se il capo ci propina il solito “cazziatone”, mandarlo a quel paese o sopportare ancora? Comprarsi la macchina usata per cui si è risparmiato per mesi o passare a una fuoriserie? Trasferirsi in Australia, costringendo i propri figli ventenni a lasciare fidanzati e amici? Oppure subire la vecchia routine per non dare nell’occhio? Un vero inferno, insomma.
Diventare ricchi improvvisamente non è certo un disgrazia. Se però ci si mettono mogli esigenti, tabaccai distratti e profittatori, può diventare un incubo. È successo ai trenta vincitori, per lo più operai e artigiani, di un “6” da 33 milioni di euro in provincia di Avellino. La Camorra ha messo gli occhi sui soldi e ha chiesto loro il pizzo: un versamento ai clan di 40 mila euro ciascuno. Un fornaio inglese, Keith Gough, è morto di infarto a 58 anni, solo e triste, dopo aver sperperato una vincita di 9 milioni di sterline in scommesse, truffatori e donne. “La lotteria mi ha rovinato la vita”, ha ripetuto fino all’ultimo. Rocco Corrado invece non ha avuto il tempo di maledire il denaro vinto. È morto anche lui di infarto, aveva 74 anni e intascato 1 milione grazie al Gratta & vinci da pochissimi giorni. E a Matteo D’Aprile, uno dei 99 sistemisti che nel 1998 si aggiudicarono 63 miliardi di lire, non è andata meglio. La sua auto e il suo podere sono andati a fuoco e i soldi svaniti nel nulla in poco tempo.
A volte la sfortuna si traveste da dea bendata, ma solo per un po’. Louise Chavez, una badante di Denver, il giorno del suo compleanno ha vinto alle slot machine 42,9 milioni di dollari. Non credeva ai propri occhi. E infatti non era così, come le hanno spiegato i responsabili del casinò. Sarebbe stata colpa di un malfunzionamento della macchina. A Louise sono rimasti una notte con colazione gratis nell’hotel e i 23 dollari che aveva giocato. Un operaio 37enne di Eraclea pregustava già i 37 milioni in palio a marzo con il Superenalotto, aveva centrato la sestina. Ma il tabaccaio di fiducia si è dimenticato di giocare la schedina. Mentre Caterina Gentile, disoccupata di 45 anni, ha chiesto i danni alla Rai per una grave depressione causata dalla lettura errata in televisione dei numeri vincenti. Caterina ha creduto di aver vinto 34 milioni, poi le scuse del conduttore per lo sbaglio. Da milionaria a povera di ritorno in meno di un minuto. In Svizzera la società che gestisce il gioco del lotto ha dovuto cercare con annunci sui giornali il vincitore del premio da 5 milioni di franchi, che non si era accorto di nulla. Per caso la moglie ha letto gli appelli pochi giorni prima della scadenza del termine per ritirare la somma.
Tra moglie e marito i milioni causano disguidi. Le vincite milionarie sarebbero infatti spesso alla base delle cause di divorzio, anche perché in Italia è previsto che in questi casi si divida il malloppo con il coniuge. Anche se c’è la divisione dei beni. Nel novembre scorso un pensionato 70enne di Firenze si è visto chiedere dalla moglie, da cui era separato da oltre un anno, il 50 per cento di un milione vinto al Superenalotto. E una 25enne romana ha denunciato il padre per omesso mantenimento: continuava a non pagare gli alimenti a lei e alla madre nonostante una forte vincita.
Chissà come se la passa l’anonimo abitante di Bagnone che un anno fa ha indovinato il “6” record da quasi 148 milioni di euro. Per evitare rivendicazioni, liti e crisi di nervi potrebbe imitare la giovane donna di Parma, che nel febbraio scorso ha donato i 400 euro vinti con una giocata, cui ne ha aggiunti 300 di tasca propria, a una famiglia di immigrati che viveva in un furgone. Oppure il piccolo imprenditore del Varesotto, che ha azzeccato un “5+1” e ha diviso i 963 mila euro del premio con i suoi operai. Entrambi con più anima che c…
Cristina Bassi