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Berlusconi ai militanti del Pdl «Prepararsi alle urne anche a breve»,prime scintille con la Lega

Messaggio ai promotori della libertà: «Non ci faremo logorare». Il premier: «Paradossale la creazione dei gruppi finiani in Parlamento. Verificare coesione della maggioranza». Secondo Luca Zaia i cinque punti non servono a niente e bisogna andare al voto. Ma Fabrizio Cicchitto richiama l’alleato a rispettare la lealtà in Parlamento

MILANO – Ripete che il piano in cinque punti presentato nei giorni scorsi non è trattabile: «Non ci faremo logorare in discussioni e negoziati al ribasso» dice. Silvio Berlusconi, in un messaggio ai Promotori della Libertà, rinnova il suo ultimatum ai parlamentari finiani. Allo stesso tempo, il premier invita i suoi a tenersi pronti ad ogni evenienza, anche ad «elezioni entro poco tempo». Perché l’ipotesi di tornare alle urne, magari entro dicembre, non può essere scartata.

GRUPPI FLI PARADOSSALI – Berlusconi spiega innanzitutto che «la creazione di un gruppo autonomo in Parlamento (quello di Fli, ndr) è una iniziativa paradossale se si considera che sono stati tutti eletti sotto il simbolo del Popolo della libertà con la scritta “Berlusconi presidente”». Alla luce delle tensioni delle ultime settimane, il leader del Pdl dichiara la necessità di «verificare la coesione e la tenuta della maggioranza che sostiene il nostro governo prima di poter procedere al varo di provvedimenti, che sono provvedimenti molto importanti di realizzazione del programma». «Questa verifica – spiega ancora Berlusconi – sarà centrata su 5 grandi riforme – la giustizia, il federalismo fiscale, la riforma tributaria, il Sud e la sicurezza – che sono le riforme necessarie per ammodernare il nostro Paese e per cancellare ritardi sempre più inaccettabili che colpiscono dei settori nevralgici della nostra vita di tutti i giorni, della nostra vita economica e sociale».

NO A LOGORAMENTI – «È ovvio che qualora la coesione venisse meno anche su uno solo di questi 5 punti, che sono parte integrante del programma di governo – conferma il presidente del Consiglio – non accetteremmo mai di farci logorare in un tirare a campare in discussioni continuative che erano tipiche di molti governi della prima repubblica, così come rifiuteremmo anche la prospettiva di dover negoziare al ribasso, direi, quell’azione riformatrice su cui noi ci siamo impegnati e su cui vogliamo essere assolutamente coerenti, mentre altri pensano di farne oggetto di un mercato politico che per noi è avvilente ed hanno l’obiettivo fin troppo scoperto di ribaltare il risultato del voto popolare.

RITORNO AL VOTO – Berlusconi rifiuta l’ipotesi di eventuali governi tecnici. «Sarebbe un atto fortemente antidemocratico, addirittura offensivo della sovranità popolare, partecipare a dei nuovi giochi di palazzo per tentare di cambiare, di sovvertire il risultato elettorale e portare al governo chi le elezioni invece le ha perse. Noi siamo per il rispetto totale, per il rispetto assoluto della sovranità popolare. Quindi, se il governo eletto dal popolo non avesse più dietro di sé una maggioranza coesa e compatta, che gli consentisse di realizzare quello che il governo stesso ha promesso ai suoi elettori durante la campagna elettorale, la strada maestra non può essere che quella di ritornare davanti al giudizio del popolo che è sovrano. Chi dice il contrario, invocando magari dei formalismi costituzionali sa bene, benissimo, di dire una falsità».

SU FINI E CASINI – Più tardi, conversando con i giornalisti per le vie di Arona, Berlusconi ha commentato anche il duro stop imposto da Bossi a un eventuale rientro di Casini nella maggioranza (eventualità comunque rigettata dallo stesso leader Udc). «Importante è che l’Italia abbia un governo e che il Paese sia governato – ha affermato il premier. – Il resto ha poca importanza». E a proposito di Fini, il capo del governo ha detto di non avere «nessun messaggio da lanciare» al presidente della Camera.

La Lega non sembra avere molta fiducia nei cinque punti prospettati da Berlusconi e torna a invocare il ritorno alle urne, possibilmente prima dell’inverno, e lo fa per bocca di Luca Zaia che, in un’intervista a Repubblica, sostiene che “il voto anticipato, a novembre o dicembre, a questo punto mi sembra inevitabile”. Secondo il governatore del Veneto “questa è la cronaca di una morte annunciata”. “Bisogna essere pragmatici e capire bene quello che succederà. Ormai – aggiunge l’esponente leghista – i programmi non servono più a niente a Roma come nelle amministrazioni locali. Sono solo un elenco di titoli sui quali si trova sempre l’accordo, ultragenerico, di tutti. I problemi cominciano dopo, quando i programmi devono essere trasformati in provvedimenti di legge”.

“Se adesso andiamo in Parlamento con questi benedetti cinque punti, sarà inevitabile che il giorno dopo averli votati qualcuno riapra il solito circo. Noi – sottolinea Zaia – saremo premiati per la nostra coerenza, mentre loro sconteranno gli effetti delle ultime vicende. Detto questo, la cosa fondamentale da considerare è il rapporto tra Bossi e Berlusconi. Rapporto solido, strettissimo, che va anche al di là della politica. E comunque Umberto non è mai andato alle elezioni con il pallottoliere in mano”. “L’unica cosa che potrebbe rovinare questa proficua stagione di intesa è che nella coalizione cresca la volontà di correre non per ottenere dei risultati, ma per impedire che li consegua il partner. Per colpirlo, insomma. Vorrei tanto – conclude Zaia – che nella maggioranza uscita dalle ultime elezioni ci si baciasse tutti sulla bocca. Ma questo non è possibile, inutile farsi illusioni. Prima si vota, meglio è”.

Parole che non sono piaciute molto al Pdl che, oltre al fronte con i finiani, teme ora l’apertura di una competizione elettorale con la Lega Nord. Secondo Fabrizio Cicchitto infatti “l’intervista del presidente Zaia presenta alcuni aspetti non condivisibili”. E spiega:  “Infatti, in una alleanza, bisogna ascoltare anche quello che dicono gli alleati e farsi carico anche delle loro valutazioni e dei loro problemi. Sappiamo benissimo che l’indicazione dei 5 punti richiede in primo luogo una intesa su una mozione parlamentare assai precisa e poi una convergenza sui conseguenti disegni di legge e che, se non c’è quest’ultima, il governo non regge e sono indispensabili le elezioni. Ma una verifica va fatta sia per andare in un senso che per andare in un altro, perche’ non sono praticabili scelte fatte a tavolino. Poi, specie nell’ipotesi delle elezioni, Zaia deve essere consapevole che e’ decisivo anche il voto del Sud e è quello svolto dal Pdl”.

Redazione online

Berlusconi ai militanti del Pdl «Prepararsi alle urne anche a breve»,prime scintille con la Legaultima modifica: 2010-08-23T12:49:30+02:00da
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